Parco del Meisino: uno scrigno di biodiversità da difendere
La conoscenza dal basso che sta contribuendo a rafforzare la lotta per la salvaguardia del parco del Meisino è un tesoro inestimabile, che ci ricorda come la scienza non sia neutrale, ma qualcosa da poter utilizzare per amplificare le battaglie a difesa del vivente che portiamo avanti.
Ecco il secondo approfondimento di stampo naturalistico sul parco del Meisino a Torino, qui si può leggere il primo.
Nel cuore del torinese, dove convergono la Stura di Lanzo, la Dora Riparia ed il Po, si estende per 245 ettari la riserva del Meisino. L’area è considerata molto importante dal punto di vista naturalistico, grazie alla ricca presenza di vegetazione e di avifauna acquatica. Tra le molte specie di uccelli che nidificano o migrano nel Meisino, alcune sono ritenute vulnerabili dal punto di vista del loro stato di conservazione. Per comprendere meglio l’importanza di questa splendida riserva, anche parte del Sito Natura 2000, e delle specie che la popolano, dovremo esplorare meglio alcuni concetti sulla tutela delle specie, tra i quali quello della cosiddetta “Lista Rossa”…
Riserva Naturale del Meisino e dell’Isolone di Bertolla (Andrea Miola)
Come tutti sappiamo, la tutela della Natura risulta essere una delle più grandi sfide dell’epoca contemporanea. Fra i molti temi di cui si occupano scienziati e altri specialisti del settore, c’è l’identificazione e la descrizione di specie, sia animali sia vegetali, che risultano essere particolarmente minacciate dal punto di vista conservazionistico. Spesso si sente parlare degli impatti negativi dovuti ai cambiamenti climatici, alla degradazione degli habitat e all’azione diretta dell’uomo. Non tutti sanno, però, che gli scienziati non si limitano ad una descrizione qualitativa dei fenomeni, bensì cercano costantemente strumenti, approcci e metodi per quantificare la portata dei fenomeni stessi.
Per assolvere in parte a questo proposito, nel 1948 nacque la IUCN, la prima organizzazione mondiale ad occuparsi di ambiente e, attualmente, il più grande network globale di soggetti autorevoli sul tema della conservazione della biodiversità. Fra i suoi innumerevoli compiti, la IUCN si occupa da anni di stilare una Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione. Dal 1994, le valutazioni si basano su un sistema di categorie definito e su criteri quantitativi scientificamente rigorosi, applicabili su tutti i viventi, ad accezione dei microorganismi. I vantaggi offerti da questo sistema sono molteplici, ma il più grande è quello di poter classificare i livelli di rischio in modo univoco, nonostante le specie esistenti siano molte e molto differenti tra di loro.
Tabella ufficiale della IUCN, rilasciata nel 2001
Come si può dedurre dalla tabella qui riportata, ogni specie necessita di un adeguato numero di dati per poter fare una corretta valutazione del rischio. Dal punto di vista pratico, una valutazione è più facile da attuare se la specie era già stata descritta in passato e se, anche nel presente, c’è la possibilità di campionare un numero sufficiente di individui e di descrivere l’andamento della loro popolazione nel tempo. Ritornando alla nostra tabella, si può osservare come le categorie di rischio siano 11. Se la specie non è ancora estinta, se è stata valutata e i dati sono sufficienti, allora possiamo attribuire al suo stato di conservazione diversi gradi di minaccia.
In ordine di criticità decrescente, troveremo:
- In Pericolo Critico (CR)
- In Pericolo (EN)
- Vulnerabile (VU)
- Quasi Minacciata (NT)
- Minor Preoccupazione (LC)
Come si può intuire, le prime tre categorie riportate sono quelle che necessitano di più cura e più attenzione dal punto di vista conservazionistico e, per tale motivo, rientrano nella Lista Rossa della IUCN. A questo punto, possiamo domandarci quali criteri facciano sì che una specie rientri in un grado di rischio anziché in un altro.
Esistono 5 criteri, molto ben definiti, che permettono agli scienziati di valutare il grado di preoccupazione per lo stato di una specie:
A. Popolazione in declino
B. Distribuzione ristretta in declino
C. Piccola popolazione in declino
D. Distribuzione molto ristretta o popolazione molto piccola
E. Analisi quantitativa del rischio di estinzione
Tuttavia, sapere che una specie è in pericolo non basta, bisogna mettere in atto strategie concrete al fine di migliorarne conservazione. Nessun intervento conservazionistico, infatti, può prescindere dai provvedimenti politici e legislativi che tutelano (o non tutelano abbastanza) l’ambiente. A tal proposito, esistono Direttive Europee (da intendere come linee guida condivise), che devono essere recepite e declinate come leggi dai singoli Stati membri dell’Unione Europea.
In particolare, la Direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio concerne la conservazione degli uccelli selvatici.
Alcune delle specie presenti nella Direttiva qui citata, si trovano proprio all’interno della riserva naturale del Meisino, che ospita anche animali facenti parte la Lista Rossa italiana per i vertebrati. Segue qui una breve lista di specie di avifauna del Meisino degne di menzione, il loro nome comune e il loro livello di rischio in ordine decrescente secondo i criteri IUCN:
Aythya nyroca (Moretta tabaccata), In Pericolo
Chlidonias niger (Mignattino), In Pericolo
Sternula albifrons (Fraticello), In Pericolo
Ixobrychus minutus (Tarabusino comune), Vulnerabile
Milvus milvus (Nibbio reale), Vulnerabile
Circus aeruginosus (Falco di palude), Vulnerabile
Nycticorax nycticorax (Nitticora), Vulnerabile
Milvus migrans (Nibbio bruno), Quasi Minacciata
Alcedo atthis (Martin pescatore), Minor Preoccupazione
Gavia arctica (Strolaga mezzana), Minor Preoccupazione
Gavia stellata (Strolaga minore), Minor Preoccupazione
Ardeola ralloides (Sgarza ciuffetto), Minor Preoccupazione
Egretta alba (Airone bianco maggiore), Minor Preoccupazione
Egretta garzetta (Garzetta), Minor Preoccupazione
Pandion haliaetus (Falco pescatore), Minor Preoccupazione
Falco peregrinus (Falco pellegrino), Minor Preoccupazione
Sterna hirundo (Rondine di mare), Minor Preoccupazione
Nitticora nella Riserva del Meisino e Isolone Bertolla (Fabrizio Nobili)
Come si può notare, sono molte le specie che popolano il Meisino e alcune di esse necessitano di protezione speciale da parte delle autorità competenti come l’Ente Parco Po. Una delle principali forme di protezione è la tutela dell’habitat, che passa attraverso la mitigazione dell’impatto antropico e una grande cautela nella costruzione di grandi opere. Opere come la Cittadella dello sport al Meisino comporterebbero un declino progressivo della naturalità e quindi una severissima minaccia agli ecosistemi.
Sitografia:
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