Torino, 1 maggio di lotta: il PD, contestato, sfila tra fischi e polizia
Dalle 9 centinaia di persone tra studenti, giovani, lavoratori e precari hanno iniziato a radunarsi dietro lo striscione che recitava “La Torino che lotta non ha paura: contro grandi opere e mega eventi”. Poco più avanti uno sguarnito spezzone del Partito Democratico, che nei giorni scorsi lanciava patetici appelli dalle pagine dei quotidiani locali e, memore delle sonore contestazioni ricevute negli ultimi anni, chiedeva ai sindacati di proteggerli durante il corteo del 1 maggio. Ricevuto il rifiuto persino dei sindacati, com’era prevedibile il PD si è ritrovato ancora una volta a sfilare protetto dagli unici ancora disposti a difendere la loro vergognosa presenza in quella piazza: i caschi e gli scudi della polizia.
Fin dalla mattina, infatti, gli esponenti del Partito Democratico locale si sono posizionati all’interno del corteo ben protetti da decine e decine di celerini, riproponendo l’indegno spettacolo già andato in scena negli ultimi anni. Spiccava, tra le altre, l’assenza del sindaco Piero Fassino, che all’ultimo ha addotto “altri impegni” e ha scansato l’ennesima figuraccia pubblica.
La massiccia presenza della polizia non ha però impedito le contestazioni: già all’altezza di via Po, infatti, lo spezzone sociale ha raggiunto lo sparuto gruppo di piddini, dando vita a una dura contestazione con fischi e cori di “vergogna”, mentre i celerini nervosi si muovevano in maniera scomposta all’interno del corteo cercando di tenere il PD e le sue bandiere al riparo della protesta. Molte le persone che lungo il percorso sono andate a ingrossare le file dello spezzone sociale (che contava a quel punto più di un migliaio di manifestanti), così come quelle che ne hanno applaudito il passaggio unendosi al coro di “Via, via, PD e polizia!”.
La pioggia di fischi si è protratta fino a piazza San Carlo, punto di arrivo della manifestazione. Qui lo spezzone sociale si è conquistato metro per metro l’ingresso in piazza, con la polizia che è indietreggiata lasciando finalmente il corteo. Poco dopo moltissime persone si sono dirette verso i bus per raggiungere l’appuntamento No Expo di Milano.
La giornata di oggi ha confermato anche quest’anno che a Torino c’è una parte di città che non si rassegna a una silenziosa sfilata, nè a tollerare nella stessa piazza la presenza del Partito Democratico, responsabile della disastrosa amministrazione cittadina degli ultimi 5 anni così come delle politiche di impoverimento, devastazione dei territori e precarizzazione a livello nazionale. Il colpo d’occhio rivelava ancora una volta il contrasto tra uno spezzone sociale composito, determinato e partecipato composto da chi lotta ogni giorno e il desolante spettacolo del Partito Democratico costretto invece a sfilare a testa bassa tra i fischi e i cordoni della celere.
Le valutazioni con Dana del centro sociale Askatasuna di Torino (da Radio Blackout):
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Le immagini dell’ingresso dello spezzone sociale in piazza San Carlo:
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