
Tutte le domeniche del movimento

Fulvio Massarelli
su il Manifesto del 20/09/2011
Barcellona – L’appuntamento era per le 19 ma nonostante la pioggia  Piazza Catalunya, piazza centrale di Barcellona, era già gremita di  manifestanti da un pezzo. In molti avevano raggiunto il concentramento  in uno dei cortei organizzati dai quartieri della prima periferia, e tra  slogan e striscioni si erano fatti largo per le vie della grande città  spagnola, passando anche davanti alla sede della Borsa che il giorno  prima aveva ospitato la contestazione di un rumorosissimo sit in contro  le banche e la finanza. «Il pubblico non è privato!», lo slogan unitario  del corteo che verso le 20 inizia a muoversi per le ampie strade del  centro, e ad ingrossarsi passo dopo passo. «Saremo 10mila, ma che dico,  forse il doppio, forse il triplo!», mi dice entusiasta un ragazzo che  tiene in mano un cartellone distribuito dagli attivisti di democracia  real ya che invitano a scrivere un «twitt» di protesta dentro un disegno  che deturna la grafica dell’ormai famoso social network. 
Dal  camioncino al centro del corteo vengono scanditi numerosi slogan, ma una  vera ovazione si solleva quando al microfono si grida contro i tagli  alla sanità e per incoraggiare la lotta degli ospedalieri che insieme  agli indignati nelle scorse settimane hanno occupato numerosi ambulatori  di primo soccorso, i primi ad essere l’obiettivo delle forbici dei  tagli alla sanità pubblica promessi per l’autunno dal governo.
Ogni  domenica le piazze spagnole si riempiranno dei cortei del movimento  15-m, questa volta è stato il turno della sanità pubblica mentre la  prossima domenica la questione della casa sarà l’obiettivo della  mobilitazione. E c’è da credere che questo fitto calendario di cortei e  agitazione contro l’austerità e la crisi vada avanti almeno fino alle  ormai vicinissime elezioni che saranno accompagnate dallo slogan delle  piazze indignate: «Non ci rappresenta nessuno».
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