InfoAut
Immagine di copertina per il post

Armi italiane a Israele dopo il 7 ottobre: il governo non è trasparente

L’Autorità Uama presso il ministero degli Esteri nega ad Altreconomia l’accesso civico alle informazioni sull’export effettivo dall’inizio dei bombardamenti su Gaza. Tra le “ragioni” opposte il “nocumento al sistema di difesa nazionale” e la tutela della “confidenzialità” con Tel Aviv. Una tesi che contraddice le uscite del ministro Crosetto

di Duccio Facchini, da Altreconomia

Il governo italiano si rifiuta di dare informazioni precise su vendita ed esportazione di armi a Israele dal 7 ottobre 2023. L’Autorità nazionale Uama, ovvero l’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento in seno al ministero degli Esteri, ha opposto infatti a metà gennaio un diniego totale alla richiesta di trasparenza avanzata tramite due accessi civici generalizzati da Altreconomia in merito sia al rilascio di nuove autorizzazioni all’esportazione sia alle esportazioni definitive di materiale d’armamento da Roma a Tel Aviv dall’inizio dei bombardamenti a tappeto sulla Striscia di Gaza. Lo stesso rifiuto ha riguardato anche la richiesta della copia dell’eventuale decreto di sospensione o revoca delle autorizzazioni all’esportazione di materiale d’armamento ai sensi della legge 185/1990 verso Israele firmato dal titolare della Farnesina, Antonio Tajani.

Nel provvedimento firmato dal vicedirettore Marcello Cavalcaselle, la Uama, pur ritenendo formalmente “inaccessibili” le informazioni richieste in termini “assoluti”, ha comunque tentato di giustificare nel merito il niet, adducendo tre motivazioni “relative”: il rischio di un “pregiudizio concreto alla tutela dell’interesse pubblico alla difesa e le questioni militari” e addirittura di “nocumento al sistema di difesa nazionale”, la “tutela dell’interesse pubblico alle relazioni internazionali” e della necessaria “confidenzialità” del “dialogo tra gli Stati” e, da ultimo, il non voler in alcun modo danneggiare gli “interessi economici” delle aziende esportatrici interessate.

Il mancato riscontro dell’Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento stride non poco con le uscite via social del ministro della Difesa, Guido Crosetto, il quale il 15 novembre scorso volle in qualche modo tranquillizzare l’opinione pubblica sostenendo che le “vendite armi ad Israele” fossero state “sospese dopo il 7 ottobre”, polemizzando poi con le opposizioni in Parlamento per le cospicue autorizzazioni rilasciate negli anni precedenti. “Sarebbe meglio informarsi”, scrisse Crosetto. Peccato però che quell’invito all’approfondimento è pregiudicato in partenza.

Le “ragioni” per cui la Uama e il ministero degli Esteri si rifiutano di fornire oggi numeri, valori, descrizione delle categorie dei materiali autorizzati all’esportazione o esportati, ragione sociale delle ditte italiane autorizzate, così come il decreto di sospensione o revoca, sono però molto deboli. Tra pochi mesi, infatti, lo stesso governo sarà tenuto per legge (la 185 del 1990 che in tanti vogliono disinnescare) a informare il Parlamento anche sulla vendita di armi a Israele nel 2023 (su materiale autorizzato ed esportato, aziende, categorie, etc.). Non si capisce perciò quale “nocumento” possa determinare la divulgazione oggi di informazioni così attuali, importanti e drammatiche.

Anche la questione della tutela delle relazioni internazionali con Israele fa acqua. Scrive addirittura la Uama che la semplice “informazione circa la sussistenza o meno di decreti di sospensione in sé, indipendentemente dalla circostanza che siffatte tipologie di provvedimenti siano o meno state adottate, possa allo stesso modo arrecare potenziale, concreto pregiudizio alle relazioni internazionali citate, in quanto consentirebbe l’immissione nella conoscenza di processi di analisi e decisioni che toccano livelli di riservatezza nella gestione delle relazioni internazionali per come sopra qualificate”. Come se non si potesse nemmeno nominare l’eventuale sospensione, cosa che il ministro della Difesa ha invece (e paradossalmente) fatto via X.

“Se le ragioni addotte da Uama fossero vere -commenta a proposito Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal e della Rete italiana pace e disarmo- sarebbero proprio le affermazioni pubbliche del ministro Crosetto a ledere le relazioni internazionali e la necessaria confidenzialità tra gli Stati: il ministro, infatti via Twitter ha reso noto che ‘le vendite di armi a Israele sono state sospese dopo il 7 ottobre’. Affermazioni a cui organi di stampa nazionali e internazionali hanno dato ampio risalto. Le motivazioni di Uama appaiono pertanto pretestuose, ma soprattutto confermano quanto scrissi commentando le parole di Crosetto: ad essere sospese sono state soltanto eventuali nuove licenze, non le forniture di armamenti autorizzate a Israele negli anni scorsi. L’Italia sta tuttora inviando sistemi militari allo Stato di Israele contribuendo così ai crimini di cui è Israele è accusato in sede internazionale”.

