Intimidazioni poliziesche al cantiere ma non si ferma l’opposizione al TAP
Questa mattina nelle campagne di Melendugno diversi attivisti e abitanti della zona impegnati nell’opposizione alla costruzione al magagasdotto si sono ritrovati davanti al cantiere del Capitano che dovrebbe ospitare l’approdo dell’opera.
Le operazioni dei camion sono state rallentate dai manifestanti che hanno intensificato la propria presenza nei pressi del cantiere dopo il voltafaccia dei rappresentanti del movimento cinque stelle che avevano sposato la causa della contrarietà al TAP e alla devastazione apportata da questo affare milionario alle coste salentine. Dopo le promesse vacue e il tradimento di fatto della politica una già pesante militarizzazione dell’area e l’arroganza poliziesca provano a imporre la realizzazione dell’opera nonostante la manifesta opposizione della popolazione residente.
Da una nota della pagina facebook del Movimento si apprende che: “come al solito, alcune famiglie, madri e padri insieme ai loro bambini, sono andati a fare la loro pacifica passeggiata di protesta per manifestare contro quel mostro di imposizioni dal nome TAP. Mentre una donna era seduta per terra per dimostrare il suo attaccamento alla terra, le forze dell’ordine, bardate di tutto punto come se dovessero andare ad intercettare il peggior criminale della storia, hanno iniziato a strattonarla e a trascinarla per terra. Un attivista, intervenuto in sua difesa, inizia ad essere provocato da un uomo in borghese, il quale intima l’attivista di spingerlo e di mostrargli i documenti. Ma quando l’attivista dice “io non spingo nessuno e mi mostri lei i documenti” (ricordiamo che l’uomo era in borghese), questo viene preso con la forza e condotto in questura”.
Dal profilo Movimento NO TAP riportiamo un documento filmato dei fatti in questione.
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