InfoAut
Immagine di copertina per il post

Che cosa succede alla Curva Sud: prospettive di parte verso un derby surreale

Nel giro di pochi anni sono stati repressi i comportamenti quotidiani diffusi all’interno degli stadi. La storia degli ultimi due anni della Curva Sud parla però una lingua differente, poiché nessun altro settore ha vissuto l’attacco che tocca oggi a noi tifosi della Roma. La data spartiacque è una, il 3 maggio del 2014, il giorno in cui un tifoso della Roma spara, ferendo mortalmente un supporter del Napoli, Ciro Esposito. E’ il fatto che serve per dare un’ulteriore sterzata alle operazioni contro i tifosi, ma per tutti gli esperimenti serve sempre una cavia dalla quale iniziare. Questo criceto da laboratorio ha un nome: Curva Sud che per tanti anni, tempi che chi scrive non può ricordare, è stata il fiore all’occhiello del movimento ultras italiano. Uno dei settori più popolati d’Europa: 17.000 spettatori e una capacità di mobilitazione in trasferta da far invidia alle spedizioni militari di Napoleone.

Il tifo giallorosso viene vessato non solo da stampa e televisioni, con la loro ormai nota retorica banale sulla violenza negli stadi, ma tutte le compagini ultras si affrettano a condannare i tifosi della Roma, come se De Santis potesse rappresentare un intero settore, quelle migliaia di persone di cui sopra, tutte con passati uguali ma diversi. Daniele De Santis non rappresenta la curva, ma di certo le tante persone che lo conoscevano e qualche gruppo riconducibile all’estrema destra in cui ha militato, non potevano che schierarsi dalla sua parte. A parti inverse avremmo visto qualcosa di diverso? Probabilmente no, e il criceto nella gabbia somiglierebbe di più al ciuco biancazzurro che alla lupa capitolina. Giustamente piove solidarietà sul tifo partenopeo e sulla famiglia della vittima. I funerali del ragazzo, seppur “rivendicati” sui principali mass media (si pensi che l’ “evento” è stato mandato in speciale diretta Sky) da una serie di personaggi istituzionali che definire ambigui sarebbe fargli un complimento, commuovono per la capacità del movimento ultras di mostrare il suo aspetto forse più rivoluzionario: la solidarietà. Quella stessa solidarietà che invochiamo per le strade delle nostre metropoli per evitare uno sfratto. La reazione di alcuni gruppi della “Sud” è invece sconsiderata, è la reazione del debole che rivendicando un gesto forte che non gli appartiene prova ancora a descriversi come mai domo.

La verità è un’altra, il tifo giallorosso è in crisi da anni e nell’isolamento si stringe intorno al gesto di un folle. Chi c’era in quel Roma-Juventus successivo ai fatti di Fiorentina-Napoli ricorderà la parzialità di quella rivendicazione. I più, come il sottoscritto, guardano il campo attoniti mentre sparuti gruppi inneggiano a De Santis. Chi c’era in quel Roma-Juventus dovrebbe anche ricordare (ma purtroppo la verità è che viviamo in un mondo in cui molta gente non vede non vuol vedere, perciò ai molti ciò è rimasto ignoto), che il silenzio lungo il corso della partita, così come la scelta di non alzare le bandiera, erano state di fatto dettate da un comportamento tanto minaccioso quanto lungimirante (da parte sua) delle forze di polizia che a sorpresa e senza dare alcun tipo di spiegazione a chi tentava un confronto, vietava di montare le aste delle bandiere e minacciava chi avesse alzato cori ecc. di diffida. Le stesse cose che oggi, a distanza di due anni, fanno parte del quotidiano.
Le “condanne” sui tifosi della Roma e sui suoi ultras dopo Roma-Juventus piovono in modo trasversale. D’improvviso nei bar dello sport di tutta Italia, nelle curve e negli spazi sociali, i tifosi giallorossi sono diventati tutti fascisti. Se fosse vero nella nostra città avremmo un bel problema, “per fortuna” è solo una trovata mediatica diffusasi viralmente in ogni strato della società e consente alla Questura di Roma e al Prefetto Gabrielli di trasformarci nel criceto sul quale sperimentare le nuove tecniche anti-ultras. Nella stagione scorsa ogni coro, ogni fumogeno, ogni trasferta diventa occasione per distribuire diffide e multe, mentre oggi alle porte dell’Olimpico si erge un muro, fatto di nuovi prefiltraggi e maggiori forze di polizia; senza biglietto non si entra più, novità amara per chi non ha mai permesso ad un pezzo di carta di farsi separare dal proprio amore domenicale.

