Francia: botte da orbi ai manifestanti antinucleari
Per due ore, questa mattina, sono sfuggiti alla Polizia correndo nelle campagne intorno alla località di Valognes. Poi però, con l’approssimarsi del treno carico di scorie, circa trecento attivisti si sono diretti verso i binari della locale stazione con l’intenzione di bloccare il convoglio di passaggio. A quel punto centinaia di agenti in assetto antisommossa sono intervenuti duramente per disperderli mentre barriere di ferro alte due metri impedivano l’accesso allo scalo ferroviario di Areva. In realtà alcuni attivisti sono riusciti a penetrare oltre le barriere aggirandole nei campi al di fuori del centro abitato.
Contro i manifestanti, che hanno a lungo resistito ai manganelli e alle cariche, la polizia ha usato anche una grande quantità di gas lacrimogeni. Alla fine dello scontro sono stati cinque i manifestanti arrestati.
Le autorità francesi avevano infatti preventivamente vietato tutte le manifestazioni nel raggio di 500 metri dalla ferrovia fra Valognes e Lison, ovvero lungo i 70 chilometri di linea ferrata lungo i quali sta transitando il convoglio all’interno del dipartimento della Manche. Non è la prima volta che i movimenti antinucleari francesi ed alcune organizzazioni della sinistra militante tentano di bloccare fisicamente il passaggio di un ‘treno nucleare’. Già nel 2010 riuscirono a bloccare, in territorio francese, un treno per ben 3 giorni.
Quello di oggi è di fatto il dodicesimo e ultimo convoglio di scorie nucleari affidate dalla Germania alla multinazionale francese Areva per essere ritrattate nel suo stabilimento di La Hague. Il convoglio ha riportato le scorie trattate nel sito tedesco di Gorleben. Il contratto fra Areva e i partner tedeschi scade proprio con questo ultimo viaggio.
La Germania, che ha deciso di uscire dal nucleare nel 2022, non dovrebbe più d’ora in avanti far riprocessare le sue scorie radioattive in Francia, limitandosi a stoccarle all’interno del Paese. Proprio per questa ragione, questa volta sembrava che le organizzazioni più rappresentative del movimento antinucleare francese non volessero frapporsi ai convogli. “Ci siamo sempre opposti al riciclaggio delle scorie, ma siamo favorevoli al loro rientro in Germania” aveva spiegato Yannick Rousselet di Greenpeace Francia. Ma evidente non tutte le organizzazioni erano d’accordo.
In questi anni sia la piattaforma ‘Sortir du nucléaire’ che il sindacato dei lavoratori delle ferrovie ‘Sud-Rail’ avevano denunciato i rischi del trasporto di scorie, con un potenziale di radioattività pari a quello che era fuoriuscito da Chernobyl, stoccate sui vagoni in contenitori e bloccate nel vetro.
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