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Problemi di “legalità” atto III

Da qualche mese nella città di Modena le formazioni neo fasciste stanno tentando di mettere fuori la testa e puntualmente questo avviene all’interno dell’imperversare di una forte crisi economica politica e finanziaria. Da sempre, ed è la storia che ce lo dice con i fatti, i partiti neo fascisti sono stati il “braccio armato” della governance di questo paese, Piazza Fontana e la strategia della tensione, le uccisioni di compagni come Fasto e Iaio che con le loro inchieste avevano scoperto come lo spaccio dell’eroina a Milano era gestita dai neo fascisti mandati dallo stato per devastare una generazione intera, fino ad arrivare a oggi ad avere quella legittimità di operare quando vanno ad attaccare militanti di sinistra e centri sociali che con il loro lavoro hanno messo in crisi la gestione della vita politica e sociale di coloro che dominano questo paese.

Ogni volta che le formazioni neo fasciste tentano di riemergere cercano di camuffarsi in un soggetto che si pone contro le politiche dei governi, contro le banche e contro certi crismi della vita politica e sociale attuale, mantenendo quella parvenza buonista che poi si trasforma in violenza contro chi dal loro punto di vista è “diverso”. Ne sono un caso forte gli ultimi episodi avvenuti nel nostro paese: uno su tutti, quello di Firenze con l’uccisione da parte di un militante di casapound di 2 migranti.

Quello che sta succedendo nella città di Modena potrebbe avere conseguenze preoccupanti e avviene con il benestare dei politici di destra, ma anche a causa delle troppo timide contrapposizioni di molte formazioni della sinistra locale.

Per questo il Guernica ritiene indispensabile cominciare a ragionare su un fronte comune con tutte le realtà antifasciste della città, mettendo da parte ogni riserbo e perplessità, al fine di mettersi a sedere per cominciare a ragionare sul da farsi.

Impedire un riemergere di queste formazioni in città vuole dire continuare a respirare un’aria diversa, ma soprattutto è ancora più importante avere a Modena luoghi dove l’antifascismo, l’antisessismo e l’antirazzismo, siano concetti base per la quotidianità.

MA CHI SONO I FASCISTI DEL TERZO MILLENIO?

Nel frammentario panorama degli attuali gruppi italiani di estrema destra, Forza Nuova, Fiamma Tricolore e La Destra di Storace e Bontempo si muovono in piena continuità con il passato fascista e aspirano a diventare il fulcro di un movimento reazionario di massa. Per quanto riguarda la loro connotazione politica, è interessante notare ciò che succede con Forza Nuova. Infatti, nonostante siano state emesse diverse sentenze giudiziarie che affermano la legittimità di definire tale gruppo “una formazione politica chiaramente fascista” e “portatrice di valori quali la xenofobia, il razzismo, la violenza e l’antisemitismo”, tuttora gli viene conferita una inspiegabile legalità che tuttavia gli consente di rimanere sulla scena politica.

Tra le varie formazioni di ultra-destra, un caso a sé stante è costituito invece da Casa Pound, una formazione di destra che tiene a sottolineare la propria discontinuità col “fascismo classico” ma anche con l’attivismo neofascista dei decenni precedenti. In realtà Casa Pound, di cui si parlerà più estesamente più avanti, rappresenta probabilmente il fenomeno più pericoloso tra i fascisti del terzo millennio, in quanto sta cercando di praticare una politica di penetrazione sociale subdola e capillare, volta a diffondere i valori del fascismo attraverso una presentazione degli stessi apparentemente rivisitata e mistificante.

