San Didero, 9 dicembre. “Mega-opere, mega-eventi: no grazie!”
Al Polivalente di San Didero sabato 9 dicembre alle ore 14.30, nella cornice di appuntamenti previsti per le mobilitazioni dell’8 dicembre notav, si terrà un dibattito dal titolo “Mega-opere, mega-eventi: no grazie! Difendiamo la montagna, l’acqua e la vita dall’estrattivismo ecocida”.
Di seguito riportiamo l’indizione dell’incontro da notav.info
In Val di Susa appare da sempre sotto gli occhi di tutte e tutti chiaro e lampante, l’effetto di mega-opere come il tav. I cantieri, nel corso degli anni, hanno provocato la distruzione di un ampio territorio già interessato da una pesante industrializzazione. I boschi e i vecchi mulini della Val Clarea sono stati spazzati via proprio in queste settimane e il fiume di questa piccola valle, già inglobato dal cantiere, è sempre più rinchiuso e sottratto.
Il Tav è solo uno degli esempi dell’impatto di queste gigantesche macchine devastatrici, il braccio armato di un sistema ben più ampio; un sistema megalomane che prevede come unica ricetta l’imposizione di colossali opere, cementificazione dopo cementificazione.
In Val Susa, tutto ciò si è espresso in passato anche attraverso mega-eventi come le Olimpiadi invernali del 2006 che hanno lasciato in eredità vecchi scheletri ultra costosi, come ci ricorda quotidianamente la pista da bob costruita sul comune di Cesana, in alta valle. Infrastrutture inutilizzate e inutilizzabili poiché incapaci di rispondere ai bisogni di chi quelle zone le abita e le vive ogni giorno.
Con le prossime Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, l’ incubo ritorna reale nella stretta connessione tra mega-eventi e mega-opere. Riparte la litania di patriottismo e cultura dello sport che cela l’irrefrenabile voglia di appalti, accaparramenti e profitti, fondamenta di questi progetti. Riparte il ciclo di costruzione di nuove strutture, tra piste e bacini idrici per produrre neve artificiale, e la ristrutturazione di vecchi impianti al costo di distruggere progressivamente il paesaggio montano circostante.
Mega-eventi e mega-opere costellano i nostri territori disegnando un progetto estrattivista che tende a colonizzarli sempre di più.
In uno scenario di crisi climatica ed ecologica, questo tipo di infrastrutture ed eventi indica la volontà di appropriazione sfrenata e di privatizzazione di quelle risorse primarie alla base della vita di tutte e tutti come il suolo e l’acqua.
Di fronte ad ecosistemi svuotati ad alta velocità a suon di cave, debiti e speculazioni, in contrapposizione alla crisi ecologica provocata da questa megalomania, le montagne oggi più che mai sono baluardi da difendere . I nostri monti sono il luogo da cui nasce l’acqua e quindi la vita. Dove cede la montagna, cede un’intera catena del vivente. Come comunità rimane necessario riunirsi per condividere prospettive e pratiche di lotta in difesa di ciò che la montagna rappresenta, inaugurando e rafforzando alleanze internazionali per fermare il protrarsi di questi ecocidi.
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