Burgos, nelle strade di Gamonal è ancora rivolta
Da ormai cinque giorni la città castigliana di Burgos è teatro di proteste e scontri ininterrotti dopo che la popolazione del municipio Gamonal è insorta contro un progetto di ristrutturazione urbanistica che prevede di ridisegnare l’arteria principale della città, Calle Vitoria, e di trasformare l’attuale parcheggio pubblico in uno privato.
Il cosiddetto ‘viale della discordia’ costerebbe, solo secondo il progetto iniziale, ben 8 miliardi di euro, l’ennesima colata di cemento che andrebbe ad ingrossare le tasche degli speculatori edilizi e di qualche esponente politico. Come tutti i progetti che rientrano nel sistema delle grandi opere, infatti, anche il progetto di Burgos non fa eccezione nel vedere politici e affaristi fianco a fianco nell’intento di mettere le mani sulla città e non stupisce quindi che le due ditte a cui sono stati affidati i lavori siano legate al Partito Popolare. Ma a scatenare la rabbia della popolazione è anche il costo spropositato del viale in un comune che ha accumulato milioni di debiti e in cui un progetto come questo non può che essere visto come un inutile sperpero di denaro pubblico mentre in tutto il paese vengono tagliati servizi essenziali.
La protesta è partita venerdì con una partecipata manifestazione che si è presto trasformata in ore di scontri con la polizia, subito schierata in modo massiccio per tentare di disperdere i manifestanti con lanci di lacrimogeni, cariche e fermi. Da lì in poi le vie di Gamonal sono state teatro di continue proteste, con l’esplosione di scontri durante tutte le notti successive, compresa quella appena trascorsa. Durante il giorno il cantiere in cui dovrebbero iniziare i lavori è stato ripetutamente preso d’assalto, gruppi di abitanti presidiano e difendono le strade del proprio quartiere, cortei si susseguono e si dirigono sotto i commissariati per chiedere la liberazione delle tante persone che sono state fermate nelle proteste degli ultimi giorni.
Di fronte all’esplosione degli scontri, le testate locali hanno puntato il dito contro i manifestanti, sostenendo la solita e insostenibile retorica dei gruppi di violenti organizzati giunti da fuori, cosa che stupisce ancora meno dal momento che il principale quotidiano della città è diretto dall’’imprenditore Antonio Miguel Méndez Pozo, immanicato, guardacaso, negli appalti del progetto del nuovo viale. Il sindaco di Burgos ha invece garantito che quanto sta accadendo non fermerà il progetto ma per ora le proteste sembrano aver ottenuto proprio il risultato opposto, riuscendo a rallentare l’inizio dei lavori.
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