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Roma: cariche verso chi protesta contro la cancellazione del Reddito di Cittadinanza

Cariche ieri contro i disoccupati arrivati a Roma da Napoli per protestare contro la cancellazione del Reddito di Cittadinanza. All’arrivo del primo gruppo di manifestanti, in via 4 novembre, gli uomini della Questura di Roma hanno iniziato a spintonare e strattonare i disoccupati per sospingerli dietro le transenne posizionate in piazza S.Apostoli e approntate appositamente per recintare la piazza, chiudendo tutti i manifestanti in un quadrilatero blindato.

Di seguito il comunicato di Laboratorio Politico Iskra su quanto avvenuto ieri:

Stamattina presto ci siamo messi in pullman assieme a centinaia di disoccupati e disoccupate dei movimenti Movimento di Lotta – Disoccupati “7 Novembre” e Cantiere 167 Scampia per un incontro a Roma con i ministeri competenti al fine di definire una volta per tutte il completamento della vertenza che vede i due movimenti in piazza da quasi 10 anni di lotte quotidiane.

Alle porte dell’uscita dell’autostrada i 10 autobus che stavano portando i manifestanti a piazza S. Apostoli sono stati divisi in due tronconi col pretesto dei controlli di polizia.

All’arrivo del primo gruppo di manifestanti, in via 4 novembre, gli uomini della Questura di Roma hanno iniziato a spintonare e strattonare i disoccupati per sospingerli dietro le transenne posizionate in piazza S.Apostoli e approntate appositamente per recintare la piazza, chiudendo tutti i manifestanti in un quadrilatero blindato.

Dinanzi a tutto ciò ferma e decisa è stata la resistenza dei disoccupati e delle disoccupate e di tutti/i le/i solidali in piazza.

Mentre scriviamo la piazza è ancora piena e ultra-presidiata e l’incontro al ministero si sta svolgendo.

I disoccupati e le disoccupate anche per questo governo reazionario , guerrafondaio e filo patronale, sono un problema enorme: il fatto che proletari e proletarie provino ad uscire dalla marginalità sociale e si organizzino non solo per i propri bisogni materiali ma per combattere radicalmente questo sistema di sfruttamento, non fa dormire sonni tranquilli ai padroni e agli apparati statali e repressivi.

Questo governo ha dichiarato guerra a tutto campo e senza quartiere ai proletari, agli sfruttati e all’insieme delle classi subalterne: facciamo appello a tutti i lavoratori, precari, studenti e disoccupati a costruire un fronte di lotta unito, che si rafforzi nelle lotte di tutti i giorni e che veda nello sciopero generale nazionale del 20 ottobre e nella manifestazione contro la guerra e la corsa al riarmo del 21 ottobre a Ghedi un’occasione di ricomposizione di classe reale.

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