I fascisti del terzo millennio sembrano giocare un duplice ruolo all’interno della strategia di consolidamento dell’ordine costituito attuata negli ultimi vent’anni dalla governance italiana. Da un lato le formazioni neofasciste stanno tentando di realizzare un radicamento stabile nei vari territori del paese, soprattutto a livello metropolitano ma non solo, approfittando della situazione di crisi economica e sociale in corso, anche attraverso la penetrazione delle istituzioni, per poter dare risposte reazionarie alla crisi stessa. Contemporaneamente i fascisti del terzo millennio continuano a compiere il cosiddetto “lavoro sporco”, confermando l’esistenza di una certa rete di relazioni con la malavita organizzata, che li ha caratterizzati pure nei decenni precedenti, quando tale contiguità con le organizzazioni criminali veniva supportata e sfruttata da certi apparati dello stato nella loro guerra al “pericolo comunista”. Esistono però alcune differenze importanti. Infatti, mentre negli anni 70 e 80 i gruppi di ultra-destra furono strumenti essenziali nella startegia della tensione messa in atto dello stato, in quanto esecutori materiali delle stragi, e giocarono un ruolo determinante nella diffusione dell’eroina, utilizzata in quel periodo per silenziare la ribellione giovanile, sembra che negli ultimi anni gli intrecci tra fascisti e criminalità organizzata siano diventati funzionali al consolidamento finanziario delle stesse formazioni di estrema destra e, indirettamente, al loro radicamento sociale e politico nella realtà italiana.

In un’interessante inchiesta, portata avanti da Federico Rucco e Stefano Porcari, viene riferita una lunga serie di episodi malavitosi, accaduti dall’inizio del 2000 ad oggi nel territorio romano, che vedono coinvolti camerati vecchi e nuovi.

Di rilievo è il rapporto tra l’imprenditore-finanziere “nero” Gennaro Mokbel e Carmine Fasciani, noto esponente della criminalità organizzata romana, che tra le altre cose ha consentito al camerata di poter svolgere indisturbato la campagna politica nella zona di Ostia. E’ pure noto che Mokbel abbia avuto rapporti con Finmeccanica, il colosso dell’industria militare italiana.

Tra i vari episodi documentati nell’inchiesta, colpisce la vicenda di Flavio Serpieri, ex esponente dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), che è stato arrestato lo scorso 8 marzo, insieme ad altri nove, per il giro di prostituzione all’interno del locale romano a luci rosse “Pussycat”, che ha visto coinvolto anche un vice questore aggiunto della Polizia Ferroviaria. Serpieri si era candidato recentemente nel Partito dei Pensionati a sostegno del presidente della Regione Lazio Renata Polverini.

Ultimo in ordine cronologico è, invece, l’arresto di quattro rapinatori, avvenuto il 20 marzo 2012, per il colpo all’Unicredit di piazza di Spagna a Roma del 19 dicembre scorso, uno dei quali è l’ex militante dei NAR Claudio Ragno.

Insomma, secondo quanto affermano Rucco e Porcari, “Rapine, omicidi, traffico internazionale di droga, racket della prostituzione di lusso, affari nel traffico di diamanti e di armi, commesse della Finmeccanica, attività di brokeraggio. Sembra non esserci un settore del lavoro sporco illegale che non veda spuntare qualche fascista.” Forse, oggi più di ieri, per l’estrema destra i soldi sono importanti. E nonostante questi fenomeni si verifichino principalmente nella Capitale, è bene tener presente che tale contiguità tra neofascisti e piste criminali esiste anche nel meridione e che tanti “cuori neri” sono radicati pure in città italiane di piccole e medie dimensioni (si vedano Verona ed Arezzo).

Un ulteriore scenario piuttosto interessante è quello dell’estrema destra a Milano. In questo caso gli intrecci sono abbastanza complessi e sembrano mettere in connessione figure di spicco del neofascismo milanese, destra istituzionale, personaggi delle curve di Milan ed Inter e addirittura esponenti di famiglie mafiose siciliane e calabresi trapiantate a Milano e operative nello spaccio di droga e nel narcotraffico. I dettagli dell’intricata matassa sono documentati in un libro sul neofascismo milanese degli ultimi anni, “Cuore nero e dintorni”, scritto da Saverio Ferrari dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre.

Risale a pochi giorni fa la notizia che al Cimitero Monumentale di Milano si è svolta, come accade da tre anni a questa parte in occasione dell’anniversario della fondazione dei fasci di combattimento, una cerimonia di commemorazione della morte di alcuni squadristi del ventennio fascista, alla quale ha preso parte anche il capogruppo del Pdl Massimo Turci.

Va rilevato che la riemersione dell’ultra-destra milanese sembra essere concomitante all’incremento di episodi di razzismo, di attacchi nei confronti di moschee e luoghi di ritrovo islamici, che si sta verificando in città e dintorni, e alla crescente politicizzazione delle curve allo stadio, da parte di esponenti neofascisti al fine di attuare un reclutamento di massa nelle loro schiere.

