Honduras, polizia reprime proteste contro la riforma della scuola e uccide 4 studenti
Quattro studenti delle scuole superiori che hanno preso parte a diverse manifestazioni contro il ministro dell’istruzione dell’Honduras la scorsa settimana sono stati trovati morti nella capitale del paese. L’ultimo in ordine di tempo è Soàd Ham, studente di 13 anni e leader dell’Istituto centrale di Tegucigalpa, il quale è stato trovato torturato ed ucciso all’interno di una sacca di plastica questo mercoledì. Gli altri tre studenti sono invece stati assassinati nelle scorse settimane dai proiettili sparati da polizia e militari nel corso delle manifestazioni di protesta.
I licei pubblici del paese stanno infatti protestando da diverse settimane contro la decisione di modificare l’orario di scuola, che comporterebbe un prolungamento delle lezioni fino alle 7 di sera; i licei pubblici sono generalmente situati in quartieri con un alto tasso di criminalità, e non esiste nessun servizio di trasporto pubblico in orario serale che permetta agli studenti di tornare a casa. Inoltre, molti ragazzi vivono in zone pericolose dove la criminalità organizzata ha stabilito vere e proprie ore di coprifuoco.
La decisione è stata presa da Marlon Escoto, ministro dell’istruzione, che poco tempo fa ha anche sostenuto che l’aggiunta di cinque minuti per ogni classe “migliorerebbe la qualità dell’istruzione nel paese”. Gli studenti hanno tuttavia criticato la decisione, e insieme agli insegnanti e ai genitori si sono mobilitati per chiedere una riforma radicale del sistema d’istruzione pubblica, con proteste che sono state spesso represse duramente della polizia.
Il recente omicidio degli studenti ha inoltre convinto numerosi gruppi e collettivi studenteschi a diventare più attivi nel movimento. Giovedì il partito di opposizione Libre (sinistra) – a cui capo si trova il deposto presidente Manuel Zelaya, rovesciato con un golpe nel 2009 – ha convocato una manifestazione contro l’assassinio di Ham e degli altri 3 leader studenteschi questa settimana.
I manifestanti hanno marciato verso il palazzo presidenziale chiedendo le dimissioni del presidente Juan Hernandez (andato al potere con il beneplacito degli USA dopo anni di squilibri interni al paese) e del ministro dell’istruzione Escoto.
“Questa è una manifestazione in solidarietà con la lotta degli studenti delle scuole superiori, ma anche per condannare l’assassinio mirato dei quattro leader studenteschi”, ha detto José Luis Herrera, uno studente universitario. “Stanno uccidendo dei ragazzi, tra cui una studentessa di 13 anni e non possiamo lasciare che questa violenza divenga normale” ha detto un’altra portavoce degli studenti, Diana Sabillon.
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