Guerra: cosa cambia dopo Ramstein?
Alla riunione del gruppo di contatto per l’Ucraina venerdì scorso, alla base NATO di Ramstein in Germania, Berlino ha ribadito il proprio rifiuto di inviare carri armati tedeschi Leopard 2 a Kiev.
Venerdi scorso a Ramstein, in Germania, si è tenuto il vertice tra Stati Uniti, membri della Nato e altri paesi alleati per discutere delle prossime forniture di armamenti all’Ucraina, nell’ambito della guerra in corso con la Russia. Dopo qualche titubanza la Germania sembrerebbe essere pronta ad autorizzare la Polonia ad inviare carri armati Leopard all’Ucraina. Lo ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Il ministro della Difesa tedesco BorisPistorius ha affermato che una decisione in merito sara’ presa nelle prossime ore. Ma gli alleati spingono sul fatto che la Germania invii direttamenti i propri tank a Kiev. Secondo il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung le tensioni tra Usa e Germania sono dovute al rifiuto da parte degli Stati Uniti di utilizzare nel conflitto i loro mezzi pesanti, vale a dire gli Abrams M1
Inizia intanto oggi nell’Aula della Camera l’esame del decreto legge che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, un provvedimento già approvato dal Senato e che dovrebbe ricevere il via libera definitivo da Montecitorio entro giovedì. Si tratta di un passaggio che dovrebbe confermare quanto avvenuto a Palazzo Madama e in Commissione, vale a dire la compattezza della maggioranza sul sì al provvedimento, con la Lega che però solleva dubbi sull’efficacia delle sanzioni alla Russia, e una nuova differenziazione nelle opposizioni, con Pd e Terzo Polo a sostegno dell’appoggio militare a Kiev, e M5s e Avs contrari all’invio di armi, tra le quali – ha confermato il ministro Antonio Tajani – dovrebbero esserci i nuovi missili terra-aria di costruzione franco-italiana.
Alberto Negri editorialista del Manifesto Ascolta o scarica
Antonio Mazzeo giornalista e attivista Stop the war Ascolta o scarica
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