L’assurda legittimazione di presenza e azioni delle formazioni di estrema destra sta facilitando incredibilmente il loro insediamento stabile nei vari territori italiani e ciò gli consente di diffondere capillarmente le loro idee di intolleranza, razzismo, omofobia, antisemitismo e xenofobia. Tale processo di radicamento ha raggiunto uno stadio abbastanza avanzato da permettere che alle prossime elezioni amministrative CasaPound sarà presente in vari schieramenti in diverse parti d’Italia, tra cui L’Aquila, Verona, Lucca, Palermo e addirittura a Roma in competizione con la ricandidatura dell’attuale sindaco Alemanno. E’ pur vero che la presenza nelle istituzioni di componenti politiche che legittimano il passato fascista dell’Italia è già un dato di fatto. Basti pensare a quanto è accaduto pochi giorni fa in occasione della morte del partigiano Rosario Bentivegna, che fu uno dei protagonisti della lotta di liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo. Quando, per commemorarne la memoria, il Consiglio comunale di Roma ha osservato un minuto di silenzio, quasi tutti i consiglieri del Pdl, maggioranza nella giunta di Alemanno, hanno abbandonato l’aula.

La pericolosità di Casa Pound è in parte testimoniata dalle numerose aggressioni messe in atto ultimamente da militanti della formazione stessa, secondo modalità che ne smascherano la chiara connotazione fascista. Dettagli ulteriori seguiranno nell’intervento successivo.

E’ dunque evidente come la legittimazione dei vari gruppi di fascisti del terzo millennio abbia gravi implicazioni a livello sociale e politico e che specialmente in questo contesto storico, caratterizzato da una seria crisi che investe molteplici aspetti della nostra società, abbassare la guardia dell’antifascismo militante possa voler dire abbandonare l’Italia ad una pericolosa deriva.

 

LE AGGRESSIONI DEI FASCISTI NEL TERZO MILLENNIO.

Il contenuto che segue è un excursus di aggressioni, tutte riconducibili a membri di collettivi vicini a CasaPound Italia o membri di CasaPound stessi.

Lo scopo principale di questa raccolta di fatti è quella di sottolineare le modalità di azione e la frequenza di questi atti in un arco di tempo molto breve, dall’inizio dell’anno ad oggi.

A questi atti ci sono sempre state risposte antifasciste articolate in maniera diversa a seconda del particolare contesto politico dei luoghi dove si sono realizzate.

 

Le aggressioni fasciste, in alcuni casi portate avanti da persone note e riconoscibili anche con l’uso di coltelli e spranghe in pieno giorno, non vengono di fatto perseguite.

Le Questure e i media lavorano affinché si crei sempre una generica e confusa situazione di “rissa tra opposti estremismi”, dando spazio alle versioni dell’ufficio stampa di Casapound le cui voci nazionali sono Iannone (presidente), Antonini e Di Stefano (vice-presidenti) ai quali si sommano i camerati ai vertici delle sezioni locali che spesso rilasciano dichiarazioni su fatti che li riguardano da vicino come se essi non ne fossero coinvolti.

 

Altra caratteristica saliente di Casapound, che è anche un segno di distinzione dal “fascismo classico” di Forza Nuova, è il continuo ammiccamento a personaggi che nulla hanno a che vedere con le idee e le pratiche portate avanti dai nostalgici di Mussolini: infatti, alle iniziative che esaltano idee e opere del Duce e ai dibattiti in cui celebrano personaggi come Craxi, Dell’Utri e Scilipoti, fanno da contraltare iniziative e affissioni di manifesti sul Che, Rino Gaetano, Peppino Impastato, Vittorio Arrigoni, Corto Maltese, Capitan Harlock.

Questo modo di agire politico “terzoposizionista” (“nè rossi, né neri” è uno dei loro slogan più gettonati) riprende la linea del “filosofo” di CP Gabriele Adinolfi, loro referente “culturale”, ed è usato per proporsi pubblicamente come un’associazione a fini sociali antagonista al sistema dei partiti e dei “poteri forti”.

La finta aria da ribelli di cui i camerati si ammantano e si vantano non esiste nella realtà dei fatti, in quanto le proposte politiche che portano avanti sul piano “sociale” sono tutte compatibili con il sistema attuale e non ne scalfiscono nulla.

