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Anonymous: oggi parte la terza #OpIsrael [video]

Ritorna #OpIsrael, l’attacco di Anonymous contro i siti israeliani. Questa mattina infatti, alcuni siti web governativi israeliani -come quello del ministero dell’istruzione- sono rimasti fuori uso per diverse ore. Quella di stamattina viene vista come la prima parte di un attacco informatico effettuato da Anonymous, dopo quello dell’anno scorso che ha recato ingenti danni alle autorità israeliane. Con questa nuova campagna, Anonymous continua a dimostrare la propria solidarietà con il popolo palestinese.

Anonymous ci riprova un anno dopo #OpIsrael dell’aprile 2013. Allora, secondo fonti interne allo stesso gruppo di hacker, i danni riportati dalle autorità israeliane si aggirarono sui tre miliardi di dollari, con 100mila siti internet (tra cui quello dell’ufficio del primo ministro e quello dell’esercito israeliano), 40mila pagine Facebook, 5mila profili Twitter e 30mila conti bancari bloccati dalla cyber war pro-palestinese. Dati che il governo di Tel Aviv aveva prontamente smentito: danni sì, ma limitati.

Oggi 7 aprile 2014 Anonymous lancia una nuova campagna, la terza #OpIsrael: target degli hacker centinaia di siti internet di organizzazioni e ministeri israeliani: “Questo è un messaggio da Anonymous Operation Israel, il Collettivo Anonymous dei combattenti cyber di tutto il pianeta: facciamo appello ai nostri fratelli e alle nostre sorelle perché hackerino, dirottino, provochino perdite di dati, assumano il controllo dei siti e blocchino i DNS dello spazio cibernetico israeliano con ogni mezzo necessario – questo il contenuto dell’annuncio del gruppo di pirati informatici – L’ultimo assalto contro la gente di Gaza, inondata dai vostri liquami, terrorizzata dal vostro apparato militare e lasciata morire al confine in attesa di cure mediche NON sarà mai più tollerato. Non la smetteremo fino a quando lo Stato di polizia non diventerà uno Stato libero e fino a quando la Palestina non sarà libera”.

“NON potete nascondere le case demolite. NON potete nascondere la serie di proiettili usati per uccidere e mutilare i palestinesi. NON potere nascondere le strade dell’apartheid. Le vostre campagne viziose contro i gruppi di solidarietà con la Palestina in giro per il mondo attraverso la censura e le dispute legali NON sono passate inosservate”.

A dar man forte ad Anonymous ci sarà un secondo gruppo hacker, AnonGhost, che a marzo aveva dichiarato di aver bloccato il sito del Ministero dell’Agricoltura israeliano. Uno dei pirati informatici che sta prendendo parte all’attacco di oggi ha detto all’emittente tv RT che “l’obiettivo dell’attacco è mostrare al mondo la vera faccia di Israele e delle sue forze armate”.

Immediata la risposta di alcuni hacker israeliani che hanno assunto il controllo del sito OpIsrael.com pubblicando contenuti pro-israeliani, l’immagine di una bandiera israeliana e una canzone rap che nega l’esistenza del popolo palestinese.

Il primo attacco cyber di Anonymous risale al novembre 2012 durante l’operazione militare israeliana Colonna di Difesa contro la Striscia di Gaza: all’epoca furono circa 700 i siti internet israeliani colpiti. A quella prima operazione seguì la seconda, il 7 aprile 2013 che investì i siti delle principali istituzioni israeliane, dallo Shin Bet (i servizi segreti interni) al Ministero della Difesa. Nelle homepage dei siti target apparve la maschera bianca simbolo di Anonymous e messaggi pro-palestinesi, accanto a appelli per la liberazione dell’allora prigioniero politico in sciopero della fame, Samer Issawi. La guerra cyber continua.

da NenaNews

Il video:

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