Appello in seguito all’aumento ed inasprimento delle misure contro gli internazionali da parte delle forze di occupazione israeliane
Con un’intervista ad un compagno dell’Ism in Palestina che fa il punto della situazione.
Ascolta l’intervista con Johnny:
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Nell’ultimo periodo le forze di occupazione israeliane hanno aumentato il numero degli arresti nei confronti di attivist@ internazionali, ed anche l’intensità delle pene. In meno di 15 giorni ci sono stati 7 arresti, tra cui un arrestato non ha ancora la possibilità di avere il suo passaporto (e quindi non può muoversi da Tel Aviv), due sono stati trattenuti per 24 ore senza una reale ragione. Gli ultimi due arrestati sono stati accusati di manifestazione non autorizzata (non era in corso alcuna manifestazione, stavano solo tornando da una pausa pranzo), ed è loro stato dato il rimpatrio forzato. Uno di questi due, Marco, sta resistendo al rimpatrio chiedendo un processo. Durante una biciclettata in una delle strade riservate agli israeliani, una donna palestinese e due attivisti internazionali sono stati portati in ospedale per le ferite, ed un altro internazionale è stato fermato ed ammanettato per un’ora prima di essere rilasciato senza accuse.
Il 15 aprile a 1200 attivisti internazionali dei 1500 della flytilla “Welcome to Palestine” è stato impedito di raggiungere la Cisgiordania. Le compagnie aeree, dietro la minaccia di sanzioni da parte di Israele, hanno impedito agli attivisti di imbarcarsi per Tel Aviv da Istanbul, Roma, Parigi, Nizza, Ginevra, Manchester, Bruxel. All’aroporto di Tel Aviv a 65 persone di diverse nazionalità è stato negato l’ingresso in Israele. 45 sono già state espulse mentre le altre saranno imbarcate sui prossimi voli. Agli attivisti è stata consegnata una lettera in cui li si invitava a risolvere i veri problemi della regione andando in Siria e Iran o protestando contro Hamas invece di contestare l’unica democrazia del Medio Oriente. La lettera si conclude con “Buon volo” riferito all’espulsione alla quale gli attivisti saranno a breve sottoposti. Il 10 aprile ad una donna svedese è stata fatta firmare una lettera del ministero dell’interno in cui dichiarava di non far parte di organizzazioni filo palestinesi e che non avrebbe avuto contatti con membri di tali organizzazioni né avrebbe preso parte ad attività pro palestinesi, pena l’espulsione.
Tutto questo fa intravedere un piano sionista per cercare di fermare la solidarietà internazionale verso i palestinesi. Le forze di occupazione israeliane hanno paura perché siamo sempre di più. Vogliono convincerci a non andare in Palestina, a starcene a casa e vedere cosa succede laggiù col binocolo. O almeno, se scendiamo, vogliono essere sicuri che non diamo fastidio. Pena il carcere e il rimpatrio forzato. Perché quando andiamo in Palestina e siamo testimoni, poi torniamo a casa e raccontiamo, e questo a loro non piace. Perché quando andiamo in Palestina e facciamo interposizione le forze di occupazione non possono usare tutta la violenza che userebbero altrimenti, e a loro è stato insegnato che con gli “arabi” bisogna usare violenza. Perché quando andiamo in Palestina e lottiamo con i palestinesi incrementiamo la forza della resistenza popolare, e questo li terrorizza. Loro non vogliono nulla di tutto questo. Ci vogliono rinunciatari. Ci vogliono rassegnati.
E invece no.
E invece noi continueremo a scendere in Palestina. Possono stare sicuri che continueremo a comprometterci. Che non gliela faremo passare liscia. Che per ognuno di noi che arrestano altri dieci scenderanno. E poi cento. Sono i palestinesi a chiedercelo, i contadini, i pescatori, i giovani, le donne, i vecchi. Continueremo a scendere e a comprometterci.
E voi sionisti che state di la, dentro le vostre armature ed imbracciando le vostre armi, “Potrete recidere tutti i fiori ma non riuscirete mai a fermare la primavera.” Torneremo, ancora e ancora, e saremo sempre di più e sempre più forti. Ed allora non potrete vincere, nemmeno con tutte le vostre carceri, i vostri droni, carri armati, Apache, M16, F16, F35, bulldozer, proiettili, proiettili dum dum, o di gomma o di metallo rivestiti da un sottile strato di gomma, cecchini, armi radiocomandate, gas, sirene assordanti, bombe sonore, acque puzzolenti, navi da guerra, muri di cemento altissimi, torrette, reti elettrificate, check point, muri sotterranei, radar, esecuzioni mirate… Non potrete vincere perchè sapete di avere la forza ma non la ragione, e nemmeno il cuore.
…e ci sembra di ricordare Vik ogni volta che scriviamo o parliamo di questo. In ogni azione concreta al fianco della resistenza palestinese. Come se fosse nelle parole e nei gesti, senza essere nominato o indicato. Hanno ucciso il solista. Vogliamo diventare un’orchestra.
Attivist@ ISM
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ambasciata italiana a tel aviv: +972 3 5104004 amb-sec@roma.mfa.gov.il
consolato italiano a tel aviv: +972 2 5618966 cons5@roma.mfa.gov.il
inoltre, si possono sentire:
Unità di crisi Tel. 06 36225 unita.crisi@esteri.it
Farnesina Tel. 06 36911
Ambasciata israeliana in Italia Tel. 06 36198500 amb-sec@roma.mfa.gov.il
Consolato israeliano in Italia Tel. 06 3221541 cons5@roma.mfa.gov.il
Per cercare di evitare l’espatrio Marco deve subire un processo, e al processo servono gli avvocati, gli avvocati costano e il movimento ism (che è fatto di volontari) ha le casse vuote, visti anche i numerosi recenti processi… per favore donate a queste coordinate:
bonifico internazionale a: ISM PALESTINA swift code: ARAB PS 22 090 c/c 673589
se ci sono problemi girateli sul conto paypal: luposolo@libero.it (ma avvisatelo)
Per maggiori informazioni visitate il sito: http://italy.palsolidarity.org (in italiano) o http://palsolidarity.org/ (in inglese).
Potete anche chiamare Johnny (parla italiano), al numero:+972 592364644
Per informazioni su come scendere in Palestina con l’ISM o riguardo il movimento contattate l’indirizzo: italianism@inventati.org
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