Inoltre, candidandosi nelle liste di Berlusconi o nelle liste civiche legate al partito al governo risulta evidente che tutto il (finto) discorso “contro le banche, i baroni dell’università. la massoneria, la mafia, il Vaticano e i poteri forti” è uno specchietto per le allodole: Casapound e Blocco Studentesco sono sezioni partitiche ben coccolate da tutto quello che dicono di contestare.

In tutte le città e in tutti i contesti scolastici, universitari e di quartiere in cui esiste una presenza, anche minima, dei fascisti di Casapound si determinano tensioni, aggressioni e quindi repressione per chi cerca di opporsi al loro modus operandi.

A questo va aggiunto il processo, ormai in atto da decenni, di revisione storica in chiave nazionalistica che riscrivendo le tristi pagine passate del nostro Paese, omettendone molte e falsificando le restanti, viene fatto proprio dai fascisti delle varie organizzazioni.

È noto ormai come sfruttano, la “Giornata del Ricordo” in maniera propagandistica per sostenere l’operato infame, dittatoriale, guerrafondaio e coloniale del passato regime fascista.

Ai livelli istituzionali, fino ad arrivare al Presidente della Repubblica, questo processo viene invece attuato per ottenere consenso sulle missioni di guerra all’estero e per mantenere lo status quo, cioè la divisione tra sfruttati e sfruttatori, ovvero la pace sociale, in quanto l’unico denominatore comune deve essere il “siamo tutti italiani” col fine di ritrovarsi uniti contro “l’immigrato”, contro popoli di altri Paesi ma mai contro chi continua ad arricchirsi sulle spalle della collettività.

 


 

Lecce 3/1/12 studente antifascista aggredito da 4 militanti di Casapound.

Quattro militanti nostalgici hanno pedinato con un’ auto un giovane compagno antifascista e, appena raggiunto, lo hanno prima minacciato e poi aggredito inizialmente con una testata al naso e dopo colpendolo ripetutamente al volto, provocandogli una frattura alla mandibola sinistra. Il giovane è stato poi portato e ricoveto all’ospedale di Lecce.

Porto Sant’Elpidio, Fermo 5/1/12 Assalto fascista a prostitute e trans, dieci contusi nello scontro.

A Porto Sant’Elpidio (Fermo), da parte di quattro giovani anconetani al grido di “Viva il Duce!”. Avevano una tanica di gasolio ed estintori. Denunciati dai carabinieri che li hanno fermati subito dopo l’attacco lungo la Statale 16. Assalto fascista a prostitute e trans Paura, dieci contusi nello scontro

Il raid ha lasciato sul campo una decina di contusi, e poco dopo, grazie alla descrizione fornita dalle vittime, i quattro autori dell’assalto sono stati identificati e denunciati dai Carabinieri. A bordo della loro vettura avevano anche una tanica piena di urina, probabilmente destinata ad un successivo ‘lancio’. Si erano procurati gli estintori rubandoli da alcuni distributori di benzina della zona. Dovranno rispondere di questo furto, e di lesioni personali, getto pericoloso di cose e danneggiamento.

Ostia 10/1/12 aggrediti membri di PRC

E’ quanto rendono noto il capogruppo della Federazione della Sinistra alla regione Lazio, Ivano Peduzzi e il portavoce romano, Fabio Alberti. Alla vista degli esponenti del Prc, alcuni soggetti che stava assistendo alla cerimonia, riconosciuti dai presenti come esponenti di Casa Pound, si sono staccati dal gruppo e hanno aggredito verbalmente e fisicamente i ragazzi che si trovavano insieme ai militanti di Rifondazione. Questi ultimi dopo il danno, hanno subito anche la beffa, perché sono stati identificati dalle forze dell’ordine che hanno intimato loro di allontanarsi dal marciapiede.

Chieti 21/1/12 Aggredito militante di sinistra

Aggredito da sei persone nel centro storico di Chieti. È accaduto la notte tra il 21 e 22 gennaio a un militante teatino dell’area politica di sinistra, aggredito da sei militanti dell’estrema destra.

Tutti sono stati denunciati dalla Digos della Questura di Chieti alla Procura della Repubblica di Chieti e dei Minori dell’Aquila. Tra loro un minorenne. L’accusa è quella di lesioni, minacce, danneggiamento e violenza privata.

