InfoAut
Immagine di copertina per il post

Comunicato di combattenti internazionali nelle YPG in solidarietà alle compagne e compagni di Torino

||||

Ecco il comunicato di solidarietà di alcuni combattenti internazionali nelle YPG in seguito all’operazione della Procura di Torino che il 13 luglio ha notificato 15 misure cautelari, di cui 9 arresti, a studenti universitari, attivisti delle lotte contro gli sfratti e notav. Le misure repressive si riferiscono al 1 maggio 2017 quando la polizia aveva caricato lo spezzone sociale presente in piazza per paura di contestazioni al PD e i sindacati confederali.

La repressione dello stato democratico.
Comunicato di solidarietà alle compagne e compagni di Torino.

Il 13 luglio 2018 andava in scena l’ennesima operazione repressiva orchestrata dalla Procura di Torino, da anni tristemente nota per le sue deliranti attenzioni contro tutti coloro che ci mettono la faccia all’interno del mondo delle lotte sociali, per il diritto all’abitare e nel movimento NoTAV. L’operazione di polizia che ha portato alla notifica di 15 misure cautelari e 9 convalide di arresto aveva come oggetto i fatti relativi al primo maggio 2017 quando la polizia, nel tentativo di impedire la piazza a precari, lavoratori, studenti, insomma ad una fetta importante del corpo sociale della città, entrava in contatto con lo spezzone delle lotte sociali caricando a più riprese compagne e compagni. Il motivo era impedire qualsiasi forma di contestazione contro sindacati confederali e PD da parte di tutti coloro che stanno pagando a caro prezzo le loro scelte scellerate ed anni di smantellamento del mondo del lavoro, insomma impedire ai “poveri” di dire qualcosa a chi ha generato “povertà”.
Quella che non sbaglieremmo a definire una magistratura ad orologeria, nella persona del pm Rinaudo (chi lo avrebbe mai detto!) ci ha tenuto a “rimarcare la loro estraneità alla manifestazione e ai valori da essa espressi”,riferendosi ai compagni prima caricati ed oggi oggetto delle attenzioni della Procura, per dare legittimità al teatrino poliziesco messo in atto nella mattina del 13 luglio.
Su questa vicenda volevamo spendere qualche parola perché riteniamo che una deriva autoritaria, nella quale la polizia italiana si trasforma nel servizio d’ordine del PD ai cortei e la procura di Torino nello strumento di propaganda di questo o quel partito di governo, sia fortemente pericolosa per le vite di ognuno di noi.
Negli ultimi anni, a fasi diverse, abbiamo deciso di sostenere ed abbracciare un esperimento rivoluzionario che ha cambiato radicalmente la nostra idea di politica, dei rapporti umani e ci ha dato ulteriori certezze su quanto la base della società sia il vero motore del cambiamento. Molti di noi già provenivano da anni di percorsi di militanza all’interno delle lotte territoriali e, probabilmente, questo è stato uno dei motivi fondamentali che ci ha portati a voler toccare con mano una nuova forma di società dove al potere si è sostituito il senso di responsabilità verso il popolo, in tutte le sue composizioni sociali, etniche e di genere; al sistema della rappresentanza è stato contrapposto quello della democrazia diretta ed alla delega elettorale il principio di sovranità della comunità che può in qualsiasi momento destituire dall’incarico coloro i quali vanno contro il bene della stessa. Abbiamo deciso, quindi, di lasciare le nostre certezze, le nostre realtà di riferimento per andare a studiare questa forma di autogoverno basata sull’autonomia democratica, pilastro fondamentale del confederalismo democratico. Un nuovo corso che ha dato e sta dando i suoi frutti prima in Rojava e poi in tutta la Siria del nord, nel contesto della guerra civile siriana.
Un miracolo che, sotto la spinta ideologica del movimento rivoluzionario kurdo, resiste ed esiste in territorio devastato dalla guerra. In uno scenario simile tutte le etnie e gruppi religiosi convivono pacificamente attraverso il principio della tutela e rispetto di tutte le minoranze. In una società fortemente patriarcale le donne hanno preso il loro posto diventando pilastro importante nella difesa e la vita delle comunità. Allo stato di polizia si è sostituito il principio di autodifesa delle comunità, sono le persone del quartiere, che organizzate in forze di autodifesa, provvedono alla protezione della società senza il bisogno di apparati polizieschi liberticidi al soldo di partiti di governo ed interessi di pochi. Abbiamo, quindi, compiuto la scelta di arruolarci nelle Unità di Difesa del Popolo (YPG) e provare a dare il nostro contributo a questa rivoluzione. Ci è stata concessa una possibilità importante, quella di toccare con con mano una rivoluzione in atto e di lottare per la difesa di essa, ed abbiamo deciso che quella era la nostra strada.
E’ per questo motivo che riteniamo importante e necessario far sentire la nostra voce per esprimere solidarietà alle compagne e compagni del CSOA Askatasuna e dello Spazio Popolare Neruda. Tutto ciò per cui abbiamo lottato è quotidianamente calpestato e violentato in un sistema che ha l’arroganza di definirsi democratico. Lo stesso significato della parola “democrazia” si è evoluto da dominio di una maggioranza sulle minoranze a repressione dei tanti per il benessere dei pochi. Quando la sfilatina del primo maggio deve essere pulita ed ordinata il problema non è solo il corteo in sé. C’è un’idea di fondo secondo la quale si possono compiere delle scelte importanti che riguardano tutti senza prendere in considerazione i diretti interessati. Si emanano soluzioni senza interrogare la società su quali siano i suoi problemi. Per quello che abbiamo vissuto e per quello che vorremmo fossero i nostri territori tutto ciò è inaccettabile.
Quale sarà la naturale evoluzione di un primo maggio senza i lavoratori e gli sfruttati e di un 25 aprile senza gli antifascisti? E, soprattutto, di quali valori precisamente parla il pm Rinaudo e, più in generale la magistratura, in un Paese dove se fomenti odio, dissemini povertà e rubi 49 milioni di euro puoi fare il ministro dell’Interno e se provi anche solo a volere esplicitare il dolore ed il disagio causato da questa condotta vai incontro a carcere e repressione?
La nostra solidarietà per i fatti di Torino non è semplice solidarietà militante verso compagne e compagni ma espressione diretta di quel Parastina Gel (difesa del popolo) per la quale abbiamo scelto di lottare e per la quale abbiamo visto cadere tanti nostri compagni. Non ci stupisce affatto che a reprimere sia lo stesso Stato che stringe la mano di dittatori sanguinari del calibro di Erdogan ed aldilà di ogni facciata uno stato responsabile di miseria, disperazione ed odio diffuso ha per noi le mani insanguinate come quelle di un qualsiasi dittatore genocida. La repressione del primo maggio torinese è un colpo di coda di un sistema al collasso che intravede nelle pratiche di autogestione una minaccia ad uno stato di cose marcio ed obsoleto.
Siamo vicini a tutti coloro che in questo momento patiscono la repressione ma, come loro, siamo consapevoli che sia sintomatica dell’aver fatto la cosa giusta.

