Torino, cariche contro picchetto antisfratto. A Roma occupata sede Anci
ore 16.15: una giornata concitata quella di oggi dove le informazioni cambiano in breve tempo perchè la questura non sa bene come comportarsi di fronte alla crescita dei picchetti antisfratto e dove l’immediata risposta che i vari collettivi per il diritto all’abitare potrebbero mettere in campo suscita preoccupazione.
Rendiamo noto che la compagna che all’inizio sembrava in stato di arresto è stata “solo” denunciata per violenza e lesioni.
ore 15,30: Arrivano notizie più precise per quanto riguarda il fermo dei tre ragazzi e delle due ragazze. Sembra essere confermato l’arresto per una delle due giovani, uno dei ragazzi sarà rilasciato con una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale mentre un ragazzo di nazionalità spagnola sarà trasferito all’ufficio immigrazione pare per un’ulteriore identificazione. Gli altri due, invece, saranno semplicemente rilasciati a seguito dell’identificazione. Il bilancio conclusivo della mattinata di resistenza agli sfratti pare quindi essere di un arresto e due denunciati oltre a tutte le persone identificate prima in Via tirreno, poi in Via Grattoni.
ore 15: giunge conferma che i tre ragazzi e le due ragazze sono tutt’ora in stato di fermo presso la Questura di Via Grattoni e li stanno identificando attraverso foto e impronte digitali. Ancora non si hanno notizie rispetto ad un loro eventuale rilascio e/o conferma del fermo.
ore 14: cambio di programma da parte della questura: cinque ancora i fermati in stato di fermo (che si pensava venissero rilasciati), 3 ragazzi e 2 ragazze. Gli attivisti sono stati trasferiti dalla caserma di via Tirreno senza che sia stata comunicata la nuova destinazione agli avvocati. Attualmente non si capisce ancora come voglia procedere la questura, se proseguire con l’azione intimidatoria nei confronti dei giovani attivisti o decidere per ulteriori procedimenti. La cosa certa è che l’inizio dell’autunno, in cui le rivendicazioni sociali aumenteranno, preoccupa non poco la questura torinese.
ore 12: tutte le persone fermate sono state rilasciate senza denuncia ad eccezione di una ragazza che la Questura vuole denunciare per resistenza a pubblico ufficiale con l’accusa di aver colpito un celerino.
ore 11.30: a Roma sotto la sede dell’Anci in via dei Prefetti è arrivata la celere ma il presidio non demorde. Centinaia di sfrattati e di attivisti dei movimenti per il diritto all’abitare continuano a presidiare interno ed esterno dell’edificio esigendo risposte concrete sull’emergenza casa.
A Torino i compagni e le compagne fermati sono state trasferiti nella caserma di via Tirreno per essere identificati; si parla di 17 persone in stato di fermo.
Inizia l’autunno di lotta per il diritto all’abitare!
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Torino: con la ripresa dell’autunno la Questura ha rimesso in campo la strategia del concentrare diversi sfratti nel terzo martedì del mese (già sperimentata durante tutto lo scorso anno) con l’intento di disperdere e indebolire la resistenza e i picchetti.
Obiettivo mancato, ancora una volta: anche quest’oggi decine di persone hanno presidiato dalle prime ore del mattino gli ingressi di diverse abitazioni che erano sotto minaccia di sfratto in diverse parti della città.
Se in corso Agnelli la resistenza ha fatto ottenere un rinvio di un mese, in via Goito, nel quartiere popolare di San Salvario, lo sfratto di una famiglia è stato eseguito solo grazie all’ennesimo uso della forza: il quartiere era stato completamente militarizzato per permettere lo sfratto di 3 persone dalla propria abitazione ma lo schieramento di celerini non ha fatto desistere quanti erano presenti per resistere e difendere il diritto alla casa. Intorno alle 10 è partita una prima carica, seguita poco dopo da una seconda più grossa con la quale la polizia ha rincorso il presidio fin dentro la piazza del mercato di San Salvario. Diverse persone sono state fermate durante le cariche e sono attualmente in stato di fermo per essere identificate. Dopo le cariche il presidio si è ricompattato all’interno della piazza che ospita il mercato.
Nel frattempo a Roma i movimenti per il diritto all’abitare hanno occupato la sede dell’Anci (l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, esponendo uno striscione che punta il dito contro la situazione sempre più insostenibile del diritto all’abitare in tutta Italia, chiedendo il blocco immediato degli sfratti e rilanciando verso la giornata di mobilitazione nazionale del 19 ottobre.
Leggi il comunicato dello Sportello Casa San Salvario:
Con l’inizio di settembre ricominciano le procedure di sfratto nella città di Torino e quindi le resistenze dei vari sportelli per il diritto alla casa presenti in città prendono vita. Questa mattina presto il quartiere di San Salvario è stato invaso da camionette di polizia per eseguire una serie di sfratti nella zona. Sotto gli occhi increduli di passanti e abitanti del quartiere, l’ingente schieramento di polizia in assetto antisommossa ha cercato di eseguire alcuni sfratti. I punti interessati erano: via Berthollet, via Baretti e via Ormea. I picchetti antisfratto, composti da studenti, persone del quartiere e compagni degli altri sportelli presenti in città, sono riusciti ad ottenere per via Ormea un rinvio al 19 novembre mentre per quello in via Baretti è stato disposto il 610 (l’ormai noto, sfratto a sorpresa).
È andata diversamente la resistenza allo sfratto di via Berthollet caricato più volte dalla polizia. Alla carica è seguita una caccia all’uomo per le vie del quartiere da parte di polizia e carabinieri conclusosi con 17 fermi. Caricati sui blindati e portati in commissariato in via Tirreno, i 17 compagni sono stati identificati – rilasciati 12 compagni/e dopo ore di attesa – cinque, fra cui tre ragazzi e due ragazze invece sono stati trasferiti dal commissariato di via Tirreno alla questura di via Grattoni per essere schedati. Le denuncie per i cinque compagni/e vanno da resistenza e lesioni ad oltraggio a pubblico ufficiale
La questura, insieme alla complicità dell’amministrazione comunale, incapace di dare soluzioni politiche sociali all’emergenza abitativa, prova ad arginare le resistenze agli sfratti attraverso cariche e intimidazioni, riducendo il diritto all’abitare ad una mera questione di ordine pubblico.
Noi dello sportello casa di San Salvario rispondiamo alle provocazioni della polizia con la determinazione di sempre consci di avere dalla nostra parte tutte quelle famiglie e/o singoli che, consapevoli che la casa è un diritto che va difeso, decidono con noi di costruire percossi di resistenza allo sfratto.
La casa è un diritto, nostro dovere difenderlo.
Sportello Casa San Salvario
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