Roma: la periferia nell’Italia ingovernabile
Il M5S stravince a Ostia, ex roccaforte del Pdl, dove tocca il 31%, e poi in tutta la cintura periferica: Tiburtina (oltre il 26% al Senato, al 28 alla Camera), Prenestina (al 25% al Senato, al 27,43% alla Camera), Centocelle (al 29% al Senato, al 31,60% alla Camera), Cinecittà (27% al Senato, al 29,77% alla Camera), Magliana-Portuense (26% al Senato, 28,63% alla Camera), Aurelia (24% al Senato, 26,83% alla Camera).
Per quanto riguarda, invece, le elezioni politiche per la Camera (Lazio1), secondo i dati definitivi del Viminale l’affluenza a Roma città è stata pari al 77,50%. Alle politiche del 2008 era stata del 80,04%
Guardando i dati definitivi delle regionali, il Municipio di Roma dove si è votato di più è stato il II, Parioli, dove si è recato alle urne il 73,39% degli aventi diritto. Seguono il municipio IV, Fidene Salario, con il 73,07%; il XIII Ostia (72,44%); il municipio XVIII Aurelio con il 72,23%; il V Tiburtino con il 71,86%; il XVII Prati con il 71,64%. Il municipio dove si è votato di meno è il I, Centro Storico, dove si è recato alle urne il 63,33% degli elettori. Poco meglio hanno fatto il municipio XX Cassia-La Storta-Cesano con il 65,2%; il XIX Trionfale con il 66,32%; il XV Portuense con il 67,96%; il XI Garbatella con il 68%; il municipio VI con il 68,36%.
Ostia porta a casa un ulteriore record, con l’aumento degli elettori rispetto alle regionali del 2010 (+18,03%). Questo aumento è principalmente dovuto al voto di camera e senato, anche se si può ritenere un elemento non sottovalutabile, l’esplosione generazionale vissuta nelle scuole del territorio. Se così fosse la “gioventù lidense” ha espresso un malcontento generale delle famiglie di Ostia, che alle urne hanno trovato in Grillo la propria espressione.
Se assumiamo il voto di Grillo come un voto di protesta e lo sommiamo al popolo del non voto, possiamo dire che il 50% degli italiani è seriamente critico verso l’attuale assetto istituzionale. Questo dato in una periferia come Ostia può essere calcolato al 41,44%.
Questo vorrebbe dire, al di là degli assetti istituzionali della governance, una sostanziale sfiducia verso la classe politica e imprenditoriale che ha portato alla rovina tantissime famiglie. La questione generazionale è presente più che mai in questi dati e sarà difficile tenerla taciuta a lungo.
A Roma nelle periferie si inizia a vendere metà del pane. Gli scenari dei prossimi mesi potrebbero lasciarci molto più sbalorditi di quanto lo stiano facendo i primi dati elettorali. Non possiamo quindi che gioiere, a differenza di Repubblica, di un Italia e di una sua periferia sostanzialmente ingovernabile.
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