Arriviamo alla stagione 2015/2016: alla seconda giornata (Roma-Juventus mica una partita qualunque) un manipolo di celere con Digos alla testa si fa largo tra i seggiolini blu dell’Olimpico. L’operazione è guidata da Adriano Lauro, l’agente-dirigente che a Piazza Alimonda nel lontano 2001 accusava un manifestante di aver ucciso Carlo Giuliani con un sasso. La provocazione è inaccettabile e innesca uno scatto d’orgoglio e di rabbia. Immediatamente un centinaio di tifosi accerchia le forze dell’ordine limitandosi ad inveire tutto l’odio che ogni ultras prova nei confronti delle divise blu. La celere si ritira ma chi sta dietro e pensa quotidianamente a come eliminarci sorride, infatti la sortita serve semplicemente per aggiungere un dato alla ricerca che si sta conducendo intorno al tifo giallorosso , quanti sono coloro che ancora resistono?

Sono cento? Perfetto, eliminiamoli tutti. Ripartono le diffide e con esse viene rispolverato il regolamento dello stadio, precedentemente mai applicato, che prevede una multa per coloro che non rispetteranno il posto assegnato dal biglietto. Coloro che proseguiranno in tale atteggiamento saranno successivamente daspati, successivamente anche i fiorentini dichiareranno di aver subito un simile trattamento.
Il muro “invisibile”, composto di stewards appartenenti ad una nota agenzia di sicurezza privata romana (non si è mai chiarito chi stesse pagando questi soldatini) che per le prime due partite giocate in casa dalla Roma – contro il Siviglia in amichevole e contro la Juventus – impedivano, spalleggiati dalla digos e in uno stadio militarizzato, il transito sulle scale centrali della Curva, diventa reale e dall’esterno si sposta nel cuore del tifo, dividendo gli storici settori 18-19 dai 20 e 21. La stessa cosa accade alla Curva Nord, quindi ai laziali. La “Sud” è stata profanata. Ad oggi è fuori dallo stadio e protesta fino a quando non cambieranno le cose. Tutti si interrogano su quale sia la possibile mediazione tra tifosi e Questura, dall’allenatore ai giocatori fino alle vecchie bandiere tutti sono d’accordo su un’ovvietà, per vincere la Roma ha bisogno dei suoi tifosi.

La mediazione per chi scrive è evidentemente impossibile. Non si contratta con il boia assoldato per ucciderti. Altri in città si domandano perchè la società non prenda una posizione forte sulla questione. La Roma ad oggi è proprietà di James Pallotta, magnate americano abituato agli alti prezzi degli spalti dell’NBA ed agli hot dog, non tanto ai cori e alla passione incontrollabile del calcio nostrano. La società della Roma è quella che ha stuprato il nostro stemma per vendere le magliette per il mondo, se oggi si vendessero i cd probabilmente saluteremmo anche il “Roma, Roma, Roma” di Antonello Venditti sostituito dal vincitore di X Factor. Il calcio è business e gli spettatori del futuro stadio della Roma devono essere o turisti o abbienti, non certo i “fucking idiots” della “Sud” (cit. James Pallotta).

