Il silenzio internazionale si fa scudo del presunto ruolo di mediatore di questo paese nella guerra tra Russia e Ucraina. Nel frattempo, la Turchia viola i trattati, usa armi illegali e colpisce con i droni.
Dal 12 dicembre l’unica strada che collega Artsakh e Armenia è stata occupata dagli azeri, che – nonostante la presenza di truppe russe a controllo del corridoio – impediscono il transito dei beni di prima necessità: cibo, riscaldamento e anche farmaci.
Con la distruzione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 (avvenuta lo scorso 26 settembre), L’Europa ha tagliato i ponti dietro se stessa.
Per comprendere lo sciopero della fame di cui sono protagonisti i prigionieri politici mapuche del Coordinamento Arauco Malleco, parliamo con il portavoce del CAM, Rafael Pichún Collonao, che ci ha dichiarato che nonostante la criminalizzazione che subiscono da parte dello stato cileno, “loro sono decisi e in lotta”. di Carlos Aznárez e María Torrellas -Descrivici […]
La polizia ha detto di aver catturato l’aggressore e le autorità si sono congratulate con loro perché lo hanno catturato “rapidamente”. Tuttavia, il filmato mostra che l’aggressore è stato neutralizzato dai negozianti e che la polizia è arrivata sulla scena molto tardi.
Dopo l’attacco, centinaia di giovani curdi e solidali si sono radunati attorno al Centro culturale dell’X arrondissement, dando vita a durissimi scontri con la polizia tra sanpietrini, lacrimogeni e cariche.
Poco prima di mezzogiorno a Parigi un uomo ha aperto il fuoco a Parigi contro il centro culturale curdo Ahmet-Kaya, al numero 16 di rue d’Enghien nel quartiere Saint Denis. L’assalitore avrebbe anche sparato su un ristorante curdo e un parrucchiere sulla stessa strada.
Inghilterra. Infermieri, ambulanze, addetti ai controlli aeroportuali, lavoratori delle poste e delle ferrovie: tutti e tutte in sciopero in queste settimane per ottenere il tavolo sull’adeguamento salariale.
Negli ultimi dieci giorni di mobilitazioni in Perù, continua a crescere il numero dei morti a causa della repressione delle forze di polizia e militari.
Il Brasile vive la peggiore crisi della sua storia, che si manifesta nell’economia, nella società, nell’aumento della disuguaglianza sociale, nei crimini ambientali, la fame, la disperazione e la mancanza di prospettiva che affligge più di 70 milioni di lavoratori.