 

Roma 12/2/12 devastato circolo di Sel

Il circolo Sel di Villa Gordiani, a via Prenestina, è stato distrutto da un incendio doloso nella notte tra venerdì e sabato. Per protestare contro l’attentato (il terzo in pochi anni) è stato convocato per stamattina un presidio sul luogo. L’area del sesto municipio è stata in queste ultime settimane luogo di tensioni, legata alla commemorazione di Acca Larentia. A denunciare il fatto tre dirigenti del partito, il responsabile del circolo Celeste Buratti, il coordinatore municipale Daniele Leppe e il segretario dell’area metropolitana di Roma Giancarlo Torricelli.

 

Ostia, 24/2/12 aggrediti militanti di sinistra durante un attacchinaggio

Intorno all’una di notte in Piazza della Stazione Vecchia ad Ostia, davanti la sede del Tredicesimo Municipio, un gruppo di neofascisti armati con caschi e bastoni hanno teso un vero e proprio agguato ad alcuni attivisti del Teatro del Lido, del collettivo Officina e di Rifondazione Comunista intenti ad attaccare manifesti che pubblicizzavano il corteo previsto per il 25 Febbraio. Gli attivisti di sinistra sono stati aggrediti da una decina di estremisti di destra armati di spranghe e bastoni e con i caschi in testa. L’aggressione è durata per alcuni minuti, fino a quando non sono arrivate alcune volanti della Polizia. Tre occupanti del Teatro del Lido, hanno dovuto far ricorso alle cure mediche, avendo riportato ferite in testa e qualche frattura a dita e braccia: per uno di loro la prognosi è di 30 giorni, mentre per gli altri due di 15. Le forze di Polizia hanno deciso di portare in commissariato non solo gli aggressori, ma anche gli aggrediti. Ventidue persone in totale accusate di ‘rissa aggravata’.

 

Roma 10/3/12 pestaggio fascista al Istituto Righi.

Poco prima dell’ora di ingresso a scuola i ragazzi del collettivo del Righi hanno srotolato uno striscione per coinvolgere gli studenti ad andare insieme al corteo della FIOM. Ma appena esposto lo striscione, circa 15-20 militanti dell’organizzazione neofascista “Controtempo” hanno intimato di nasconderlo e hanno impedito un volantinaggio. Docenti e personale ATA hanno allontanato sia i neofascisti sia i ragazzi del collettivo interno all’istituto. Poco più in la i fascisti hanno iniziato a picchiare con calci pugni e cascate i ragazzi del collettivo, studenti che entravano semplicemente a scuola, docenti e personale ATA. Il bilancio della mattinata è di 3 ragazzi ricoverati al Pronto Soccorso due di questi in codice giallo.
Roma, Casal Bertone 23/3/12, battaglia in strada, tra militanti del centro sociale Magazzini Popolari e Casa Pound.
Lancio di sassi, cassonetti rovesciati e fumogeni accesi. Tutto è iniziato dopo che Simone, attivista del centro sociale, di 30 anni, ha denunciato un’aggressione avvenuta intorno alle 12 ai danni suoi e di un suo amico. Simone: “Eravamo davanti all’ingresso dei magazzini popolari di Casal Bertone quando sono arrivati in dieci, con i caschi in testa e i bastoni in mano, e hanno iniziato a colpirci. Due li ho riconosciuti perché sono della zona: appartengono a CasaPound”. Poco dopo l’aggressione è nato un presidio all’esterno dei Magazzini Popolari formato da antifascisti e residenti del quartiere. In poco tempo davanti ai Magazzini Popolari si sono raggruppati diverse persone. Poco più avanti, in via Malabarba si era formato un altro capannello di persone: quelli del Circolo Futurista (Casa Pound). Poco dopo le 17 i due gruppi vengono a contatto, fitto lancio di sassi, fumogeni e bombe carta. All’arrivo della polizia in assetto antisommossa le fazioni vengono separate con l’uso anche di lacrimogeni.

Le notizie sono state prese da:

ecn.org/antifa

repubblica.it

lespresso.it

quotidiani locali

 

LA DESTRA IN CITTA’ E LA SUA CULTURA DI RIFERIMENTO.

La galassia della destra cittadina si presenta sotto forme differenti ed intrecci robusti, anche se poco conosciuti o volutamente non considerati.

