Sosteniamo Pier Paolo: vinciamo il ricorso e correggiamo i CCNL del pubblico impiego!
Il 12 aprile scorso è stato licenziato senza preavviso dall’Università di Torino il tecnico NoTav sospeso il 14 dicembre scorso. La RSU dell’Università ha indetto una raccolta fondi per sostenere le spese legali del collega (vedi più in basso).
Oltre ai comunicati dei sindacati di base e dell’FLC riconquistiamotutto Torino, si susseguono le prese di posizione di diverse RSU (Politecnico di Torino, e delle Università di Torino, Milano, Padova e Siena che riportiamo in calce) che hanno il merito di centrare l’obiettivo politico della campagna: la correzione dell’articolo 13 del CCNL
I passati e venturi sindacati firmatari sapranno cogliere l’invito dei lavoratori e delle lavoratrici?
Per aggiornamenti: facebook.com/iostoconpierpa/
La raccolta fondi:
La RSU dell’Università di Torino ha aperto una raccolta fondi per sostenere le spese legali del nostro collega Pier Paolo Pittavino. Oltre ai costi per il ricorso davanti al giudice del lavoro, si è resa necessaria la consulenza di un giurista indipendente da contrapporre al parere negativo espresso dai due docenti del Dipartimento di Giurisprudenza.
Per contribuire puoi farlo tramite:
(Carta prepagata Banco BPM intestata a: Stefano Vannicelli)
Di seguito i comunicati delle RSU:
Mozione dell’assemblea del personale
Al Rettore
Alla Direttrice Generale
Ai componenti del Senato Accademico
Ai componenti del Consiglio di Amministrazione
L’assemblea del personale dell’università di Torino, riunita mercoledì 22 maggio dalle ore 11 alle 13 nell’aula magna del Rettorato ha votato all’unanimità il seguente Ordine del Giorno:
Con provvedimento del 12 aprile 2019 il collega Pier Paolo Pittavino è stato licenziato senza preavviso. Cioè prima ancora che fino a prova contraria venga considerato colpevole dalla giustizia. Il collega è stato condannato in 1° grado in relazione a un’iniziativa No Tav (una condanna non definitiva contro cui ha già presentato ricorso in Appello).
Oltre a esprimere la propria vicinanza a Pier Paolo l’assemblea chiede agli Organi dell’Ateneo di ritirare il provvedimento di licenziamento nei confronti del collega Pittavino.
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Il licenziamento di Pier Paolo è avvenuto sulla base di quanto previsto dall’art. 13, comma 9, punto 2, lettera e) inserito nel CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) 2016/2018. In sostanza questo articolo, richiamando una disposizione della cd legge Severino (d.lgs. 31/12/212, n. 235) sulla “Incandidabilità alle cariche elettive regionali”, la trasforma in licenziamento senza preavviso per ”condanna, anche non passata in giudicato”.
Sinceramente l’introduzione nel CCNL di un articolo in cui viene previsto il licenziamento prima che la sentenza diventi definitiva per i lavoratori e le lavoratrici del comparto Istruzione e Ricerca, così come per gli altri comparti, ci sembra esageratamente severo.
A queste considerazioni generali dobbiamo aggiungere l’esperienza concreta vissuta nel nostro Ateneo. Esperienza che rappresenta un gravissimo precedente per tutti i lavoratori. Tale articolo infatti è stato interpretato a dismisura e applicato fino a ricomprendere un reato diverso da quello espressamente previsto dalla Severino per reati di particolare gravità e allarme sociale (mafia, traffico di droga, armi e esplosivi), che il legislatore ha ritenuto incompatibili con la possibilità di accedere ad alcune cariche elettive. Poi, come ormai accade sempre più spesso nelle nostre amministrazioni, viene scelta l’interpretazione più severa e sfavorevole al dipendente.
Infatti, il nostro collega per il reato indicato dalla Severino (“la fabbricazione, l’importazione, l’esportazione, la vendita o cessione, nonché, nei casi in cui sia inflitta la pena della reclusione non inferiore ad un anno, il porto, il trasporto e la detenzione di armi, munizioni o materie esplodenti”) è stato assolto dal Tribunale con la formula perché il fatto non sussiste. È stato invece condannato, tra l’altro, per esplosione di ordigni o materie esplodenti (si trattava di petardi!).
L’Amministrazione ha chiesto al Dipartimento di Giurisprudenza dell’ateneo un parere sulle argomentazioni difensive prodotte dall’avvocato del collega. Il Direttore del Dipartimento ha coinvolto esclusivamente due docenti penalisti (una ordinario e un associato) i quali hanno confermato l’interpretazione iniziale degli uffici, cioè che anche se il reato per il quale è stato condannato il lavoratore non è quello previsto dalla Severino, e di riflesso dal CCNL, vada comunque applicata la sanzione del licenziamento. Non ci addentriamo nelle disquisizioni contenute nella relazione dei due docenti. Tipo: il reato per cui è stato condannato il collega (esplosione di ordigni o materie esplodenti, che prevede una pena da 1 a 8 anni), è vero che non è incluso nella Severino, ma “La esplosione presuppone – nel naturalistico – il porto e la detenzione” (inclusa nella Severino) e che invece prevede da 2 a 10 anni di reclusione. Cioè un reato minore ne includerebbe uno più grave!
