Torino, contro i licenziamenti sciopero a oltranza dei bibliotecari
La scusa accampata dalla cooperativa all’interno del breve fax con il quale la notizia è stata diffusa chiama in causa il mancato rinnovo dell’appalto, in scadenza alla fine di questo mese, ma i bibliocooperativisti replicano che l’Università di Torino ha prorogato la scadenza fino alla fine dell’anno già da alcune settimane, il che rende difficile supporre che Coop Culture non ne fosse a conoscenza al momento di annunciare i licenziamenti.
La vera ragione sta dunque in questioni di mero profitto: è la stessa cooperativa a dichiarare di non guadagnare più abbastanza dall’appalto con l’Università e di voler quindi investire altrove eliminando i campi meno fruttuosi. Una scelta inaccettabile e arrogante per i bibliocooperativisti che si troverebbero licenziati da un giorno all’altro e che ieri hanno quindi annunciato lo sciopero a tempo indeterminato fino a quando la decisione di Coop Culture non verrà revocata.
Questa mattina si sono dati appuntamenti di fronte alla sede della CUB di Corso Marconi per poi muoversi in corteo verso via S. Anselmo, dove ha sede la cooperativa; assieme a loro anche studenti e studentesse universitari, per i quali i licenziamenti sono altrettanto inaccettabili e hanno scelto dunque di affiancare la battaglia dei bibliocooperativisti: se il provvedimento di Coop Culture non sarà revocato, infatti, porterà alla chiusura di ben 15 biblioteche dell’ateneo torinese, il colpo di grazia finale ad una già cronica mancanza di spazi e servizi all’interno dell’università.
Di seguito il comunicato di ‘Palazzo Nuovo Calling’, il percorso di studenti e studentesse che lo scorso 19 aprile ha portato all’occupazione e alla riapertura autogestita di una delle biblioteche della sede delle facoltà umanistiche, chiusa mesi fa e lasciata vuota e inutilizzata.
CONTRO LA CHIUSURA DELLE BIBLIOTECHE DI UNITO!
La cooperativa Coop Culture ha annunciato il licenziamento di 33 lavoratori e lavoratrici delle biblioteche dell’Università di Torino.
Se non si troverà una soluzione sono a rischio chiusura le biblioteche di: Scienze letterarie, Filologia classica, Dams, Filosofia, Scienze dell’educazione, Lingue straniere, Orientalistica, Scienze religiose, Centrale lettere, Polo biologico, Centrale Medicina, Medicina polo San Luigi, Neuroscienze, Odontostomatologia e Antropologia.
Le ragioni della rinuncia alla prosecuzione dell’appalto non sono ancora chiare (anche se la cooperativa agita l’accusa di una mancata proroga da parte dell’ateneo), quel che è sotto gli occhi di tutti è che un altro grande tassello è stato aggiunto alle politiche di taglio e alla dismissione strutturale delle sedi e dei servizi dell’Università torinese. Delle politiche che già da tempo hanno reso Palazzo Nuovo una struttura fatiscente e in stato di abbandono, all’ombra di un Campus costosissimo e mal progettato, dalle aule non sufficientemente capienti. Delle politiche che non a caso hanno condotto un gruppo di studenti e studentesse a riprendersi non più di un mese fa la biblioteca Ruffini al terzo piano per autogestire uno spazio chiuso e in stato di abbandono da mesi e che oggi inducono i lavoratori e le lavoratrici della Coop Culture a dichiarare lo sciopero a oltranza contro i licenziamenti e le politiche dei tagli.
Come studenti e studentesse non possiamo rimanere impassibili di fronte al vergognoso smantellamento (ormai molto poco metaforico) del nostro ateneo, alla dismissione di servizi fondamentali alla prosecuzione dei nostri studi come le aule studio e le biblioteche (che peraltro rappresentano da tempo uno dei pochi spazi vivibili di una struttura fatiscente che assomiglia sempre più ad un distributore di lezioni). Scegliamo di sostenere lo sciopero a tempo indeterminato dei bibliocooperativisti che nella giornata di ieri annunciavano un presidio a oltranza nell’atrio di Palazzo Nuovo. Contro le politiche dei licenziamenti e dei tagli!
Stay tuned on Palazzo Nuovo Calling!
Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.