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Retata contro Herrira. Arresti e perquisizioni in varie città basche

La retata è stata condotta simultaneamente in diverse città dei Paesi Baschi, come Hernani, Bilbao, Gasteiz, dove centinaia di persone si sono riunite sotto le sedi per esprimere il proprio appoggio a Herrira e agli arrestati. Non solo perquisizioni, la successiva chiusura dei locali di Herrira e detenzioni: con la stessa ordinanza, l’Audencia Nacional ha autorizzato la chiusura di 32 profili Twitter, 125 profili di Facebook e 38 pagine web e il blocco del contro corrente bancario di Herrira.

Un’operazione in grande stile come non si vedevano da tempo nelle strade dei Paesi Baschi. Dietro alla retata di questa mattina, è evidente come la magistratura e le istituzioni affini, vogliano dare continuità al vecchio teorema “tutto è ETA”, e altrettanto evidente è come il giudice Velasco rappresenta la macchietta di colui che ideò e diede il via a tale teorema: il giudice Baltasar Garzon, noto ai più per aver emesso un mandato di arresto nei confronti di Pinochet, noto alla storia dei Paesi Baschi invece per aver portato avanti una dura politica repressiva nei confronti del movimento indipendentista basco. La retata di oggi è da inquadrare all’interno di una fase di risoluzione del conflitto (che ora più che mai sembra essere unilaterale) in cui l’organizzazione armata ETA ha dichiarato un cessate al fuoco permanente e si è dichiarata propensa, attraverso un comunicato di due giorni fa, al disarmo.

Intanto, per dimostrare solidarietà agli arrestati e al movimento Herrira, nella giornata di oggi sono state convocate numerose mobilitazioni a Baiona, Gasteiz, Donostia, Hernani, Pamplona e domani a Leioa. Ancora una volta per ribadire che non saranno né gli arresti, né le ordinanze giudiziarie a cancellare la solidarietà nei confronti dei prigionieri politici baschi, che piaccia o no al ministro degli interni e alle marionette che siedono nei banchi dei tribunali spagnoli.

Il video della piattaforma Ateak Ireki sull’operazione di questa mattina:

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