Sono anni che ci lamentiamo del calcio moderno, della mercificazione della nostra passione e della lenta esclusione della dimensione popolare a causa dei costi sempre più elevati (40€ la curva). Ci lamentiamo ma non siamo stati in grado di mettere in campo nessuna contromisura. Non abbiamo identificato il nemico. Il nemico è lo stesso degli studenti che vengono colpiti da folcloristici getti d’idrante mentre provano ad entrare all’università, è lo stesso dei senza casa che rivendicano il diritto ad avere un tetto. Il nemico è la direzione che questo sistema economico sta dando alle nostre vite: “Vuoi andare allo stadio?” Paga e stai tranquillo”. “Non hai soldi o un tetto? Non è un nostro problema, prova a sgomitare con chi ti sta affianco e forse ce la farai”. Il nemico in questa città ha una faccia, è quella del Prefetto Gabrielli che mentre i vari partiti pensano alle elezioni primaverili, agisce indisturbato prendendo a calci in faccia ultras, occupanti di casa, studenti e militanti di ogni genere. Il processo è stato innescato, gli stadi si svuoteranno e se tutto andrà come previsto ci ritroveremo come in Inghilterra, con i ricchi del mondo a giocare al Fantacalcio con il nostro campionato, con turisti che invadono le curve e trasformano il nostro tempio in un luogo compatibile con le esigenze del merchandising. La Curva Sud e le altre curve che, presto o tardi, riceveranno lo stesso trattamento, sono state per anni luoghi di fenomenale aggregazione, capaci di radicare una profonda solidarietà tra le persone, caratteristiche quanto mai preziose per chi si propone di cambiare questo esistente.

I compagni degli spazi sociali, dei collettivi, delle realtà politiche hanno mostrato incredibili limiti nel comprendere la potenzialità di quei luoghi, lasciando che questi spazi fossero etichettati come “covi neri”, alienandosi da una realtà che parlava un linguaggio, che dovremmo conoscere bene, quello della rabbia latente che nella socialità degli spalti ha trovato il modo di esprimersi. Interrogarsi sul perché questi limiti abbiano avuto la meglio, non può che essere uno stimolo. La settimana calcistica che sta iniziando si concluderà con il derby capitolino dell’8 novembre, entrambe le curve rimarranno all’esterno dell’impianto e insieme?, il punto interrogativo è d’obbligo, manifesteranno il loro dissenso nei confronti della nuova gestione della sicurezza nello stadio. E’ di primaria importanza immaginare oggi come colmare questo vuoto, come intercettare e politicizzare i comportamenti antagonisti di generazioni di tifosi che oggi si trovano davanti ad un bivio: accettare la fine del tifo cosi per come lo abbiamo conosciuto o organizzare insieme a noi la minaccia verso questo esistente, che oltre allo sfruttamento ci condanna alla solitudine di un salotto, su un divano, davanti ad un televisore a guardare una squadra con un altro stemma che porta il nome della nostra passione soppressa: ROMA.

di Dcn – da Progetto Degage

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

calciodasporomastadio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

Alcune riflessioni sulla natura e sulla guerra dei contadini tedeschi

Nel 1525 gran parte dell’Europa centrale è stata infiammata da una rivolta sociale: i contadini si sollevarono contro coloro che governavano le loro vite.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il nuovo Papa: perché chiamarsi Leone?

Son stati scritti fiumi di parole sull’esito inatteso del conclave e anche sulla ripresa di un nome desueto da oltre un secolo Leone, dicendo troppe banalità.

Immagine di copertina per il post
Culture

L’Eternauta

Fu durante le feste di Natale del ’77 che mio padre, due miei zii e un loro amico si misero d’accordo per vedersi tutti i sabati di gennaio, dopo cena, per giocare a poker.

Immagine di copertina per il post
Culture

Il gruppo rap nordirlandese Kneecap è indagato dall’antiterrorismo inglese per il sostegno alla Palestina

In Irlanda del Nord i Kneecap, gruppo rap di Belfast, sono indagati dall’antiterrorismo britannico per il loro sostegno alla Palestina. Tutto è iniziato quando il trio hip-hop nordirlandese si è esibito sul palco del Coachella, festival annuale seguitissimo negli Stati Uniti. “Israel is committing genocide against the Palestinian people… It is being enabled by the […]

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 4 – Il partito e la dialettica marxiana

Il terzo paragrafo del breve saggio è dedicato alla questione del partito e alla sua funzione direttiva nel processo rivoluzionario, qui Lukács offre la più chiara e nitida esposizione della teoria leniniana del partito che il movimento comunista abbia mai elaborato. di Emilio Quadrelli, da Carmilla Ma proprio detta esposizione sarà oggetto di non poche […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Tonino Miccichè, crucifissu cumu a Cristu!

