Nuova giornata di resistenza ad Arquata
ed eseguire il sondaggio.
Nonostante la convocazione arrivata con poche ore di anticipo, con la solita generosità, si sono presentati all’appuntamento una sessantina di militanti di Arquata e degli altri comitati piemontesi e liguri. Gli operai della SubSoil s.r.l. di Reggio Emilia, ditta a cui sono stati subappaltati i lavori dalla Geotec, non si sono proprio fatti vedere e le forze dell’ordine si sono tenute a distanza.
Tutto è proseguito nel solito clima di festa che si respira ai presidi dei No Tav, fra una partitella a pallone (in mezzo al fango), i soliti fuochi accesi per riscaldarsi e ottime salsicce offerte dal comitato di Arquata con cui gli attivisti hanno pranzato.
Intanto una delegazione del comitato di Arquata recatasi in Comune riusciva a dipanare una volta per tutte la matassa ingarbugliata delle autorizzazioni richieste dalla Geotec per l’esecuzione del sondaggio.
La Geotec ha presentato regolare richiesta per lo svolgimento del sondaggio e un tecnico del Comune di Arquata, senza avvisare il Sindaco Spineto (cosa gravissima), ha rilasciato regolare autorizzazione di Scavo su suolo pubblico alla Geotec. Stessa cosa dicasi per la richiesta di occupazione suolo pubblico. Peccato che con la classica modalità truffaldina che contraddistingue il signor Bordignon Fiorenzo e i suoi uomini hanno pensato bene di non comunicare l’avvio dei lavori (forse per paura che i No Tav venissero avvisati, cosa che è stata prontamente fatta dagli abitanti del luogo) e di non indicare il responsabile dei lavori. A questo si aggiunge che l’area occupata per lo scavo era ben superiore di quella richiesta: circa 27 metri quadri a fronte di una richiesta da 15 metri quadri (gli stessi Vigili di Arquata hanno verificato la cosa ed è probabile che seguirà una multa per l’infrazione).
A fronte di tutto questo l’amministrazione di Arquata si è impegnata, a seguito di un’ulteriore verifica che verrà fatta Lunedì Mattina, a sospendere l’autorizzazione al sondaggio.
Permessi o non permessi (il comitato di Arquata a conoscenza del rilascio dell’autorizzazione aveva comunque deciso di effettuare il blocco) è stata l’ennesima occasione per il movimento di dimostrare la sua vitalità e l’appoggio di cui gode fra la popolazione arquatese.
Nonostante la trivella fosse nascosta dietro un capannone in una strada periferica neppure raggiungibile con l’automobile, il comitato è venuto subito a conoscenza del tentativo di eseguire il sondaggio, dimostrando ancora una volta a Cociv e ai suoi scagnozzi che continueranno ad avere vita difficile nel piccolo Comune piemontese al confine con la Liguria.
Il movimento ha fatto ancora una volta la sua parte, rendendo anche palesi alcune difficoltà di comunicazione all’interno del Comune di Arquata fra tecnici e politici. Errori da cui impararare per rendere più incisiva la battaglia contro il Terzo Valico.
Lunedì sarà l’amministrazione comunale a dover fare la sua parte. Non c’è ragione per credere che questo non avvenga.
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