Possibile escalation tra Siria e Turchia ad Idlib
Continuano ad acuirsi le tensioni tra Siria e Turchia intorno all’area di Idlib.
Ieri in nottata è giunta la notizia della uccisione di 33 soldati turchi da parte dell’aviazione siriana. I militari turchi operavano nel territorio di Idlib, enclave siriana vicina al confine turco, dove risiedono le ultime sacche delle bande sostenute da Ankara.
La tensione stava aumentando da settimane al punto che la Russia, che fino a questo momento ha svolto la funzione di mediatore e garante nel conflitto, ha irrigidito i propri rapporti diplomatici con la Turchia.
L’esercito di Ankara per tutta risposta ha dichiarato di aver preso di mira tutte le postazioni siriane conosciute nell’area al fine di vendicare i soldati uccisi. Inoltre Erdogan e i suoi ministri hanno minacciato l’apertura delle frontiere per i profughi verso l’Europa.
A questo punto nei prossimi tempi potrebbe riaprirsi uno scenario di guerra dispiegata con un riallinearsi degli assetti tra potenze regionali e globali. La Siria di Assad continua ad avere il sostegno di Russia e Iran e la Turchia potrebbe approfittare della fase politica per riavvicinarsi alla NATO con cui negli ultimi tempi non scorreva buon sangue. Gli Stati Uniti d’altronde avrebbero interesse a mettere sotto pressione il governo siriano in chiave anti-iraniana.
Nel frattempo i miliziani filoturchi continuano a bombardare i villaggi e le città della Confederazione del Rojava, hanno interrotto il flusso dalla stazione idrica di Allouk (lasciando senz’acqua un milione di civili) e cercano di rompere l’isolamento intorno ad Idlib spingendo per invadere le aree curdo-siriane.
Sulla testa dei civili siriani, e sulle vite dei rifugiati si continua a giocare una partita al massacro per le mire egemoniche dei diversi attori.
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