InfoAut
Immagine di copertina per il post

California. Oltre 30mila carcerati in sciopero della fame

Lo sciopero della fame dei prigionieri e la guerra ai poveri negli Stati uniti

Più di un mese fa, l’8 luglio, oltre 30 mila carcerati delle prigioni californiane (lo Stato con più prigioni e prigionieri pro-capite del pianeta) hanno cominciato uno sciopero della fame. Dopo oltre 37 giorni, nonostante numerosi tentativi di impedire lo svolgimento della protesta, centinaia di prigionieri, principalmente quelli rinchiusi nelle Secure Housing Units (SHU, il regime d’isolamento), stanno continuando a portare avanti la protesta per il miglioramento delle condizioni nelle carceri. Li sostiene una rete di solidarietà che parte dalle famiglie dei prigionieri e include anche attivisti della sinistra radicale, community organizers, residui di #occupy e cristiani di base. Le cinque rivendicazioni fondamentali sono semplici e mirano a ottenere risultati concreti nel breve periodo, mentre allo stesso tempo mettono in discussione tutto il sistema carcerario californiano:

* La fine delle punizioni collettive e degli abusi amministrativi

* L’abolizione delle politiche di debriefing (cioè le forme di ricatto nei confronti dei prigionieri per ottenere informazioni sulle gang, mettendo loro e le loro famiglie in pericolo) e delle modalità di etichettare dei prigionieri come attivi in gang, una delle giustificazioni principali per l’isolamento di molti prigionieri.

* Eliminazione dell’isolamento a lungo termine, adempiendo alle raccomandazioni della US Commission on Safety and Abuse in America’s Prisons del 2006, mai applicate.

* La garanzia di cibo adeguato e nutriente, e la possibilità per i prigionieri di comprare supplementi vitaminici.

* Espandere e migliorare privilegi e programmazione costruttiva (visite, telefonate, accesso a libri, strumenti culturali e artistici, accesso alla formazione ecc.) per i prigionieri rinchiusi nelle SHU.

Il primo segnale di questa mobilitazione è arrivato nella primavera del 2011, quando un centinaio di prigionieri nel carcere di Pelican Bay (una delle quattro strutture nello Stato della California che ospita SHU; le altre sono Tehachapi, Folsom e Corcoran) hanno contattato alcuni attivisti e attiviste informandoli che stavano per entrare in sciopero. Lo sciopero della fame si è allargato velocemente, finendo per includere quasi 7 mila prigionieri. La California Department of Corrections & Rehabilitation (CDCR) si è impegnato per riformare alcuni aspetti del sistema, con attenzione speciale alle SHU. Il venir meno a questo impegno ha portato alla formazione della coalizione (guidata dai prigionieri) e alla formulazione delle rivendicazione base.

Le rivendicazioni mirano ad attaccare lo strumento dell’isolamento, in quanto forma di tortura e in quando meccanismo di rafforzamento delle ingiustizie quotidiane del sistema carcerario californiano. Esse sono il paradigma dei processi che negli ultimi 3 decenni hanno trasformato gli Stati uniti nel paese con più incarcerati o monitorati pro-capite del pianeta (più di 7 milioni rinchiusi nelle carceri o sottoposti a regimi di sorveglianza).  Questi tre decenni sono stati segnati dal progressivo smantellamento del welfare sociale, dall’inasprimento delle pene minime per reati non-violenti e contro il patrimonio, dal boom della costruzione di nuove carceri (settore sempre più privatizzato o attraversato da interessi privati) e dalla War on Drugs. Una guerra vera e propria, che ha massacrato le comunità più proletarizzate degli Stati uniti, in particolare quelle of color, afroamericani, ispanici, nativi. In California ci sono circa 120 mila incarcerati (di cui 10 mila in regimi di isolamento), quasi il 60% dei quali appartenenti alle comunità latino, afroamericane, indigene e asiatiche. Dal 2006 lo Stato della California ha iniziato un processo di «riallineamento», per ridurre i costi economici prodotti nei due decenni precedenti, durante i quali la popolazione incarcerata era aumentato del 500%. Il numero di prigionieri si è effettivamente ridotto, ma molte carceri rimangono sovraffollate al 200% e questo impone allo Stato della California di esportare prigionieri in altri Stati. Una guerra che colpisce direttamente e indirettamente le donne: sono quasi 12 mila quelle rinchiuse nelle prigioni californiane (più che in qualsiasi altro Stato), e la California ospita le due strutture carcerarie femminili più grandi del pianeta, entrambe a Chowchilla. A luglio, un report del Center for Investigative Reporting ha rivelato che tra il 1997 e il 2010 quasi 250 donne sono state sottoposte a interventi di sterilizzazione, sotto la pressione dell’amministrazione carceraria.