Il piano in cui si svolgono gli intrecci è quello culturale: per percorrerlo inevitabilmente si deve fare riferimento anche a persone precise che esprimono certi contenuti ed il motivo per cui vengono citate è unicamente volto a delineare alcuni confini che caratterizzano un’area politica.

Partiamo dalla istituzione culturale che gode di maggiore considerazione in città, considerando il numero di convegni patrocinati dal Comune di Modena: l’associazione culturale Terra e Identità.

E’ una associazione che tratta temi molto vasti tutti caratterizzati dalla demistificazione del risorgimento come evento portatore di progresso. Questo leitmotiv della sua azione culturale pare aver trovato terreno fertile anche all’interno della amministrazione cittadina, visto che a Modena sono diversi anni che si celebra la “settimana estense”, che è difficile coniugare con la cultura del potere proletario cui un tempo facevano riferimento i partiti della maggioranza cittadina.

E’ un luogo in cui si incrociano componenti legate al cattolicesimo oltranzista, con componenti legate alla destra estrema, come vedremo tra poco. Tuttavia è un organismo che organizza eventi cui partecipano anche esponenti dell’istituto storico della resistenza di Modena, piuttosto che professori universitari notoriamente di sinistra.

La caratteristica di questo contenitore, è quella di essere attraversato in modo significativo da esponenti chiaramente orientati a destra come gli appartenenti alla associazione Pensieri in Azione con la quale Terra e Identità si ritrova a co-organizzare eventi.

Per far capire cosa intendiamo per persone chiaramente legate alla cultura di destra, citiamo un collaboratore molto attivo di Terra e Identità, cioè Luca Tadolini.

Lo citiamo perché è una persona riconosciuta come interlocutore anche dal presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Modena Silingardi che ha dibattuto con lui, così è riportato sul sito di Terra e Identità, sulla “Funzione della storia vista dai vinti” all’interno della quale Tadolini è presente come esponente dell’Istituto Storico della RSI di cui pare esistere anche una articolazione locale, almeno secondo il sito modenavistadadestra.

Non è un caso che il 27 febbraio in occasione delle Festa partigiana per la Battaglia di Fabbrico un suo gruppo di riferimento, il Centro Studi Italia, insieme agli appartenenti dell’Unione Combattenti della Repubblica Sociale Italiana si sia recato presso Villa Taparelli Feretti a Fabbrico, per rendere omaggio ai Caduti. Ai caduti della RSI che collaboravano con i nazisti, naturalmente. Però il tutto “nello spirito della Riconciliazione Nazionale”, come afferma in un suo articolo.

Poi sul sito di Andrea Carancini, al quale Tadolini invia un suo articolo, si trovano collegamenti all’arresto dell’amico Gunter Dekert, reo di aver partecipato ad una presentazione dell’edizione tedesca di un libro di Mattogno, definito in quel sito un revisionista italiano sulla questione del genocidio ebraico da parte nazista.

Sono solo amici di amici?

Tuttavia è la galassia Eurasia, della quale Pensieri in Azione è l’articolazione territoriale, che rappresenta un modello di lavoro di notevole successo.

Esponenti di Pensieri in Azione e di Terra e Identità sono parte organica della struttura della circoscrizione quartiere centro storico, specie nelle articolazioni culturali.

E promuovono, guardacaso, la presenza a Modena di una galassia culturale che si identifica nel pensiero della destra nazionale ed internazionale: nel 2009 portano Alain De Benoist, che viene pubblicizzato su di un sito come novopress italia che pubblicizza Radio Bandiera Nera, la radio di Casa Pound Italia, Alessandra Colla, esponente della cultura della destra italiana, presentata il 31 dicembre scorso da un pubblicista di un quotidiano locale .

A questi incontri partecipano frequentemente tutti gli appartenenti alla destra modenese, istituzionale e non.

E’ in questo brodo di cultura che ci pare si strutturino i rapporti di contiguità tra estrema destra e destra istituzionale.

Ricordiamo la presenza come relatore di Michele Barcaiuolo alla prima apparizione di Casapound a Modena, la difesa di Giovanardi dell’iniziativa di Fiamma Tricolore del 28 ottobre di commemorazione della marcia su Roma, solo per citare le due esperienze più eclatanti.

