Uniti nella difesa della nostra terra, delle nostre comunità
Gli ultimi avvenimenti repressivi avvenuti in Val Susa ci danno la misura di come il potere, incapace di arrendersi di fronte alla forza della resistenza del popolo valsusino, metta in campo l’ennesimo ridicolo tentativo per bloccare questo movimento che non ha nessuna voglia di desistere.
Quello stesso potere che ha cercato di scippare la possibilità con i referendum, di avere una speranza di modificare il regime della casta Italiota, che ha visto l’energie migliori spendersi per un obbiettivo comune, e vincere!!
Nel mentre le piazze festaggiavano, l’arroganza del potere statale cercava la sua rivincita, 65 avvisi di garanzia, perquisizioni in casa dei compagni e nei centri sociali, più che essere una prova di forza, rappresenta la paura di chi sta perdendo, di chi vuole imporre sulla valle il proprio volere, non essendo riusciti a farlo in nessun altro modo.
Tutto l’arco istituzionale, stato, province, regioni ne comuni sono riusciti a piegare quella comunità resistente che, con rabbia e determinazione, ha ripreso il controllo sul proprio territorio e sul proprio destino.
L’esperienza della lotta No Tav è per noi un punto di riferimento politico, la determinazione con la quale la popolazione sta difendendo il proprio territorio con “degna rabbia”, è la stessa che caratterizza i movimenti in difesa del territorio e di tutti i beni comuni nella nostra terra.
La lotta No Tav non è, quindi, una semplice difesa territoriale, ma l’esempio stesso di una comunità ribelle che si riappropria della capacità di decidere su di sé e per sé, in antitesi alle decisioni prese dall’alto, in nome degli interessi economico-finanziari propri delle lobby affaristico-politche.
Per questi motivi la lotta No Tav è anche la nostra lotta: è la lotta contro la costruzione del ponte sullo stretto, contro la privatizzazione dei beni comuni, contro la gestione affaristica e mafiosa del ciclo dei rifiuti, che crea ripetutamente “emergenze” in tutto il mezzogiorno, contro l’aggressione capitalista del territorio.
Per questo reprimere la valle è come reprimere Terzigno, Chiaiano, Pianopoli e tutti quei comitati che, quotidianamente, si battono per la difesa del proprio territorio; è un tentativo di fermare non solo il movimento No Tav, ma tutte quelle realtà impegnate in lotte contro la devastazione e lo sfruttamento ambientale.
La Rete Difesa del Territorio “Franco Nisticò”, è nata sull’onda dello scandalo delle navi a perdere, da cui decine di realtà calabresi, comitati, associazioni, movimenti si sono impegnate nelle mille vertenze a difesa del territorio e dell’ambiente. Il sito di riferimento è: www.difendiamolacalabria.org, ma siamo anche su facebook…
Il vostro movimento parla al nostro territorio così come pure il nostro territorio vuole parlare al vostro movimento. Siamo già stati in Valle e invitiamo tutt* a farlo per dare solidarietà attiva… per difendere le sacrosante barricate.
RETE DIFESA DEL TERRITORIO FRANCO NISTICO’
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