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Raid israeliani su Gaza. Uccisi militanti della resistenza

 

Nelle stesse ore, nel villaggio di Beit Furik, nei pressi di Nablus, soldati israeliani hanno ferito gravemente due palestinesi. I giovani, insieme a molti altri, cercavano di difendere il proprio villaggio dagli attacchi dei coloni che, coperti dai soldati, attaccavano case e terre palestinesi. Ancora, soldati israeliani hanno fatto irruzione nel campus dell’Università di Abu Dis, lanciando gas lacrimogeni e caricando gli studenti.

Se nei territori della West Bank questa è la quotidianità di giovani, contadini e studenti palestinesi, nella Striscia di Gaza ci sono gli attacchi, di terra e d’aria, e le sue vittime.

Secondo quanto dichiarato dalle autorità israeliane (e non smentito da parte palestinese) i due giovani uccisi questa notte nella Striscia sarebbero stati colpevoli di aver lanciato colpi di mortaio contro colonie israeliane in passato, e di stare organizzando ulteriori azioni militari, in programma nei prossimi giorni.

Sempre secondo l’intelligence di Tel Aviv, Ahmad, uno dei due cugini, sarebbe inoltre colpevole di aver lanciato 3 razzi durante i funerali di stato del boia Sharon.

Azione anche questa mai smentita da parte palestinese.

 

Secondo i servizi segreti israeliani “terroristi operativi” che era necessario uccidere; secondo la resistenza palestinese erano invece compagni e membri della lotta palestinese per l’autodeterminazione.

Intanto, dalla Striscia di Gaza in risposta all’attacco di questa notte, diversi razzi sono stati lanciati contro le colonie al confine con la Striscia. Azione subito rivendicata dal PFLP.

Mentre sui social network vengono condivisi i poster dei due ragazzi, gli “ultimi martiri”, mentre imbracciano un kalashnikov, il popolo palestinese – in Palestina e in Diaspora – rivendica la morte dei due, non allontanandosi, ma compici e solidali con la resistenza palestinese, in tutte le sue forme.

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