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Riders Amazon alzano la testa anche in India

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Abbiamo tradotto questo breve testo di Amazon Workers International che parla dello sciopero che ha visto impegnati i riders della multinazionale statunitense in India.

Dopo il primo sciopero nazionale che ha coinvolto tutti gli autisti di Amazon in Italia il 22 marzo, ora tocca all’India. La scorsa settimana le prime proteste e scioperi dei riders di Amazon si sono verificate a Pune, la metropoli vicino a Mumbai, e ora i sindacati vogliono organizzare una mobilitazione a livello nazionale.

Le condizioni di lavoro erano già molto inferiori a quelle che svolgono lo stesso lavoro in Europa: in India, infatti, il programma ′′ Amazon Flex ′′ ha diffuso la stessa forma di sfruttamento del lavoro come Glovo, Deliveroo e le piattaforme Just Eat, un Modello “pay-per-delivery” senza protezione per i lavoratori.

Anche in Europa gli automobilisti non sono dipendenti diretti di Amazon, sono assunti da aziende DSP (Delivery Service Providers), comunque sono ancora dipendenti con contratto collettivo, stipendio fisso, hanno diritto a ferie, permessi, pagamento straordinari e sono assicurato contro malattie e incidenti. In India, invece, per guadagnare quel poco che serve per nutrire una famiglia in classe operaia devi consegnare molti pacchi e devi correre a consegnarli: se ti fai male mentre corri a consegnare pacchi Amazon, sono solo problemi tuoi!

Ma non è tutto: fino a poco tempo fa, Amazon garantiva all’autista 35 rupie (€ 0.40) per ogni pacco consegnato ma ora ha deciso di abbassare le tariffe fino a 10-15 rupie. (€ 0.12-0.18 €) per pacco. Questo è stato il grilletto che ha causato la prima scintilla a Pune. Vedremo se questo incendio si diffonderà in tutto il paese. Certamente il vento della lotta di classe in Amazzonia soffia anche nel subcontinente indiano.

La classe operaia non ha nazione: siamo tutti al vostro fianco, fratelli e sorelle indiane!

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