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Taranto: il sindaco Bitetti ritira le dimissioni e partecipa all’incontro al ministero. Slittate le decisioni sull’ex-ILVA il 12 agosto

Si è tenuto a Roma giovedi 31 luglio l’incontro tra il governo e gli enti locali in relazione alla sottoscrizione dell’Accordo di Programma Interistituzionale sul futuro produttivo dell’ex Ilva di Taranto (giorno nel quale è stato approvato in via definitiva alla Camera l’ultimo decreto che assegna altri 200 milioni di euro per la prosecuzione dell’attività del siderurgico).

Erano presenti rappresentanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero della Salute, del Ministero dell’Interno, della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, del Comune di Taranto, del Comune di Statte, dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, di ILVA S.p.A. in Amministrazione Straordinaria, di Acciaierie d’Italia S.p.A. in Amministrazione Straordinaria. Presente anche il Sindaco di Taranto Bitetti che ha ritirato le dimissioni.

E’ stato fissato un nuovo incontro il 12 agosto al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Nel frattempo sarà aggiornata la gara ancora in corso per la vendita dell’ex Ilva e si svolgerà il consiglio comunale monotematico a Taranto.

La gara sarà riaperta la prossima settimana e si chiuderà entro settembre. La novità rispetto a quella bandita lo scorso anno, consta nel fatto che vi sarà per il futuro acquirente l’obbligatorietà della decarbonizzazione da attuare con l’installazione dei tre forni elettrici rispetto agli attuali tre altoforni a carbone entro 7/8 anni, mentre nella precedente era soltanto prevista come opzione.

Il Ministero, d’intesa con le Istituzioni presenti, ha quindi deciso di fissare un incontro il 12 agosto per consentire agli enti locali, come da loro richiesta, di riunire gli organi assembleari al fine di esprimere compiutamente le loro posizioni sul Piano di decarbonizzazione.

Durante la riunione è stato infatti presentato un documento dal sindaco del Comune di Taranto riguardo ad un’ulteriore opzione del Piano di decarbonizzazione (la così detta opzione C, che dovrebbe prevedere tre forni elettrici e un impianto DRI).

Gli ambientalisti denunciano ciò che emerge chiaramente dalle carte: il processo di decarbonizzazione, se attuato, verrà portato a termine tra 10-12 anni. In questo lasso di tempo saranno riaperte tutte le fornaci dell’acciaieria, proprio quelle che per tutti questi anni hanno avuto un impatto significativo su Taranto e sulla salute della popolazione: l’enorme attività siderurgica ha provocato l’aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari e tumorali, specialmente nei quartieri più vicini all’ex Ilva.

Resta la questione relativa alla concessione dell’AIA all’ex Ilva per i prossimi 12 anni, rilasciata dal ministero dell’Ambiente la scorsa settimana, nonostante la contrarietà degli enti locali. Che potrebbero presentare ricorso al TAR, qualora gli uffici legali riscontrassero gli estremi per farlo.

Il punto della situazione con Gianmario Leone giornalista del Corriere Taranto che da anni segue le vicende relative all’ex-Ilva Ascolta o scarica 

da Radio Onda d’Urto

Di seguito il comunicato di Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti di Taranto:

Che Bitetti, già tornato Sindaco, si prenda le sue responsabilità!

Miracolosamente lo spaventato e dimissionario primo cittadino, con un colpo teatrale, ieri si è presentato a Roma all’incontro organizzato al Mimit per discutere l’Accordo di Programma proposto dal Governo.

Si è presentato al Ministro Urso da politico “coraggioso “, da “uomo di stato “, spinto a furor di popolo , convinto dai centinaia, cosa diciamo, da MILIONI di attestati di stima ricevuti dai cittadini BUONI di Taranto che andavano giustamente rappresentati.

Per deduzione, chi ha espresso dissenso, ricordandogli che il sindaco è il primo responsabile della salute di tutti i suoi concittadini, senza distinzione tra buoni e cattivi, tra elettori e non elettori, non solo non ha diritto ad essere ascoltato, ma va anche denunciato, va anche dato in pasto alla stampa, quella che coglie un refuso per farne infiltrati incappucciati, semprevivo il metodo Archinà.

Già ieri mattina, le solite emittenti regionali mostravano un rilassato Governatore, regista speculatore di questa tragicommedia,

dispiaciuto per la piccola pedina comunale che, differentemente dal suo piglio da ex magistrato, abile ad affrontare contestazioni accese, si era lasciato intimorire.

Questo, per onor di cronaca, è vero ma solo perché “I FATTI” realmente accaduti non avrebbero spaventato neanche un “bambino”.

Nella sua personale ricostruzione dei BUONI e CATTIVI manifestanti, Emiliano menziona proprio l’associazione tarantina che, guarda caso, ha alcuni dei suoi rappresentanti all’interno del consiglio comunale, firmatari, sempre guarda caso, di un neonato piano C, uscito chissà da quale cassetto, nelle ultimissime ore.

In pratica, come già successo nel 2012 e nel 2019, la campagna divisiva è denigratoria è partita.

Lo scenario forse è più complesso ma adesso le dinamiche sono chiare e sono peggiori di quanto abbiamo visto in questi lunghi 12 anni:

All’epoca i titoloni del 2012 riportavano “L’ASSALTO”, gli ultras attaccano la piazza dei sindacati, la democrazia è in pericolo….”

In questi giorni, con più fantasia, le testate hanno messo “GLI INCAPPUCCIATI”

GLI URLATORI “,GLI ECOTALEBANI”, una dissidenza così minacciosa che le forze dell’ordine manco l’ha vista.

L’elemento nuovo ma non inaspettato di questa campagna denigratoria è il fronte ambientalista col breviario del buon manifestante.

Se una volta eravamo utili in piazza per contestare politicanti e sindacalisti del momento, adesso, ottenute le varie poltrone nel consiglio comunale, finiamo dritti dritti nella cittadinanza da civilizzare.

A margine di un copione imbastito di sana pianta, ci permettiamo di ricordare a chi sosteneva di voler cambiare il sistema dall’interno che è stato presto dimostrato che in questo sistema ci sguazza senza sforzo.

Così, mentre si consumava la pantomima delle dimissioni e delle denunce a facinorosi inesistenti, mentre l’Assessore Cosa chiariva che l’inagibilità politica era più che altro riferita alle pressioni dall’alto, in contrasto con le dichiarazioni del sindaco pro-cittadinanza e pro- salute, accadeva che i fidi consiglieri partorivano il novello piano C, quello di “soli 5 anni” di ciclo integrale a carbone prima di arrivare all’idrogeno!

Pare, tuttavia, che qualcuno gli abbia ricordato, forse Gozzi di Federacciai, che l’idrogeno sta all’acciaio come la loro onestà intellettuale sta alla carica pubblica che ricoprono: non si sfiorano neanche.

Al povero Sindaco, ora che la sua squadra ha partorito la proposta geniale, suggeriamo di fare appello a tutto il suo coraggio perché del futuro di Taranto e dei tarantini sarà soprattutto lui a rispondere nelle sedi giuste in cui si dovrà capire a chi dovremo altri morti e altri malati, che questi progetti non potranno scongiurare.

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pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

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