Tuttavia le vicende relative alla estrema destra modenese sono da inserirsi in un panorama nazionale molto preciso, nel quale tali formazioni giocano un ruolo.

E’ evidente che in una città colpita dalla crisi economica in un modo senza precedenti le organizzazioni di estrema destra possono giocare un ruolo di distruzione dei legami di solidarietà delle classi subalterne, sul quale puntano con decisione determinati ambienti della modena-bene.

Infatti la destra estrema, si presenta con una “nuova” strutturazione teorica di critica agli interessi bancari, che superficialmente sembra volersela prendere con i potenti: una di queste è la questione del signoraggio bancario.

Guardacaso ritroviamo Pensieri in Azione che nel febbraio di quest’anno ha promosso la presentazione di un libro sul tema.

Nella galassia della destra non c’è nessuno che non ne tratti: il Popolo delle Libertà, Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Casapound Italia, Lega Nord, La Destra.

Perché il signoraggio bancario attrae così tanto la destra estrema?

Perché permette di reintrodurre due concezioni care a questa galassia: il complotto ebraico e la validità della economia nazista.

Il complotto ebraico è cosa risaputa, che affonda su origini antiche, ma che, come sempre, individua in un gruppo di famiglie in particolare la responsabilità dei mali del mondo.

E’ una teoria buona per tutte le stagioni: è ottima per evitare di mettere in discussione seriamente le fondamenta strutturali del sistema capitalista, deviando i problemi sui “pochi cattivi” all’interno di un sistema che, governato diversamente, sarebbe una buona cosa. E’ un modo per deviare e dirottare

l’insoddisfazione delle classi subalterne su un capro espiatorio buono per tutte le stagioni, ma soprattutto ottimo per salvaguardare il sistema.

Oggidì esiste però un altro filone teorico che recupera direttamente l’economia dei Nazional-Socialisti come modello per uscire dalla crisi economica: è una teoria che nasce negli Stati Uniti grazie ad un avvocato di nome Ellen Brown.

La signora Brown fa parte di una corrente politica chiamata Greenbacker che non ha nessuna connessione storica con il nazismo. Nacque negli anni ’70 del 1800 negli USA ed era un partito a favore di una economia a decreto monetario puro, un sistema cartaceo controllato dal Congresso con una valuta non convertibile in oro o argento. In un suo libro del 2006 “The Web of Debt” fa riferimento alla scelta dei Nazionalsocialisti in base alla quale nel 1933 si opposero al cartello delle banche internazionali iniziando a stampare la propria moneta. La signora Brown sostiene che fu grazie a tale scelta che nell’arco di due anni il problema della disoccupazione era stato risolto e il paese si era rimesso in piedi.

Peccato che non si tenga conto che il militarismo e la politica di riarmo bellico fu uno dei pilastri fondamentali di quello che possiamo definire “keynesismo nazista”.

Tuttavia la finta aria da ribelli di cui i camerati si ammantano e si vantano non esiste nella realtà dei fatti, in quanto le proposte politiche che portano avanti sul piano “sociale” sono tutte compatibili con il sistema attuale e non ne scalfiscono nulla, perché anche in questo caso siamo di fronte ad una ipersoluzione, che però parte con le peggiori intenzioni cioè con una logica tutta interna al sistema vigente volta alla ricerca di un capro espiatorio, che proprio per questo in nessun modo intende porre le basi per una trasformazione reale del sistema di produzione corrente.

Concludiamo questa lunga e terza parte che, ha visto il Guernica affrontare il tema della legalità, tema tanto caro alla governance locale, ribadendo l’importanza di uno spazio sociale nella nostra città, per i suoi contenuti, modi di fare socialità e aggregazione, ogni qual volta portati alla ribalta dalla risposta che la città stessa ha dato alla presenza del Guernica, soprattutto se prendiamo ad esempio la vicina città di Sassuolo.

