
Lavoro: otto giorni di sospensione all’aeroportuale di Montichiari che si è opposto al traffico d’armi
Otto giorni di sospensione dal lavoro per Luigi Borrelli, dipendente dell’Aereoporto di Montichiari, nel quale è anche delegato sindacale USB e responsabile sicurezza, per aver segnalato il trasporto di armi che avviene all’interno dello scalo civile bresciano. Non è la prima volta che accade: alla fine del 2024 Borrelli si era visto già infliggere sei giorni di sospensione per lo stesso motivo.
Ai microfoni di Radio Onda d’Urto, il commento di Dario Filippini, dell’USB Brescia. Ascolta o scarica.
Di seguito il comunicato diffuso dai sindacato USB:
Aeroporto di Brescia: la sanzione a Luigi è il tentativo di fermare la lotta contro il trasporto delle armi e per la pace. Noi non ci fermiamo
La sanzione comminata a Luigi Borrelli, delegato di USB dell’aeroporto di Brescia Montichiari, per la colpa di aver segnalato il trasporto di armi dallo civile è un insulto verso la legittima lotta contro la guerra e il traffico di armamenti che il nostro esponente porta avanti da mesi nel suo posto di lavoro, sia nel ruolo di rappresentante aziendale sia come RLS.
Anche se non si è arrivati alla sanzione massima, grazie anche alla grande mobilitazione di USB e di tante persone e movimenti, quanto comminato in termini di giorni di sospensione dal servizio e dalla retribuzione è il palese tentativo da parte aziendale di intimorire chi non accetta di essere complice del traffico di morte: un traffico che temiamo sia solo all’inizio!USB è orgogliosamente al fianco di Luigi e procederà all’impugnazione del provvedimento iniquo in tutte le sedi per tutelare il diritto non sono del nostro delegato ma di tutti i lavoratori e lavoratrici italiani di manifestare la propria opposizione alla guerra.Noi non ci fermiamo e saremo dalla parte di tutti coloro che come Luigi, come i portuali di Genova e di Livorno, decideranno di non stare a guardare ma agiranno contro le politiche di riarmo.
Proprio sulla legittimità di questa posizione, USB insieme agli avvocati del centro giuridico Ceing, hanno lanciato il manifesto del “Lavoro che ripudia la guerra”, il quale pone le basi giuridiche che sostengono lo sciopero contro il carico, scarico e trasporto di materiale bellico e l’obiezione di coscienza. Il manifesto è stato sottoscritto da associazioni, costituzionalisti, giuristi ed esponenti di movimenti per la pace.
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