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Caso Abu Omar: no al segreto di Stato italiano e condanne confermate per gli agenti della CIA

Gli ex dirigenti dei servizi segreti italiani (Pollari e Mancini), arrestati nel 2006 con l’accusa di concorso in sequestro di persona e liberati dopo dieci giorni, saranno invece rinviati ad un nuovo processo.

La protezione del segreto di Stato che era stato opposta a difesa degli agenti del Sismi è stato dunque escluso dalla Corte di Cassazione, stabilendo che Pollari e Mancini devono essere processati.

Nel corso di quasi dieci anni di sequela giudiziaria le testimonianze di Abu Omar hanno ricostruito una storia che da subito venne insabbiata e nascosta con la condiscendenza e l’appoggio dei servizi segreti italiani: nel 2003 l’imam venne sequestrato a pochi passi dalla Moschea perché sospettato di rapporti con organizzazioni fondamentaliste islamiche, trasferito prima in Germania e poi in un carcere segreto egiziano, venendo ripetutamente picchiato e torturato.

Di lì, l’apposizione del segreto di stato sui fatti accaduti quel giorno a Milano venne attuata dall’esecutivo guidato da Berlusconi e confermata successivamente da Prodi al momento del cambio di governo.

La vicenda che coinvolse Abu Omar rappresenta uno dei casi più lampanti di abuso di potere che gli Stati Uniti misero in atto nel post 11 Settembre all’ombra dei programmi di ‘extraordinary rendition’, che permettevano di sequestrare senza procedure giudiziarie chiunque fosse arbitrariamente sospettato di far parte di organizzazioni fondamentaliste islamiche.

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