Le enormi ingiustizie del sistema carcerario californiano e statunitense rappresentano sicuramente un’evidente violazione della dignità umana, ma queste ingiustizie (come pure la lotta contro di esse, compreso lo sciopero della fame attuale) non sono analizzabili sotto un profilo meramente giuridico o dei diritti umani. A livello sociale e non solo statistico, il carcere negli Stati uniti rafforza le gerarchie razziali iscritte nella composizione di classe statunitense, si offre come complesso industriale in cui investire, e in molti casi sfrutta gli stessi carcerati direttamente come forza-lavoro. Il costo, umano, economico e sociale, sulle comunità coinvolte è enorme, e rappresenta una specie di guerra permanente del sistema giudiziario americano contro i suoi ghetti e le periferie impoverite e proletarizzate. La lotta anticarceraria negli Stati uniti rappresenta una modalità di creare organizzazione dentro queste comunità, nelle quali ogni persona conosce o ha almeno un familiare in carcere.

La risposta immediata della CDCR è stata quella di difendere il regime SHU, le politiche carcerarie rivolte alle gang e accusare le stesse gang di essere la regia occulta della mobilitazione. Questo tentativo di delegittimazione, e di abusi mirati a rompere lo sciopero (come sparare aria gelida nelle celle degli scioperanti) e stato accompagnato dal rifiuto totale di parlare con la «squadra di mediazione», composta da familiari e attivisti. Il 22 luglio è morto Billy Sell, detto Guero, rinchiuso nel carcere di Corcoran. Diversi prigionieri e attivisti hanno attribuito la sua morte allo sciopero della fame, ma la CDCR si è affrettato ad archiviarla come un «semplice» suicidio. Non è chiaro se le dichiarazioni di Eric Holder, Attorney General degli Stati Uniti, che il 12  Agosto ha annunciato l’intenzione di riformare le leggi sulle sentenze minime per ridurre il sovraffollamento carcerario, avranno un effetto sulla negoziazione. Quello che è sicuro è che queste riforme (se mai ci saranno) sono emerse per risolvere la contraddizione del sovraffollamento, effetto collaterale di un sistema giuridico ancora molto legato alle gerarchie etniche e di classe su cui è stato fondato. La contraddizione sollevata dei prigionieri in lotta, dalle loro famiglie e dalle comunità da cui provengono va ben oltre, e richiede soluzioni che a loro volta vanno ben oltre la riforma del sistema carcerario.

da Connessioni Precarie

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

californiacarceresciopero della fame

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Dario Paccino: dall’imbroglio ecologico.. alla crisi climatica

Recensione di Louis Perez, pubblicato su La Bottega Del Barbieri

«Oggi diciamo che “l’ecologia senza lotta di classe è giardinaggio” ma se questo è possibile lo si deve anche al lavoro di chi – come Dario Paccino – e come il gruppo che diede vita alla rivista Rosso Vivo aveva già letto presente e futuro».

Immagine di copertina per il post
Culture

Sostieni Radio Blackout 105.250 fm – Torino

Ultimi giorni della campagna di autofinanziamento per Radio Blackout: sosteniamo le esperienze di controinformazione, sosteniamo l’informazione libera.

Immagine di copertina per il post
Culture

Aldo dice 8×5. L’innovazione non porta nuovi diritti

“Rage against the machine? Automazione, lavoro, resistenze”, il numero 65 di «Zapruder» è in distribuzione da qualche giorno.

Immagine di copertina per il post
Culture

Abolire il turismo

Indipendentemente da dove arriveremo, non è possibile che sia più facile immaginare la fine del capitalismo che la fine del turismo. Il presente testo è la traduzione di un articolo di Miguel Gómez Garrido, Javier Correa Román e María Llinare Galustian (Escuela de las Periferias, La Villana de Vallekas) su El Salto il 21/11/2024 Spain […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 2 — Affinità elettive

Se decliniamo, infatti, il tema della alienazione dentro l’ambito coloniale avremo la netta sensazione di come le argomentazioni lukácsiane abbiano ben poco di datato, e ancor meno di erudito, ma colgano esattamente la questione essenziale di un’epoca. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Qui la prima parte Ciò apre qualcosa di più che un semplice ponte tra Lukács e […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 1 — L’attualità dell’inattuale

[Inizia oggi la pubblicazione di un lungo saggio di Emilio Quadrelli che il medesimo avrebbe volentieri visto pubblicato su Carmilla. Un modo per ricordare e valorizzare lo strenuo lavoro di rielaborazione teorica condotta da un militante instancabile, ricercatore appassionato e grande collaboratore e amico della nostra testata – Sandro Moiso] di Emilio Quadrelli, da Carmilla […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Difendiamo Franco Costabile e la sua poetica dallo sciacallaggio politico!

