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Israele bombarda ancora Gaza: 29 morti e 253 feriti

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Il bilancio provvisorio della nuova operazione militare di Israele contro la Striscia di Gaza parla di 29 morti e 253 feriti. Solo nei bombardamenti di ieri sono morti sette palestinesi, di cui 5 bambini.

Sabato, sei civili sono stati uccisi in un attacco missilistico israeliano su Jabaliya, nel nord di Gaza: cinque bambini sono morti, l’attacco è stato condotto attraverso l’utilizzo di droni. Anche a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, aerei israeliani hanno sparato missili contro una casa di civili nel densamente popolato campo profughi di Shaut, uccidendo un cittadino e ferendone altre 30, tra cui donne e bambini.

Israele afferma che l’operazione, chiamata Breaking Dawn, è un tentativo di sgominare il Jihad Islamico nella Striscia di Gaza, ma sembra piuttosto la tristemente consueta escalation programmata per mantenere Gaza in stato di assedio e portare avanti la sempre più esplicita logica genocida. 

Dal campo di Jenin in Cisgiordania le fazioni della resistenza palestinese hanno confermato che “non rimarranno a guardare” l’aggressione israeliana in corso sulla Striscia di Gaza.

Le dichiarazioni sono giunte durante una conferenza stampa organizzata da rappresentanti delle Brigate al-Quds, delle Brigate al-Qassam, delle Brigate Martiri di al-Aqsa e delle Brigate Abu Ali Mustafa, ali militari di Hamas, del Jihad islamico, di Fatah e del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) all’interno del campo di Jenin, prima della mezzanotte di venerdì sera.

Di seguito riproduciamo una testimonianza dalla Striscia di Gaza che racconta la situazione ai microfoni di Radio Onda Rossa.

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