Roma: stop rastrellamenti! Mobilitiamoci contro il Giubileo della paura e della guerra ai poveri
L’operazione ha portato all’identificazione circa 200 uomini e donne, italian* e migranti, che da 3 anni vivono dignitosamente in uno spazio che hanno sottratto alla speculazione restituendolo a un territorio massacrato dal cemento, dagli sfratti e dagli interessi di un gruppo spregiudicato di affaristi al governo di questa città. Nessuna traccia dell’Isis dunque, ma donne e uomini in lotta per riprendersi un diritto negato, che hanno respinto un tentativo di sgombero nel 2012, e che continuano a battersi contro il Piano casa e l’infame art 5 con cui il governo Renzi nega le residenze.
Le ripetute operazioni di polizia con relative identificazioni di liberi abitanti di questa città, colpevoli solo di risiedere per necessità in centri di accoglienza o occupazioni abitative, o di frequentare moschee o di avere una fisionomia ai loro occhi “sospetta”, stanno superando la soglia di tolleranza. Anche le intimidazioni nei confronti degli studenti (e delle relative famiglie) impegnati nelle mobilitazioni e nelle iniziative di lotta contro la “buona scuola” di Renzi &Co. o l’esibizione muscolare nei pressi delle stazioni della metropolitana, con uomini in divisa e armati di tutto punto che minacciano chi non ha pagato il biglietto, non ci sembrano tanto strumenti di contrasto del terrorismo, piuttosto rappresentano un inasprimento della sorveglianza, del controllo, una vero e proprio tentativo di intimidazione ai danni degli gli uomini e delle donne di questa città.
La volontà di Renzi ed Alfano è non solo di giustificare le ingenti risorse sottratte al welfare e dirottate sulle forze di polizia, ma di costruire un clima di paura ed un blocco conservatore da consolidare per sperare di recuperare i consensi perduti nelle prossime elezioni di primavera. Ma ora stanno proprio esagerando.
Il Giubileo della Misericordia per i poveri, che sta per iniziare, ci appare sotto una luce ben diversa da come la racconta il pontefice. I dispositivi di monitoraggio e controllo si stanno accanendo proprio su quei soggetti che dovrebbero essere tutelati, invece vengono giudicati sospetti e messi sotto accusa solo per lo status economico o la provenienza geografica. Operazioni che vengono predisposte su base “etnica” e di censo, che con la strumentale giustificazione del terrorismo hanno l’obiettivo di attenuare se non cancellare ogni ipotesi di conflitto possibile, sia esso legato alla rivendicazione di diritti e dei bisogni primari, che alla possibilità di esprimere liberamente il proprio dissenso e le proprie idee, di reclamare e costruire una radicale opposizione alla guerra e ad un sistema di produzione e di vita, ogni giorno più ingiusto ed insostenibile.
Riteniamo necessario che tutto questo si debba fermare. Sia lo stillicidio di irruzioni e identificazioni, che lo stato di vigilanza poliziesca orientata contro il disagio sociale e le lotte piuttosto che a contrastare ipotetici attentati terroristici. Non è accettabile che di fronte ad un aggravarsi della crisi e in totale assenza di iniziative a sostegno dei poveri, l’unica presenza dello stato sia quella in divisa.
Ci hanno fatto vedere i muscoli in questi giorni e hanno chiesto di sospendere scioperi e manifestazioni, ma niente hanno prodotto in termini di risorse nella Legge di Stabilità in approvazione alla Camera verso un rafforzamento delle misure di welfare. Non è più nemmeno il tempo del bastone e della carota, è rimasto solo il bastone.
Per questo proponiamo di vederci venerdì 4 Dicembre nell’occupazione di viale delle Province 198 per costruire insieme una mobilitazione nei giorni in cui questa città verrà attraversata da un vertice europeo sulla sicurezza (11 e 12 dicembre). L’appuntamento per tutte e tutti è alle ore 18.
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