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Jinshui, in migliaia in marcia contro la devastazione ambientale

La marcia si è sviluppata al grido “PX fuori da Jinshan” come riportato dallo striscione di apertura ripreso nei cori dei partecipanti al corteo. Sono stati riportati diversi arresti da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti, nell’ambito della difesa del Palazzo del governo distrettuale che è stato protetto da diversi cordoni di polizia. Nello scorso aprile un’esplosione in una fabbrica chimica che produce PX a Zhangzhou, nella provincia del Fujian, avevo richiesto l’impiego di unità di guerra anti-chimiche dell’esercito cinese e la parallela evacuazione di 30.000 persone.

La costruzione di impianti PX aveva comunque già in passato scatenato molte proteste, tra cui manifestazioni come quelle tenutosi nel Guangdong, a Maoming, l’anno passato e che videro per tre giorni scontrarsi manifestanti e polizia. L’inquinamento atmosferico e in particolare il PM 2.5 particolato sono una delle principali preoccupazioni della nazione ma anche del governo che vede crescere sempre più gli “incidenti di massa” (il modo delle istituzioni cinesi di definire i conflitti sociali).

Recenti studi dell’Università di Pechino hanno stabilito come l’inquinamento dell’aria uccida più cittadini cinesi rispetto al fumo. Il PM 2,5, ha portato a circa 257.000 morti premature nel 2013 all’interno delle 31 capitali provinciali e municipalità autonome del paese, una media di circa 90 ogni 100.000 morti complessivi. In 12 delle 31 città/municipalità prese in esame il tasso di mortalità per inquinamento era ancora peggiore della media. In queste città che comprendono Chongqing, Tianjin e Nanjing almeno 100 su 100.000 decessi sono stati attribuiti ai PM 2.5.  

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