Quello su cui tutti dobbiamo riflettere è una norma (l’art. 13, comma 9, punto 2, lettera e) inserito nel CCNL 2016/2018) che così come scritta e così come nei fatti è stata applicata lede diritti costituzionali dei lavoratori e presta il fianco ad interpretazioni assolutamente arbitrarie.
Per questo abbiamo inviato un appello a tutte le OO.SS. affinché nel prossimo rinnovo contrattuale sia cancellata questa normativa. Su questo chiederemo alle RSU degli altri atenei un sostegno per questa campagna di civiltà giuridica.
Le lavoratrici e i lavoratori e dell’Università di Torino riuniti in assemblea sindacale
Torino, 22 maggio 2019
COMUNICATO DI SOLIDARIETÀ
SI È INNOCENTI SINO A PROVA CONTRARIA
L’RSU e i rappresentanti del Personale Tecnico, Amministrativo e Bibliotecario in Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano ritengono che quanto accaduto al collega dell’Università degli Studi di Torino, licenziato sulla base di un pronunciamento giudiziario di primo grado e per fatti che nulla hanno a che fare con la sua vita lavorativa, sia un grave atto repressivo e intimidatorio per tutti i lavoratori di questo e di altri comparti.
Ricordando che si è innocenti sino a prova contraria, chiediamo ai colleghi, ai rappresentanti del personale T.A.B. a vari livelli e alle R.S.U. di tutti gli atenei di esprimersi in difesa del diritto di espressione e di manifestazione e di sostenere il principio di presunzione di non colpevolezza sino all’ultimo grado di giudizio.
Rappresentanze Sindacali Unitarie
Università degli Studi di Milano
e Rappresentanti del Personale Tecnico, Amministrativo e Bibliotecario
in Senato Accademico
PIER PAOLO DEVE TORNARE A LAVORARE
Perché:
LA COSTITUZIONE ITALIANA DICE:
Art. 3 –: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge.
Art. 27 –: L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Abbiamo citato questi articoli della costituzione perché consideriamo perlomeno fuori luogo l’art.13 dei contratti nazionali del Pubblico Impiego che prevede la possibilità (citando la Legge Severino) di licenziare senza preavviso un Lavoratore condannato a più di un anno di reclusione in qualunque grado di giudizio per reati anche se svolti al di fuori del ambito lavorativo.
Questo articolo del CCNL, di cui chiediamo il superamento nel prossimo rinnovo contrattuale, è stato applicato per la prima volta in Italia dall’Università di Torino, che ha zelantemente licenziato il Collega Pier Paolo Pittavino, condannato in primo grado per scontri avvenuti nel 2015 in una manifestazione NO TAV.
In attesa di una sentenza definitiva, in risposta al ricorso in appello, chiediamo ai firmatari del CCNL di abrogarne o adeguarne l’art.13 comma 9, ma soprattutto auspichiamo l’immediato annullamento del licenziamento del collega Pier Paolo Pittavino come strumento di auto-tutela dell’Università di Torino.
Riteniamo già eccessiva la sospensione dal lavoro affibbiata a Pier Paolo in attesa della sentenza di primo grado, ma consideriamo inaccettabile il licenziamento senza preavviso avvenuto immediatamente dopo la sentenza di primo grado, licenziamento accompagnato dalla disabilitazione all’accesso al sistema informatico dell’Ateneo.
Va anche considerato che un lavoratore pubblico a tempo indeterminato licenziato non ha diritto alla NASPI (Indennità di disoccupazione) grazie a riforme previdenziali e del Pubblico Impiego discriminatorie.
Per queste motivazioni offriamo a Pier Paolo tutta la nostra solidarietà e ribadiamo l’auspicio che il Rettore dell’Unito Prof. Gianmaria Aiani e i candidati alla sua successione si impegnino per far ritirare il licenziamento di Pier Paolo Pittavino in nome del buon senso e del rispetto della Persona, evitando interpretazioni peggiorative di un CCNL fatto per punire i Lavoratori Pubblici in nome di false meritocrazie.
Torino 21.05.2019.
RSU Politecnico di Torino
C.so Duca degli Abruzzi, 24 – TORINO
PIER PAOLO DEVE TORNARE A LAVORARE
La RSU dell’Università di Padova esprime solidarietà al collega Pier Paolo Pittavino per l’ingiusto licenziamento subito.Non entriamo nel merito dei motivi per cui è stato condannato, certo è che ogni cittadino deve poter beneficiare del principio costituzionale di presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, pertanto riteniamo che il disposto contrattuale inserito nell’ultimo CCNL sia altamente lesivo dei diritti dei lavoratori e deve essere al più presto abrogato. Ci associamo alla richiesta di reintegro in servizio del lavoratore.
il Portavoce della RSU – Università di Padova
La RSU dell’Università di Siena si associa a quanto espresso dalla RSU dell’Università di Padova
sia in merito alla solidarietà e alla richiesta del reintegro del collega Paolo Pittavino che nella
richiesta della abrogazione del disposto contrattuale inserito nell’ultimo CCNL.
il portavoce/presidente della RSU-Siena
da notav.info
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