InfoAut
Immagine di copertina per il post

#OpIsrael, hackerati i siti della Knesset e della polizia israeliana

 

“Centinaia di siti israeliani e organizzazioni sono state colpite”, ha dichiarato Anonymous attraverso i propri canali di informazione. Il collettivo di hacker chiamato Anonymous, che il mese scorso aveva annunciato di voler attaccare Israele il 7 aprile, alla fine ha colpito. #OpIsrael, così il nome in codice dell’operazione informatica, ha preso di mira siti istituzionali, banche, siti governativi e account twitter e facebook.

Nonostante in mattinata fonti governative si siano affrettate a dichiarare che l’attacco è stato un fiasco, i canali Twitter e Facebook legati al collettivo snocciolano link ai siti che sono stati “abbattuti”. Tra questi il sito della Polizia, della Knesset e del Ministero dello Sviluppo israeliani, i quali, effettivamente, risultavano irraggiungibili questa mattina.

All’ultimo aggiornamenti risultano “down” anche il sito del Ministero della Salute e dell’Autorità Israeliana per la Certificazione dei Laboratori, oltre a quelli di diverse aziende private come la Reshef Technologies, azienda che produce congegni bellici in dotazione all’esercito israeliano.

Al bottino di Anonymous si aggiungono centinaia di account Twitter e 150mila informazioni, tra cui account di posta elettronica e numeri telefonici. In una seconda ondata sono stati pubblicati circa mille indirizzi e-mail con le relative password.

Ynet News, sito di informazione israeliano, stamattina denunciava che, in seguito al fallimento di Anonymous nell’attaccare siti governativi,  gli hacker si sarebbero sfogati contro siti di musicisti e di organizzazioni per l’educazione. Tuttavia nessuno ha riportano finora i link dei siti in questione, rendendo impossibile la verifica di queste accuse.

Nei giorni scorsi il gruppo di hacker aveva pubblicato un video, in inglese con sottotitoli in arabo, con la consueta immagine di uno speaker in abito scuro con il volto coperto da una maschera di Guy Fawkes e immagini di repertorio di vari momenti di violenza da parte dell’esercito e dei coloni israeliani nei confronti della popolazione civile palestinese: “Come di consueto, attaccheremo i vostri server, siti governativi, siti dell’esercito israeliano, banche e istituzioni pubbliche. Vi cancelleremo dal cyber spazio come facciamo ogni anno, il 7 aprile 2015, sarà un olocausto elettronico”.

Negli ultimi anni il collettivo Anonymous ha portato avanti numerosi attacchi nei confronti delle infrastrutture israeliane, istituendo la data del 7 aprile come un appuntamento fisso per i milioni di hacker del collettivo: “Non avete fermato le vostre infinite violazioni dei diritti umani. Non avete fermato gli insediamenti illegali. Avete ucciso migliaia di persone come nell’ultimo attacco a Gaza nel 2014. Avete dimostrato di non rispettare le leggi internazionali. Ecco perché il 7 aprile 2015 cyber-squadre d’elìte si uniranno in solidarietà con il popolo palestinese contro Israele come una cosa sola per distruggere e cancellare Israele dal cyber spazio”.

 

Raffaele Angius – NenaNews

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Alcune riflessioni a caldo su “Blocchiamo tutto”

E’ quasi impossibile fare un bilancio organico di queste giornate incredibili. Il movimento “Blocchiamo tutto” ha rappresentato una vera discontinuità politica e sociale nella storia italiana.

Immagine di copertina per il post
Culture

Al mio popolo

Lo scorso 25 settembre è deceduta a Cuba Assata Shakur, importante membro delle Pantere Nere prima, della Black Liberation Army poi.