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Stadio della Roma: partiti corrotti, sulla città decidono i palazzinari

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Roma – Terremoto giudiziario sul comune di Roma, sulla Regione Lazio e sulla famiglia Parnasi. Mazzette e corruzione intorno allo Stadio della Roma. Tutti i partiti sono coinvolti nell’inchiesta.

Una città preda dei palazzinari. Comune e Regione ricevono mazzette per regalare alla famiglia Parnasi profitti per 800 milioni. L’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, che ha contribuito anche all’inchiesta Mafia Capitale, ha portato all’arresto di Luca Parnasi, importante imprenditore della città e a 5 suoi collaboratori. Misure cautelari per Palozzi (Forza Italia), Civita (Partito Democratico) e Lanzaloni (Presidente di Acea). Nel complesso gli indagati sono 16. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, traffico di influenze, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione, finanziamento illecito ai partiti. Le indagini sono partite dall’arresto, sempre per corruzione, di Raffaele Marra (ex braccio destro della sindaca Raggi) e dell’imprenditore Scarpellini alla fine del 2016. Nel periodo in cui Lanzaloni fu chiamato a Roma dal Movimento Cinque Stelle. Il ruolo del pool di magistrati protagonisti delle inchieste romane è tutto ancora da capire dopo il flop dell’accusa di associazione mafiosa nell’inchiesta di due anni fa ora si sono limitati all’accusa di associazione a delinquere.

STADIO DELLA ROMA

Progetto che prevede una gigantesca colata di cemento su Tor di Valle. I terreni di Tor di Valle sono di proprietà della Famiglia Parnasi. Da anni Parnasi assieme alla società di calcio Roma spingono sul comune per cambiare la destinazione d’uso dei terreni. Lo stadio riguarderebbe solo uno spicchio della gigantesca speculazione edilizia richiesta. Pallotta, il presidente della Roma diventerebbe proprietario dello stadio, subaffittandolo alla società calcistica. 
Il resto delle cubature vengono utilizzate per un Business Park, con negozi e centri commerciali, e per una zona residenziale. E’ questo il regalo per la famiglia Parnasi. Il giochetto dei palazzinari romani è sempre lo stesso. Comprare terreni a basso costo, trattare con le istituzioni per modificarne la destinazione d’uso, edificare palazzi, centri commerciali e mostri di cemento, aumentare vertigionasamente il valore delle proprietà, vendere e incassare enormi profitti. 
Le trattative con le istituzioni passano da grosse unzioni di funzionari e politici. Oscure gare d’appalto e cambi dei piani regolatori in cambio di mazzette. Le amministrazioni degli enti locali sono da sempre subalterne agli interessi dei privati.
In questo ‘gioco’ lo Stadio rappresenta semplicemente un pretesto, sul quale costruire consenso e giustificare il regalo di così tanti metri cubi edificabili.
Le spese per pubblica utilità sono di circa 120 milioni (diminuite nell’ultimo progetto) e rigurdano i collegamenti logistici (strade, metro, treni, ponti). Una compensazione ridicola (e che è anche difficile chiamare compensazione) rispetto ad un affare di oltre 1,5 miliardi, che in ogni caso sarebbero necessarie per questo progetto. Case e centri commerciali senza strade e mezzi che li collegano alla città non hanno valore di mercato. 

FAMIGLIA PARNASI

Luca Parnasi è uno dei più importanti palazzinari di Roma.  Famiglia da sempre legata al Partito Democratico, che ha ricevuto negli anni grossi finanziamenti per le campagne elettorali. Non che il colore politico abbia mai fermato il gruppo per corrompere schieramenti differenti. Questa inchiesta giudiziaria sembra confermarlo. Dalle intercettazioni emergono queste affermazioni:
“Spenderò qualche soldo sulle elezioni. Che poi con Gianluca vedremo come vanno girati ufficialmente con i partiti politici eccetera… 
Anche questo è importante perché in questo momento noi ci giochiamo una fetta di credibilità per il futuro ed è un investimento che io devo fare.
Un investimento molto moderato rispetto a quanto facevo in passato quando ho speso cifre che manco te racconto.
Io c’ho una lista di tutti i partiti politici, dieci soggetti. Io non voglio essere presente, la cosa la faccio fa’ a mamma. Poi vediamo come fa con i pagamenti.”

