Gaza: ultimo giorno di tregua, ancora nessun accordo
ore 19.30 – CONFERENZA STAMPA DELLA DELEGAZIONE PALESTINESE ALLE 20.30 ITALIANE, QUELLA ISRAELIANA LASCIA IL CAIRO PER LA NOTTE
ore 18.40 – FUNZIONARIO HAMAS ANNUNCIA TREGUA VICINA, HANIYEH PRECISA: “SOLO QUANDO ISRAELE TOGLIERA’ IL BLOCCO SU GAZA”
Nel trado pomeriggio un ufficiale di Hamas, Mohammed Abu Askar, aveva detto alla stampa che una nuova bozza di tregua era stata presentata ed era stata accettata dalla delegazione palestinese: “Eccetto per alcuni dettagli, le parti sono vicine all’accordo”, aveva detto. Più tardi il leader dell’ufficio politico Haniyeh ha precisato: cessate il fuoco solo quando sarà cancellato il blocco su Gaza.
ore 16.00 – LA PROPOSTA DI ACCORDO EGIZIANA RIFIUTATA DA HAMAS
L’Egitto, fanno sapere dal Cairo, ha presentato una bozza di accordo per un cessate il fuoco duraturo tra Israele e Hamas da implementarsi in due fasi a partire dal 2015, ma il movimento islamista ha rifiutato. Secondo fonti interne, l’accordo prevedeva un successivo negoziato sull’apertura del porto e dell’aeroporto in cambio dei corpi dei due soldati che secondo Israele sono in mano ad Hamas, il rilascio dei palestinesi arrestati nell’ultimo mese, il graduale ritiro israeliano dalla buffer zone.
Hamas ha detto di no e ha avvertito che non estenderà la tregua dopo lo scadere della mezzanotte di oggi se non si faranno concreti progressi al Cairo.
ore 13.00 – SETTE MORTI NELL’ESPLOSIONE DI BEIT LAHIYA: IL GIORNALISTA ITALIANO SIMONE CAMILLI, UN REPORTER PALESTINESE E 5 ARTIFICIERI
L’esplosione dell’ordigno israeliano a nord di Gaza, a Beit Lahiya, è avvenuta mentre si tentava di disinnescare l’ordigno. Sette le vittime: il giornalista italiano dell’AP, Simone Camilli; un fotoreporter di Gaza e 5 artificieri. Dei 6 gazawi uccisi ne sono per ora stati identificati tre: Bilal Muhammad al-Sultan, 27 anni, Taysir Ali al-Hum, 40, e Hazem Ahmad Abu Murad, 38. L’ordigno era stato portato in uno stadio a poca distanza dal luogo di ritrovamento per ragioni di sicurezza e, grazie a questa precauzione, sono state evitate altre vittime.
ore 11.45 – CINQUE MORTI A BEIT LAHIYA PER ORDIGNO INESPLOSO, TRA LORO UN GIORNALISTA ITALIANO
Cinque persone sono state uccise stamattina a Beit Lahiya per la detonazione di un ordigno israeliano inesploso. Tra loro un giornalista italiano che lavorava per l’ANP: si tratterebbe di Simone Camilli.
ore 10.30 – HAMAS: DUE MORTI IN BOMBARDAMENTO ISRAELIANO A NORD DI GAZA
Secondo Al-Aqsa Radio, legata ad Hamas, due gazawi sarebbero stati uccisi da un missile israeliano lanciato stamattina a nord di Gaza, un atto che rappresenterebbe la rottura del cessate il fuoco. L’esercito israeliano per ora non ha commentato. Oggi, però, come già ieri, la Marina israeliana ha aperto il fuoco contro le navi di alcuni pescatori che si stavano avvicinando al limite consentito da Israele, nessun ferito.
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Ultimo giorno dei tre di cessate il fuoco cominciati alla mezzanotte del 10 agosto. Ultimo giorno di negoziati al Cairo entro il quale i team israeliano e palestinese dovrebbero trovare un accordo per porre fine all’operazione Margine Protettivo contro Gaza.
Contrastanti le voci che escono dall’Egitto: “Ci sono stati progressi, ma non abbastanza per firmare un accordo – ha detto ieri sera uno dei membri della delegazione palestinese – Il dialogo ricomincerà domattina [oggi, mercoledì]”. Una bozza di accordo sembra lontana, le richieste delle due parti incompatibili. E mentre a Gaza la gente tenta di utilizzare il tempo a disposizione per uscire, aprire i negozi, ritirare soldi nelle banche e cercare tra le macerie delle case distrutte qualche effetto personale sopravvissuto alla devastazione, dal Cairo il silenzio è assordante. Da entrambe le parti giungono minacce di lasciare il tavolo e non rinnovare la tregua di altre 72 ore, un’estensione che non porterebbe a nulla se sul tavolo la discussione resta così fragile: “Il negoziato è difficile – ha detto un altro funzionario palestinese – Le distanze sono molto ampie. Non ci sono progressi”.
Entrambi i team, quello israeliano e quello palestinese, restano separati, ognuno in diretto contatto con il mediatore egiziano in stanze diverse, lanciando proposte e controproposte: Hamas e con lui l’intera delegazione palestinese vogliono la fine del blocco di Gaza per fermare il lancio di missili; Israele chiede prima il disarmo e propone un lieve allentamento dell’assedio, con l’allargamento a 19 km delle miglia nautiche utilizzabili dai pescatori e la garanzia di far entrare più camion dentro la Striscia ogni mese. Ieri era stata presentata dall’Egitto una bozza di accordo che non andava però a toccare le questioni chiave e si limitava a prevedere un allentamento del blocco di Gaza.
A far infuriare ulteriormente Tel Aviv è stato ieri l’avvio della commissione d’inchiesta sui crimini commessi durante Margine Protettivo contro i civili gazawi da parte del Consiglio Onu per i Diritti Umani. Ieri il Consiglio ha nominato gli avvocati che indagheranno i crimini israeliani, subito tacciati da Israele di essere prevenuti nei confronti di Tel Aviv, che ha già fatto sapere che non collaborerà con le indagini.
Oltre 70 arresti nei Territori nella notte
Tensione alta anche in Cisgiordania, dove prosegue la campagna anti-Hamas di Israele. Nella notte l’esercito israeliano ha arrestato 12 persone in Cisgiordania e 57 a Gerusalemme, tra loro alcuni sospetti membri del movimento islamico.
Da Nena News
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