Torino, lo sciopero generale della Fiom
Lo sciopero generale torinese se da una parte ha fatto emergere (nuovamente) l’anonimato della piazza confederale della Cgil Cisl e Uil (unita si ma con quale percorso ricompositivo…?!) dall’altra ha visto la discesa in campo dei metalmeccanici della Fiom, che ha avuto il merito comunque di dichiarare otto ore di sciopero dal lavoro (al confronto delle quattro dei confederali) e di riportare per le strade diverse migliaia di persone, di lavoratori sindacalisti e ‘solidali’.
I lavoratori della Fiom hanno sfilato imbavagliati e con cartelli contro la Fiat di Marchionne, contro la manovra del governo Monti, ma anche contro il nuovo contratto nazionale che entrerà in vigore da gennaio negli stabilimenti del sergente Sergio. Lo striscione ‘Per la libertà del lavoro’ ha aperto il corteo, il che suggerisce comunque la cifra di una rappresentazione logorata, rituale e retorica (in senso lavorista) del sindacato metalmeccanico; da illusi aspettarsi altrimenti.
Accanto agli operai delle Carrozzerie di Mirafiori, dell’ex Bertone e dell’indotto, anche qualche esponente della già sinistra radicale, in cerca di un posto al sole nella ‘tempesta accondiscendente’ a sinistra dei tecnici per l’exit strategy italiana (…). Poi, a fondo corteo, i sindacati di base, Usb con buoni numeri ed i Cobas. Qualche bandiera No Tav ha colorato il corteo oltre gli stemmi sindacali.
Secondo la Fiom le percentuali di adesioni sono state alte in tutto il Piemonte. Ad Alessandria 60% all’Ilva, 70% alla Cerutti, a Novara 90% alla Meritor, 80% alla Sirti 80%, a Cuneo 80% all’Ilva di Racconigi, a Vercelli 80% alle Officine Meccaniche Cerutti, nel Vco 65% alla Lagostina, a Biella 70% alla Fiat. Che ne dica il Lingotto, che aveva già stillato comunicati stampa ed attivismo mediatico, la partecipazione al 12 dicembre di sciopero, per la Fiom, sono state buone.
A fine corteo, Usb e Cobas si sono staccati dalla manifestazione per raggiungere la stazione di Porta Nuova, per solidarizzare con gli 850 lavoratori licenziati della Wagon Lits. Occupati simbolicamente, per una decina di minuti, alcuni binari, soprattutto quello da cui era in partenza un Frecciarossa. Un’iniziativa sicuramente puntuale, per quanto ferma al simbolico, concernente la contestazione del baratro nel quale Trenitalia sta gettando decine e decine di famiglie in tutt’Italia.
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