Senza il libro di Filippo Falcone, Morte di un militante siciliano (1999) probabilmente si sarebbe persa quasi del tutto la memoria. Con la necessità di ricordare viene orgganizzato il festival “Memoria e Utopia per Tonino Miccichè” a Pietraperzia, il 9, 10 e 11 maggio. di Angelo Maddalena, da La bottega del Barbieri Rocco D’Anna poco […]

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Decolonizzare la scienza

Dalle spedizioni dell’Ottocento al divario nella geografia dei centri di ricerca, c’è ancora un problema di colonialismo?

Immagine di copertina per il post
Culture

Dagli inferi di Manchester agli inferi della banlieue

Un estratto da Cronache marsigliesi. Scorci di guerra civile in Francia di Emilio Quadrelli (MachinaLibro, 2025)

Immagine di copertina per il post
Culture

La rivoluzione come una bella avventura / 5: S-Contro, storia di un collettivo antagonista

Sergio Gambino, Luca Perrone, S-Contro, Un collettivo antagonista nella Torino degli anni Ottanta, con i contributi di Salvatore Cumino e Alberto Campo, DeriveApprodi, Bologna 2024 di Sandro Moiso, da Carmilla «Noi sentivamo di avere una collocazione forte! Io nell’84, quando abbiamo cominciato, avevo vent’anni, eravamo giovani, ma ci sentivamo di avere un grande compito e anche […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Roma: Manifestazione nazionale no dl sicurezza. “Alziamo la testa contro lo stato di paura”.

Sabato 31 maggio migliaia di persone si sono radunate a Roma per manifestare contro il nuovo DDL sicurezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Roma: il DL Sicurezza approda alla Camera. Cariche contro il corteo dei movimenti

AGGIORNAMENTO LUNEDì 26 MAGGIO POMERIGGIO – Alla Camera il governo ha aubito posto la fiducia sul Dl Sicurezza. Sempre a Roma la rete “A Pieno Regime – no Dl Sicurezza” oggi pomeriggio si è ritrovata in Piazza Barberini per raggiungere il Parlamento, trovandosi però davanti uno sbarramento poliziesco su via del Tritone, che ha impedito […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: attacco sionista al CSOA La Strada

Ennesimo attacco sionista al CSOA La Strada. Questa volta più pesante degli altri perchè non essendo riusciti ad entrare nel centro sociale hanno messo un ordigno all’entrata cercando di sfondare il portone. Un quandrante di città quello di Roma  su che vede già ormai da tempo agire i sionisti della Brigata T (cosi si sono […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Quarticciolo resiste

Dopo il week end di mobilitazione nel quartiere Quarticciolo è tempo di alcune valutazioni su questo passaggio importante.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cambiamo davvero Quarticciolo!

Sabato 1 marzo un corteo popolare attraverserà il quartiere di Quarticciolo a Roma per ribadire l’importanza di difendere un’esperienza reale e dal basso che si contrappone all’abbandono e alla retorica delle istituzioni.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Sul D.A.Spo “fuori contesto”

Rimaniamo basiti ed increduli per il contenuto della missiva recapitata ad un nostro socio e concittadino di Villaggio Europa. La Questura di Cosenza gli notifica l’avvio di un procedimento amministrativo innovativo denominato, con una certa creatività, D.A.Spo “fuori contesto”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendiamo Quarticciolo dal modello Caivano

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari in determinati quartieri: sgomberi, polizia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

«Vogliamo uno spazio largo contro l’idea di governo delle città che ha la destra»

Ripubblichiamo questa intervista fatta ai compagni e alle compagne di Quarticciolo Ribelle in vista dell’assemblea cittadina che si terrà sabato 18 gennaio.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato degli studenti e studentesse romane a seguito del corteo per Ramy

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato degli studenti e delle studentesse che a Roma sono scese in piazza per Ramy, originariamente pubblicato dal collettivo Zaum in risposta alle dichiarazioni di media e politici.