L’Unità presso il ministero degli Esteri, però, non ci sente, sostenendo che la divulgazione delle informazioni “porrebbe a rischio il clima di confidenzialità attraverso il quale deve svolgersi il dialogo tra gli Stati che è indispensabile allo scopo di assicurare la fiducia reciproca nel consesso internazionale, nella totalità dei suoi delicati equilibri considerato, che caratterizza il dialogo tra i Paesi, tenuto conto dell’esigenza imprescindibile di dover garantire rapporti collaborazione, fiducia e riservatezza non soltanto nei confronti dello Stato oggetto della richiesta di cui si tratta, ma anche nei confronti di tutti gli Stati terzi”. Così la confidenzialità straccia la trasparenza. Con questo modo di fare, però, non si capisce chi dice il vero e chi il falso. A metà dicembre, infatti, alla Commissione Affari esteri e comunitari della Camera la sottosegretaria agli Esteri, Maria Tripodi, rispondendo a una domanda sul punto del deputato Arnaldo Lomuti (Movimento 5 stelle), affermò che “dallo scorso 7 ottobre non sono state rilasciate nuove autorizzazioni alla vendita di armamenti ad Israele”. Senza nulla dire rispetto a quelle già in essere e alle esportazioni definitive. Il silenzio della Uama fa rumore.

Ha collaborato Margherita Capacci

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

armiASSEDIO DI GAZAGuido Crosettoisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le mille balle azzurre di Israele

Un thread su Twitter di Muhammad Shehaba, che mette in fila alcune delle clamorose bugie con cui lo stato di Israele ha cercato di nascondere i suoi crimini. Per i link alle fonti cliccate sulle immagini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Le proteste dei campus per Gaza dimostrano che quando i vertici universitari falliscono, sono gli studenti a guidare

Che gli studenti costruiscano mille accampamenti. Che occupino gli edifici di ogni amministrazione universitaria che si è dimostrata incapace di promuovere un luogo di libera indagine e apprendimento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Lettera delle università palestinesi agli studenti e ai docenti degli accampamenti di solidarietà a Gaza nelle istituzioni accademiche statunitensi

In un momento in cui le voci degli oppressi vengono intenzionalmente messe a tacere, la vostra solidarietà funge da faro di speranza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: Columbia occupata, iniziano le sospensioni, prosegue la repressione poliziesca. Centinaia di arresti

Il campus di New York è off limits anche alla stampa. E i ragazzi erigono le barricate. La Polizia entra a Columbia, centinaia di arresti

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: La polizia sgombera la Sorbona, occupata dagli attivisti in solidarietà con la Palestina

Pochi giorni dopo una manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese a Parigi, la polizia è entrata alla Sorbona per sgomberare gli attivisti che avevano montato delle tende all’interno degli edifici universitari.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il pensiero politico e la “New Left” dentro la Repubblica Popolare Cinese

Proprio di questo e in particolare di “New Left” cinese nell’arco degli ultimi decenni parliamo in questa conversazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La lotta per fermare il genocidio nelle università statunitensi: un reportage dall’Università del Texas

Abbiamo tradotto questo interessante reportage apparso su CrimethInc sulle proteste che stanno coinvolgendo i campus degli Stati Uniti contro la complicità del governo USA nel genocidio del popolo palestinese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contestati i ministri della guerra al Politecnico di Torino

Riceviamo e ricondividiamo il comunicato del CUA di Torino sulla contestazione di ieri al convegno istituzionale tenutosi alla sede del Valentino del Politecnico. Ieri mattina un gruppo di student3 dell’Università di Torino ha contestato il convegno a porte chiuse che si è tenuto al castello del Valentino su tecnoscienza e intelligenza artificiale, con ospiti di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: i Me`phaa di Tilapa creano sistema di giustizia a difesa del loro territorio

Il popolo Me`phaa di Tilapa, Guerrero, ha presentato il proprio sistema di giustizia denominato Sicurezza di Protezione Territoriale Indigena (Serti), per “difendere il territorio da una prospettiva indigena, olistica e integrale”, di fronte alle minacce di progetti minerari, saccheggio territoriale e controllo dei gruppi del crimine organizzato.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

La truffa del G7: i ministri dei Paesi più industrializzati e inquinanti al mondo annunciano false promesse per fronteggiare la questione climatica.

Riflessioni e valutazioni conclusive di una settimana di mobilitazione, scritte a più mani tra chi ha partecipato al percorso di costruzione della contestazione.

Immagine di copertina per il post
Formazione

La parte del torto

Una riflessione che parte da alcune studentesse e studenti della Sapienza in merito alla mobilitazione per il boicottaggio degli accordi università-Israele.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Contro la vostra “pace” e il vostro “lavoro” la lotta è solo all’inizio

Primo maggio a Torino: con la resistenza palestinese, contro il governo della crisi sociale.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La contraddizione ecologica e l’opposizione alla guerra: riflessioni sulla mobilitazione contro il G7 Ambiente e Energia.

Le giornate di mobilitazione appena trascorse e quelle che abbiamo di fronte ci dicono alcune cose rispetto alle tendenze dell’oggi, dei soggetti che si muovono, delle lotte che si intrecciano. Prima di pubblicare il contributo di notav.info che ritorna sulle ragioni della mobilitazione verso il G7 Ambiente Energia di Venaria e sulla cronaca delle giornate di lotta, diamo alcuni spunti di riflessione..