Colombia. Paramilitare carnefice di migliaia di vittime rimesso in libertà
Benché penda sulla sua testa un mandato di cattura da parte degli Stati Uniti per narcotraffico, la cosiddetta legge di “Giustizia e
Pace”, vero e proprio strumento di impunità legalizzata che consente a coloro che si sono macchiati di crimini di lesa umanità di scontare al massimo otto anni di prigione (in carceri dorate o fattorie di riabilitazione – sic-), permette al suddetto carnefice di tornare a scorazzare libero.
Con un fratello estradato per narcotraffico negli USA (e già tornato) e un altro, Daniel Rendón Herrera alias “Don Mario”, sempre legato al paramilitarismo ed espulso dal falso programma di riabilitazione in quanto continuava e perpetrare tranquillamente i soliti crimini, si vuole sancire ancora una volta che il pilastro su cui si regge la giustizia colombiana è l’impunità.
Questi loschi personaggi non rappresentano che la manovalanza: non sono che lo strumento di una classe dominante che ha fatto della violenza il metodo di accaparramento ed accumulazione di terre e ricchezze.
Il governo colombiano deve ammettere che i mandanti e i responsabili di tali crimini sono seduti nel Parlamento, e capeggiati in primis dall’ex presidente narcoparamilitare Alvaro Uribe, se si vuole porre le basi per una pace duratura.
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