La polizia entra a Taksim: le prime notizie della mattinata
Rimanendo focalizzati su Istanbul: a Tarlabaşı ad Harbiye, a Istiklal Caddesi, la battaglia è pesantissima e la resistenza di piazza sta rilanciando al mittente migliaia di lacrimogeni e gas urticanti, oltre ad aver formato una catena umana (gestita dalla “Taksim Dayanismasi) che cerca di rendere fruibile a chi vuole la fermata metropolitana, invasa dal fumo, ma poi chiusa dal governo: la polizia da ore cerca anche di bloccare tutti gli autobus che dalle altre zone della città raggiungono Taksim e quell’area.
L’intenzione è isolare i manifestanti, con la stupida illusione che questo sia possibile blindando una zona della città e rendendola totalmente inadatta alla respirazione e alla sopravvivenza: non sarà così che fermeranno questa rivolta. Son loro ad essere circondati. Da qualche minuto a questa parte si è passati massicciamente all’uso di pallottole di gomma: dalla parte opposta oltre alla miriadi di sassi in volo e di candelotti boomerang, un largo uso di fuochi d’artificio aiuta a tener TOMA e celere minimamente distanti. Poveri alberi di Taksim, completamente gasati.
Non è una rivolta che si chiuderà con questi dodici giorni di autodeterminazione, resistenza e libertà: una volta scesi in strada, una volta capito quanto forti si può essere, a casa non si torna.
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