Le società dei Parnasi negli ultimi anni sono finite in bancarotta. Circa 700 milioni di euro i cui creditori principali sono Unicredit e MontePaschi di Siena. Quest’ultima ha avuto un crollo bancario che ha portato ad un salvataggio a fine 2016 con un finanziamento pubblico. Ovviamente l’allora governo Renzi-Gentiloni (era nella fase di transizione) si era ben guardato da rivelare gli insolventi della ‘banca rossa’. Parnasi era uno di quelli.
La costruzione dello Stadio della Roma rappresenta quindi una grande occasione per rimettere a posto i conti. Un affare che mette d’accordo tutti. I profitti previsti ammontano tra i 500 e gli 800 milioni.
Non sufficentemente soddisfatto di questa gigantesca speculazione, Parnasi aveva provato ad esportare questo modello anche su Milano. Un casa per l’assessore Maran che però ha rifiutato.

PARTITI

In questa inchiesta è coinvolto Michele Civita, consigliere regionale del PD ed assessore nella scorsa legislatura di Zingaretti. A lui è stato promessa l’assunzione del figlio in una delle società di Parnasi. 
L’ormai longeva relazione con il Partito Democratico non è sancita solo dalla costruzione dello Stadio della Roma. Già ai tempi di Zingaretti alla Provincia i rapporti erano ottimi. Il famoso progetto del Palazzo della Provincia altro non era che l’acquisto di una delle torri che Parnasi aveva costruito all’Eur. Per Zingaretti era un risparmio, un efficente sistema per accentrare tutte le sedi della Provincia. Dietro ballavano milioni di euro dei contribuenti e una misteriosa garanzia di alcuni lussuosi stabili di proprietà della provincia affidati a BNP Paribas. Il tutto sancito da una delibera firmata pochi giorni prima dall’estinzione definitiva della provincia di Roma e quindi dell’inutilità di un palazzo che la ospitasse.
Palozzi, vice-presidente del consiglio regionale e di Forza Italia, ha ricevuto una fattura di 25.000 euro. Anche Davide Borboni, capogruppo di Forza Italia al Campidoglio è indagato.
Lanzaloni è stato chiamato dalla sindaca Raggi, su consiglio di Grillo e Casaleggio, a seguito dell’arresto di Raffaele Marra per sbrogliare la brutta situazione lasciata dall’ex braccio destro della sindaca. Lanzaloni, arrivato dalla Livorno del sindaco Nogarin, diviene Presidente di Acea e mediatore ufficiale dell’operazione stadio. Lanzaloni è al centro di questa inchiesta giudiziaria, che è partita infatti proprio durante il suo insediamento. Parnasi ha promesso a Lanzaloni prestazioni professionali per oltre 100.000 euro. Tra gli indagati risulta anche Paolo Ferrara, capogruppo del Movimento Cinque Stelle nel consiglio comunale. Parnasi gli aveva promesso il restyling del lungomare di Ostia, da rinvedicare come operazione politica. Non solo dalle carte risultano finanziamenti anche alla campagna elettorale per le scorse regionali alla candidata 5s Roberta Lombardi.
Da tanto tempo la questione intorno allo Stadio era un problema nel Movimento Cinque Stelle. Poche settimane fa era stata espulsa una consigliera che aveva richiesto un parere su diversi questiti sull’opera di Tor di Valle. Il parere era stato secretato dalla Sindaca Raggi.
Nelle carte degli inquirenti spunta anche la Lega Nord. Parnasi avrebbe infatti finanziato la campagna elettorale della Lega a Milano alle elezioni comunali. Delle fatture retrodatate per 250.000 euro destinate a Radio Padania.

Sullo Stadio della Roma ci si chiedeva fin dal primo giorno come fosse possibile che un’amministrazione pubblica regalasse ai privati una speculazione del genere.
L’inchiesta fa affiorare quello che a Roma tutti sanno. Il settore edile ed immobiliare (per quanto in crisi) è un pezzo di economia che tiene in mano le amministrazioni comunali e regionali. Tutti i partiti sono coinvolti: Partito Democratico, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle. In particolare anche per quest’ultimo viene strappato via il velo di dubbio sull’onestà che veniva tanto declamata. 
 
Non poteva mancare la solidarietà di Salvini, che afferma di conoscere personalmente Parnasi. Per lui la colpa è dell’eccessiva burocrazia del sistema degli appalti.
I palazzinari sono costretti a delinquere per fare miliardi di euro di profitto. Poveri costruttori, la colpa è della burocrazia! Ma stiamo parlando di un ministro che ha detto a chiare lettere che non c’è nessuno scandalo a tagliare le tasse ai ricchi che esattamente vuol dire questo: elargire ancora risorse pubbliche agli imprenditori, come Parnasi che succhia il sangue a chi vive in questo paese a 5 euro all’ora. I 5 stelle sono d’accordo e il Pd si commenta da solo. Come dire è cambiato tutto per non cambiare niente.

 

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