Brescia: un altro foglio di via (di tre anni) per colpire le lotte sociali
Solidarietà ad Aziz dalla redazione di Infoaut!
Nel fine settimana appena trascorso è stata comminata l’ennesima misura repressiva nei confronti di un giovane militante delle realtà antagoniste bresciane.
Si tratta, ancora una volta, di un “foglio di via” della durata di addirittura 3 anni, emesso dalla Questura, con il quale si prescrive il divieto di mettere piede sul suolo del Comune di Brescia. La Questura di Brescia non è nuova all’utilizzo arbitrario di questa misura, particolarmente odiosa e lesiva delle libertà personali, benchè in assenza di condanne definitive. Nel 2013 un altro attivista era stato colpito da tale provvedimento, che è stato poi pretestuosamente notificato anche ad un ultras bresciano del gruppo Brescia 1911 ex-curva Nord, fino ad essere impiegato per agitare e alimentare lo spauracchio, sempre buono, della sicurezza (si vedano i fogli di via comminati ai ragazzi protagonisti della rissa in Piazza Vittoria, che ha fatto il giro del web).
Nell’ordinanza in questione il Questore cerca di giustificare un provvedimento giuridicamente ingiustificabile, asserendo ad una serie di episodi che dimostrerebbero la presunta “pericolosità sociale” del soggetto. Si tratta esclusivamente di azioni compiute in città in occasione di manifestazioni, picchetti contro gli sfratti o ai cancelli dei magazzini della logistica, iniziative di lotta per i diritti sociali e umani di tutte e di tutti.
Ci sembra, dunque, ancora una volta chiara la strategia della Questura di Brescia, sovente spalleggiata dalla Procura, e perfettamente in linea con le direttive del governo Renzi: colpire chi non ha intenzione di allinearsi al pensiero unico del neoliberismo selvaggio, dell’austerity, della precarietà, dello smantellamento dei diritti e in generale dell’attacco alle condizioni di vita delle fasce più deboli della popolazione e ha deciso, insieme a chi soffre i costi sociali di queste politiche, di organizzarsi e lottare per un modello differente, fondato sulla solidarietà e il mutuo soccorso.
E’ il caso di Aziz e di decine di militanti bresciani, colpiti con sempre maggiore frequenza da misure cautelari come questa o come gli obblighi di firma, e da un numero oramai incalcolabile di denunce, seguite da continui processi.
L’obiettivo è come sempre quello di intimidire e scoraggiare chi non ha intenzione di accettare la distruzione di reddito e welfare, la precarizzazione continua, la devastazione dei territori per i profitti di pochi, l’attacco costante ai diritti dei migranti e il riemergere di tentativi neofascisti e/o apertamente razzisti di cavalcare la cosiddetta emergenza profughi.
Impresa nella quale, lo vogliamo dichiarare fin da subito, la Questura di Brescia è destinata a fallire. L’utilizzo sempre più insistente di misure di questo tipo ci mostra infatti l’isterica e nervosa preoccupazione della controparte ed è, per noi, la spia dell’efficacia dei nostri percorsi di lotta per la trasformazione di un esistente, altrimenti fatto soltanto di sfruttamento, sopraffazione, emarginazione sociale e calpestamento della dignità delle persone.
Per questo siamo pronti fin da subito, e da settembre in particolare, a riprendere con forza l’iniziativa politica e sociale in città per casa, reddito e dignità. Come sempre lo faremo attraverso le pratiche che collettivamente decideremo di fare nostre, piacciano o meno ai solerti difensori dell’ordine costituito.
Infine siamo sicuri che grazie all’azione dei nostri legali e all’inconsistenza giuridica di questa misura presto potremo avere nuovamente Aziz al nostro fianco, nella città in cui esprime generosamente, da tempo, e in cui ha il diritto di continuare a praticare, il proprio desiderio di costruire un mondo migliore.
P.s.: Inviamo un ideale foglio di via da Brescia al Questore e ai quei funzionari di polizia, che, di passaggio per qualche anno nella nostra città, senza conoscerne storia e tessuto sociale, pensano di poterne domare la parte ribelle ricorrendo a strumenti repressivi, retaggio delle leggi fasciste.
Manganello, denunce e fogli via non arresteranno le nostre lotte.
Centro Sociale Autogestito Magazzino 47 – Associazione Diritti per tutti – Kollettivo Studenti in Lotta
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