Caroselli, feste, litigate e sciacallaggi. Sono quest’ultime le condizioni in cui la città di Lamezia si è trovata ad “onorare” il centenario della nascita del grande poeta sambiasino Franco Costabile.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo Stato razziale e l’autonomia dei movimenti decoloniali

Riproponiamo questa intervista pubblicata originariamente su Machina in vista dell’incontro di presentazione del libro “Maranza di tutto il mondo unitevi. Per un’alleanza dei barbari nelle periferie” di Houria Bouteldja, tradotto in italiano da DeriveApprodi, che si terrà presso l’Università di Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza

E’ uscito da qualche mese La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza, di Marco Boscolo (Eris Edizioni). Ne proponiamo un estratto da Le Parole e le Cose.

Immagine di copertina per il post
Culture

Hillbilly highway

J.D. Vance, Elegia americana, Garzanti, Milano 2024 (prima edizione italiana 2017). di Sandro Moiso, da Carmilla «Nonna, Dio ci ama?» Lei ha abbassato la testa, mi ha abbracciato e si è messa a piangere. (J.D. Vance – Elegia americana) Qualsiasi cosa si pensi del candidato vicepresidente repubblicano, è cosa certa che il suo testo qui recensito non potrebbe […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Dopo 8 mesi di alta sicurezza il tribunale del riesame dispone immediata scarcerazione: Luigi Spera è libero!

Torna in libertà Luigi Spera, vigile del fuoco, sindacalista e compagno del centro sociale Ex-Karcere di Palermo che da otto mesi era detenuto in regime di alta sicurezza nel carcere di Alessandria.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Rivolta nel carcere di Cuneo

Da Radio Blackout: Nel pomeriggio di lunedì 11 novembre la quiete penitenziaria della Casa Circondariale Cerialdo di Cuneo è stata scossa da una rivolta improvvisa messa in atto, a quanto ci è dato sapere, dagli “ospiti” della sezione Nuovi Giunti del carcere del capoluogo. Data la odierna difficoltà di avere notizie sicure da dentro, quello […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera di Anan Yaeesh dal carcere di Terni

Lettera di Anan dal carcere di Terni. E’ stata scritta il 24 settembre. Il 10 novembre si terrà un presidio sotto il carcere di Terni, dalle 14 alle 18

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La salute negata dell3 prigionier3 politich3 curd3 in Turchia

Lo scorso fine settimana abbiamo partecipato alla conferenza “Le condizioni di salute nelle carceri turche” organizzata dal Congresso Democratico dei Popoli (HDK), accogliendo con calore e gioia il loro invito ad Istanbul, insieme ad altre realtà sociosanitarie autonome provenienti dall’Europa, per lo più da Germania e Grecia.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Attenti al lupo!

Il governo Meloni, coerentemente con i suoi proclami, introduce un disegno di legge che ha lasciato carta bianca alle fantasie dei Ministri Piantedosi, Nordio e Crosetto che prevede nuovi reati e pene più pesanti per chi, come la levata di scudi conclude, “protesta”. E viene immediatamente da chiedersi, sì, ma chi protesta?

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Stati Uniti: Leonard Peltier, 80 anni di cui 48 di carcere

80° compleanno di Leonard Peltier, attivista per i diritti dei nativi americani e prigioniero politico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Luigi Spera: cade l’accusa di terrorismo

La Corte di Cassazione ha fatto cadere l’accusa di attentato terroristico per Luigi Spera, annullando l’ordinanza del Tribunale del riesame di Palermo, che aveva qualificato il reato attribuito a Luigi non come semplice incendio ma come attentato incendiario terroristico.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera dalle detenute del carcere di Torino

Le detenute del carcere di Torino hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta. A comunicarlo è Nicoletta Dosio che ha ricevuto la lettera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Carcere: suicidi, sovraffollamento, abusi in divisa. C’è chi evade per non morire

Nuove evasioni dalle prigioni italiane. Un detenuto originario della Puglia, è evaso nella serata di domenica 9 settembre dal carcere di Avellino.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Vietato protestare contro Leonardo spa!

Le lettere indirizzate a Luigi Spera, recluso nel carcere di Alessandria, sottoposte a censura!