Tra questioni irrisolte e repressione del dissenso, come procede in Irlanda del Nord? In mancanza di chiarimenti da parte degli “addetti ai lavori”, cerchiamo di orientarci.
Un aspetto presente e significativo del ciclo di lotte che sta attraversando la Francia è la reciprocità tra le possibilità organizzative e di lotta che si trovano nelle composizioni operaie, che già vogliono lottare e modificare le proprie condizioni di lavoro e di vita, e il movimento più generale che si sta dando contro la riforma delle pensioni.
Da anni ci impegniamo nella lotta contro la guerra e contro la militarizzazione della nostra isola, diventata ormai una grossa portaerei per gli interessi bellici di Italia, Usa e Nato.
Sembrava che in Argentina si fosse perso il concetto di “piquetero”, questa categoria che circolava con naturalezza tra coloro che lottano e di disprezzo nei tecnicismi ministeriali. Come se la parola “Piquetero” fosse scomparsa dalla strada e dai media.
La Sardegna, per tutto il mese di maggio, vede grandissime esercitazioni militari che coinvolgono i paesi Nato e si inseriscono nel conflitto russo-ucraino. In questo periodo si susseguono con un enorme dispiegamento di mezzi: Noble Jump, Joint Star e Mare Aperto.
Il ministero dell’Agricoltura di Gaza ha affermato che i danni iniziali al settore agricolo a seguito della recente aggressione israeliana sono stati stimati in 1.300.275 dollari.
Il tour europeo di Zelensky è un tentativo di far digerire alle opinioni pubbliche, non certo convinte dalla propaganda di guerra, nuovi invii di armi ormai sempre più sofisticate e a lungo raggio.
L’Esercito “mira” agli studenti siciliani. Ed è propaganda bellica in un centro commerciale. Mostre, esercitazioni , esposizioni di mezzi e sistemi d’arma alle “Porte di Catania“. In prima fila le scuole siciliane di ogni ordine e grado
È una sentenza politica perché prescinde dai principi fondamentali di un dovuto processo, sottraendosi alle regole che garantiscono il diritto alla difesa nel quadro di un procedimento accusatorio garantista.
Erdogan ha evitato il tracollo perché ha saputo dare riconoscimento politico alla parte di paese più conservatrice che vede nell’islam la sua primaria fonte di identità e nelle manie di potenza del presidente lo strumento per l’affermazione di sé nel consesso internazionale