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Terrasini: i cittadini assediano l’aula consiliare, il comune dice no alla discarica.

La stazione di trasferenza di rifiuti che dovrebbe sorgere in contrada Paterna è una piattaforma impiantistica su cui verranno riversati i rifiuti di tutto il circondario, conseguentemente destinati altrove alla lavorazione. Nonostante la piattaforma non sia predisposta al trattamento dei rifiuti, le operazioni di carico e scarico non impediranno certo il riversarsi di liquami e percolato che andrebbero ben presto ad in inquinare le falde acquifere e le vicine coste; l’impianto inoltre devasterebbe circa 8 chilometri di vigne e uliveti.

Ma il progetto non passa certo inosservato tra i cittadini che in questa settimana fino al consiglio comunale di ieri, hanno esercitato una pressione considerevole sull’amministrazione comunale affinchè esprimesse la sua contrarietà negando qualsiasi autorizzazione alla ditta (non è ben chiara la posizione dell’amministrazione regionale). Certo, definivamo la situazione surreale, visto che ieri il presidio dei cittadini si è svolto in maniera anomala, ma comunque efficace. Tra chi da sotto il comune esponeva striscioni di protesta e chi assediava l’aula consiliare di fronte a sindaco e consiglieri continuamente apostrofati e derisi più o meno velatamente da attacchi diretti (in egual modo a maggioranza e opposizione) e mormorii di insoddisfazione, la delibera comunale diventa effettivamente una vittoria ottenuta dai cittadini. Il timore è quello che dai vari comitati (Comitato Cala Rossa, Comitato Terrasini e Cinisi per l’ambiente) nati in questi mesi da piccole battaglie ambientali contro la devastazione della costa e i problemi legati alla raccolta dei rifiuti che sommergevano la cittadina, e in cui le ingerenze di mediazione partitiche e sindacali hanno finora avuto poco spazio, possa nascere un movimento popolare. Possibilità questa molto concreta, e che di certo non può far comodo a delle amministrazioni che seppur locali, vivono in pieno (come dimostrato ieri dal clima in cui si è svolto il consiglio) quella crisi di rappresentanza che attraversa la politica italiana.

Forse la regione dovrà trovare quindi un altro stratagemma per tamponare il problema rifiuti nella zona occidentale dell’isola (la discarica di Bello Lampo, Palermo, è ormai stracolma e la progettazione di un’altra fossa non sembra al momento realizzabile) e per concedere qualche milionario appalto a qualche illustre lobby del cemento. E la differenziata? Gli introiti per amministrazioni e privati sarebbero poco redditizzi, non può quindi essere presa in considerazione, se non, come ben sappiamo, con rivendicazioni e lotte dal basso.

 

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