Abbattimento recinzioni in Clarea – atto II
Per la prima volta durante una iniziativa notturna i reparti delle forze dell’ordine si sono schierati in diversi punti al di fuori delle recinzioni. Numerosi blocchi sparsi sui vari sentieri di accesso alla val Clarea o sulle vigne di via Avanà. Si è scelto quindi insieme di muoversi su sentieri nuovi e più sicuri compattando poi i due spezzoni partiti dalle due estremità del cantiere, Giaglione e Chiomonte. Iniseme si è quindi deciso di cercare il lato debole dela militarizzazione. Un cantiere enorme difeso ogni giorno a fatica da centinaia di uomini delle fdo.
Raggiunta l’area alle spalle della ex zona archeologica della Maddalena si è riusciti ad abbattere una consistente porzione di barriere e cancelli. Immediata la risposta della polizia che ha proceduto con un fitto lancio di lacrimogeni e idranti contro i no tav. Impauriti e presi alla sprovvista dal repentino crollo delle difese le fdo si sono adoperate per contenere e allontanare a fatica i manifestanti. In tutta tranquillità si è poi imboccata la via del ritorno verso Giaglione da dove si è fatto il punto della situazione con i no tav accorsi in sostegno e con il campeggio di Chiomonte anch’esso presidiato e bloccato per alcune ore dalla polizia.
Infine tutti sono rientrati verso le loro case, i propri paesi o al campeggio di Chiomonte senza particolari difficoltà. E’ stata una importante giornata all’interno di questi tre mesi (estate di lotta) di mobilitazione che in questa fase vuol dire resistere, tenere il fiato sul collo alla struttura e alle infrastrutture del cantiere e alla lobby si tav. Una esperienza collettiva estenuante e faticosa che ha prodotto un importante risultato: superare ogni possibile rassegnazione di fronte alla devastazione della val Clarea e alle dichiarazioni dei politicanti sullo stile “protestate pure ma il cantiere deve andare avanti”. Questa illusione sta traballando, e per questo la strategia è isolare, denigrare, criminalizzare il Movimento No Tav.
Si rassegnino: qui la gente della valle, che ha sfilato con noi tenendosi per mano alle marce popolari, sostiene l’opposizione e la resistenza al Tav, compresi gli assedi al cantiere; altro che le favolette sui “black bloc” e gli “anarco-insurrezionalisti”… Si ricama su fatti marginali successi a Torino o si spera, come avvoltoi, in gesti individuali sulla testa di tutti, senza vedere l’evidenza di ciò che ognuno può toccare con mano: si è già formata nella valle una consapevolezza estesa riguardo alle necessità di questa fase della resistenza, in cui anche il conflitto e la determinazione sono necessari. Tale consapevolezza non riguarda “segmenti” o “ideologie”, ma un fronte popolare e sociale che salda diverse generazioni, diverse estrazioni politiche e territoriali.
Rassegnatevi, ancora una volta: da questo punto di vista una nuova generazione di studenti, di giovani, di universitari sta crescendo nelle scuole e nei quartieri di questo paese. Dalla Val Susa parte un invito a un autunno di lotta. Tutto evolve nella direzione di una battaglia aspra ma consapevole, difficile ma volenterosa, lunga ma infinitamente più carica di futuro delle violenze e delle diffamazioni della controparte. Se una cosa ha dimostrato quest’agosto di azioni, passeggiate, contrasto alla militarizzazione e condivisione progettuale, è ciò che gridiamo da anni, e cioè: a sarà dura… per loro!
da: notav.info
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