India: sciopero generale di 48 ore. Ucciso un sindacalista
Si stima che lo sciopero, lanciato dagli undici sindacati nazionali e da molti di quelli locali, coinvolgerà 100 milioni di lavoratori indiani.
Quest’oggi lo sciopero si è aperto all’insegna di forti tensioni: ad Ambala, nel nord dell’India, Narender Singh, tesoriere del sindacato Aituc, è stato ucciso all’alba da una pugnalata mentre si trovava alla stazione degli autobus.
Pare che l’omicidio sia avvenuto mentre il sindacalista cercava di bloccare alcuni autisti intenzionati a far partire gli autobus nonostante lo sciopero.
Alla notizia dell’uccisione di Singh i sindacati hanno confermato i due giorni di stop per il paese.
In diverse parti dell’India i trasporti sono completamente bloccati, molte le scuole e le banche statali che sono rimaste chiuse; ad incrociare le braccia domani saranno, tra gli altri, i lavoratori di tutte le grandi case automobilistiche del paese.
Nei sobborghi della capitale questa mattina durante la protesta un gruppo di lavoratori ha dato alle fiamme alcune automobili e un camion dei pompieri.
La protesta di oggi e domani è indirizzata contro le manovre economiche del governo, che oltre ad aver fatto lievitare i prezzi dei generi alimentari di base, tramite una serie di riforme vorrebbe avviare un programma di privatizzazioni e autorizzare l’ingresso massiccio di capitali stranieri in alcuni settori-chiave dell’economia indiana.
Lo sciopero di questi giorni, se l’adesione sarà ampia quanto prospettato dai sindacati, potrebbe avere un forte impatto sul paese: già nel mese di Settembre la protesta contro le riforme del governo era riuscita a paralizzare alcune città, facendo registrare grosse perdite in molti settori.
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