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Campeggio studentesco No Tav: giorni di lotta, formazione e resistenza in Val di Susa

Si è concluso sabato al presidio di Venaus il campeggio studentesco che, per diversi giorni, ha visto la partecipazione di decine di studenti e studentesse provenienti da tutta Italia.

da notav.info

Un appuntamento che ha unito momenti di discussione e di socialità con azioni dirette sui territori militarizzati della valle, rafforzando ancora una volta il legame tra le nuove generazioni e la lotta trentennale del movimento No Tav.

Il campeggio si è aperto con una prima assemblea molto partecipata, che ha posto al centro il percorso verso l’8 novembre, data della mobilitazione nazionale a Roma lanciata durante l’assemblea dello scorso luglio al Festival Alta Felicità. Un momento fondamentale per intrecciare le lotte, a partire dalla contrarietà alla guerra e alle opere di devastazione ambientale.

Nei giorni successivi, studenti e studentesse hanno preso parte a formazioni sui temi del Tav e della resistenza popolare in Val di Susa, per poi muoversi collettivamente intorno ai cantieri. A Traduerivi i giovani No Tav hanno abbattuto le reti del cantiere TELT e costretto le forze dell’ordine ad arretrare e ripararsi tra i camion parcheggiati all’intero dell’autoporto di Susa. Nella stessa serata è stata aperta un’ulteriore breccia nei jersey di protezione, colpendo materiali destinati alla costruzione del nuovo “fortino della devastazione”.

Il campeggio è proseguito al presidio dei Mulini, con una passeggiata che ha visto un centinaio di ragazzi e ragazze aggirare i blocchi militari e occupare per ore la strada dell’Avanà. Una dimostrazione di tenacia e conoscenza del territorio che ha confermato come nessuna militarizzazione possa fermare chi è determinato a difendere la valle.

Nell’ultima giornata si è tenuta un’assemblea conclusiva sulle scuole, in cui sono stati raccolti e rilanciati i contributi emersi nei giorni precedenti. L’obiettivo comune: portare la dichiarazione di “guerra alla guerra” anche dentro i luoghi della formazione. In serata, i giovani si sono poi spostati ai cancelli del cantiere di Chiomonte per una battitura che si è trasformata in una lunga notte di resistenza: nonostante l’uso di idranti e di una massiccia quantità di lacrimogeni, metri di concertina sono stati divelti, riaffermando con forza la determinazione del movimento.

Il campeggio studentesco si chiude così lasciando in eredità un nuovo slancio: giornate di lotta e confronto che hanno contribuito a rafforzare il percorso verso le mobilitazioni autunnali e a ribadire che la Val di Susa non si arrende.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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