In quel di Sassuolo era presente il centro sociale Fassbinder, luogo che per anni è stato centro di aggregazione per la gente di Sassuolo con le sue attività politiche e culturali. Con la vittoria di un amministrazione di centro destra, lo spazio è stato sgomberato, con una forte repressione nei confronti dei suoi militanti. Questo sgombero però non è stato casuale: difatti eliminato un potenziale avversario, a Sassuolo anche attraverso la curva della squadra locale, hanno cominciato a proliferare formazioni neo fasciste fino ad ottenere una sede, ovviamente tacciata come centro culturale e luoghi per le loro iniziative in maniera molto agevolata. Ultimo episodio la conferenza di Forza Nuova dove anche attraverso foto molto eloquenti i neo fascisti hanno potuto mettere in piedi le loro iniziative protetti dalle forze dell’ordine, protezione ricambiata con l’aiuto da parte dei camerati alla polizia schierata pronta a contrastare le proteste degli antifascisti.

Di certo nonostante la forte repressione a Modena, si è retto il colpo e la sensazione che si sente nell’aria è che presto Modena avrà un nuovo spazio sociale, un NUOVO GUERNICA.

Redazione_InfoautModena

 

 

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Divise & Potere

Solidarietà a Giovanni Iozzoli

Il giorno 7 maggio 2024 il Tribunale di Modena ha condannato Giovanni Iozzoli, scrittore, delegato sindacale e redattore di “Carmilla online”, al pagamento di circa 20.000 euro (tra risarcimento e spese legali) a favore dell’azienda Italpizza, colosso dell’export agroalimentare emiliano.

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Divise & Potere

Modena: il carabiniere violento già indagato per la morte di Taissir Sakka

Uno dei due carabinieri ripresi nel violento arresto ai danni di Idrissa Diallo il 13 marzo a Largo Garibaldi a Modena è già indagato per la morte di Taissir Sakka avvenuta il 19 ottobre 2023 sempre a Modena

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Sfruttamento

L’anomalia giudiziaria modenese

Alla luce delle centinaia di imputazioni che nel giro di pochi anni hanno coinvolto militanti, lavoratori e lavoratrici nel modenese, pubblichiamo la segnalazione ricevuta di una iniziativa pubblica che si terrà sabato 25 novembre a Modena per richiamare l’attenzione sul livello repressivo a cui si è giunti in città.

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Divise & Potere

Strage nel carcere Modena: chiesta archiviazione per 120 agenti della polizia penitenziaria

La procura di Modena ha chiesto l’archiviazione per i 120 agenti della polizia penitenziaria che sono accusati di reato di tortura e lesioni personali aggravate in concorso in relazione al fatti avvenuti l’8 marzo del 2020.

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Sfruttamento

Le pesantissime condizioni di lavoro nell’industria delle carni a Modena

C’è un conflitto tra fornitori di manodopera che pagano i lavoratori a ore – come da contratti stipulati – e l’azienda con la quale i fornitori hanno accordi di produzione legati alla quantità di carne lavorata, di conseguenza l’aumento dell’intensità di lavorazione è giustificato per il raggiungimento di quel tot di produzione necessario a pagare i dipendenti.

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Culture

Spazi Sociali 2023 – Il giornale del Network Antagonista Torinese

Questo Primo Maggio come da tradizione è stato diffuso il volantone “Spazi Sociali”, il giornale del Network Antagonista Torinese. Al centro dell’edizione di quest’anno la questione della guerra e della crisi sociale, ma anche la libertà d’aborto e gli attacchi giudiziari ai movimenti sociali.

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Formazione

Torino: Break is Back! Ritorna l’aula Break al Campus

Prosegue la lotta contro la cronica assenza di spazi destinati alle esigenze studentesche all’interno del Campus Einaudi di Torino.

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Divise & Potere

Sorvegliare e punire, anche a sprezzo del ridicolo. Succede a Modena

Perché la digos spia due pensionati modenesi? La denuncia del Comitato Verità e Giustizia per i Morti di Sant’Anna

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Divise & Potere

Liberə Tuttə – Corteo anticarcerario a Modena 12/03

Domenica 12 Marzo – ore 14.00 | Piazzale Primo Maggio – MODENA

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Sfruttamento

Modena: sciopero provinciale Si Cobas per il maxi-processo Italpizza. In 66 alla sbarra

Il sindacato di base Si Cobas ha promosso per la giornata di ieri, lunedì 20 febbraio, a Modena, uno sciopero provinciale in occasione di una nuova udienza del maxi-processo Italpizza, che vede alla sbarra decine di operai, sindacalisti e solidali: 66 imputati per gli scioperi, vittoriosi, del 2018 e 2019 che costrinsero l’azienda a rinunciare […]