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Bombardamenti turchi in Rojava e Iraq contro il Confederalismo Democratico

Nella notte l’aviazione turca ha dato il via ad una serie di bombardamenti contro le principali località della Siria del Nord e dell’Iraq, compresa Kobane.

Gli aerei da guerra dello Stato turco hanno bombardato la parte occidentale della Siria settentrionale e orientale: Kobanê e il villaggio di Belûniyê a Shehba, a sud-ovest di Kobanê. E’ stato colpito anche il villaggio di Teqil Beqil, vicino a Qereçox a Dêrik, nella parte orientale del Rojava e i magazzini di grano di Dehir Ereb, a nord-est di Zirgan.

Si segnalano morti e feriti nel bombardamento del villaggio di Qizêlî a Girê Spî.

Almeno 12 sarebbero ler vittime civili e ci sarebbero anche 15 vittime tra i soldati dell’esercito siriano.

A Kobane è stato distrutto il Covid Hospital situato sulla collina Mishtenur, fondamentale per il controllo della città, colpita da un secondo attacco stamattina. Tra i feriti, un reporter della tv kurda Sterk.

Ma a quanto risulta sono state colpite anche alcune località dell’Iraq, il monte Asos, Qandil, Sulaymaniyah e Sinjar.

Come afferma il KNK (Consiglio esecutivo del Congresso nazionale del Kurdistan): “L’attacco terroristico a Taksim, a Istanbul, del 13 novembre è stato pianificato ed eseguito dal regime turco AKP-MHP al potere per fornire un pretesto per questi bombardamenti mortali. Senza alcuna indagine il regime turco ha incolpato di questo attacco le Unità di protezione del popolo (YPG), le Unità di protezione delle donne (YPJ) e il Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Nonostante l’immediato e veemente rifiuto di questa accusa infondata da parte delle Forze democratiche siriane (SDF, l’organizzazione generale che comprende le YPG e le YPJ) e del PKK, il ministro dell’Interno turco Süleyman Soylu, che ha una lunga storia di ostilità contro il popolo curdo, continua a predicare questa falsità per conto dello Stato turco.”

Già negli scorsi giorni vi erano segnali di un possibile imminente attacco da parte del governo di Erdogan. Immediatamente dopo l’inizio dei bombardamenti manifestazioni di protesta contro l’aggressione dello Stato turco hanno avuto luogo in diverse capitali europee. La Defend Kurdistan Initiative ha invitato tutti a mobilitarsi contro gli attacchi turchi al Rojava e ha dichiarato: “Organizzate incontri urgenti per sensibilizzare l’opinione pubblica; create i vostri gruppi e le vostre piattaforme locali per la difesa del Kurdistan; agite! Mobilitatevi, disobbedite, bloccate – Distruggete il fascismo turco”.

“Quando Qandil, Shengal, Rojava e tutte le aree liberate vengono attaccate, l’obiettivo è quello di spegnere il faro di speranza della rivoluzione in Rojava. Questa rivoluzione ha dimostrato alle persone di tutto il mondo che un modo diverso di vivere insieme è possibile e che vale la pena lottare – insieme. Questi attacchi sono un attacco a tutte le persone che sono al fianco del Movimento per la libertà dei curdi. Se l’internazionalismo è la tenerezza dei popoli, è ora che tutti i popoli, spalla a spalla, difendano il Kurdistan da questa aggressione fascista.”

Nel frattempo l’Iran ha attaccato militarmente il Kurdistan iraniano, culla della rivolta scoppiata dopo l’omicidio di Masha Amini.

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