“îro dem, dem me ye!” (oggi è il nostro tempo).

Heval Azadî Pachino
Heval Botan Sandokan
Heval Rezwan
Heval Tekoşer
Heval Dilsoz Afrin
Heval Aram Zilan
Heval Berxadan Roj
Heval Tirej Gabar
Heval Gelhat Drakon
Heval Gabar Carlo

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Culturedi redazioneTag correlati:

torinoypg

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Culture

György Lukács, un’eresia ortodossa / 1 — L’attualità dell’inattuale

[Inizia oggi la pubblicazione di un lungo saggio di Emilio Quadrelli che il medesimo avrebbe volentieri visto pubblicato su Carmilla. Un modo per ricordare e valorizzare lo strenuo lavoro di rielaborazione teorica condotta da un militante instancabile, ricercatore appassionato e grande collaboratore e amico della nostra testata – Sandro Moiso] di Emilio Quadrelli, da Carmilla […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Difendiamo Franco Costabile e la sua poetica dallo sciacallaggio politico!

Caroselli, feste, litigate e sciacallaggi. Sono quest’ultime le condizioni in cui la città di Lamezia si è trovata ad “onorare” il centenario della nascita del grande poeta sambiasino Franco Costabile.

Immagine di copertina per il post
Culture

Lo Stato razziale e l’autonomia dei movimenti decoloniali

Riproponiamo questa intervista pubblicata originariamente su Machina in vista dell’incontro di presentazione del libro “Maranza di tutto il mondo unitevi. Per un’alleanza dei barbari nelle periferie” di Houria Bouteldja, tradotto in italiano da DeriveApprodi, che si terrà presso l’Università di Torino.

Immagine di copertina per il post
Culture

La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza

E’ uscito da qualche mese La bianca scienza. Spunti per affrontare l’eredità coloniale della scienza, di Marco Boscolo (Eris Edizioni). Ne proponiamo un estratto da Le Parole e le Cose.

Immagine di copertina per il post
Culture

Hillbilly highway

J.D. Vance, Elegia americana, Garzanti, Milano 2024 (prima edizione italiana 2017). di Sandro Moiso, da Carmilla «Nonna, Dio ci ama?» Lei ha abbassato la testa, mi ha abbracciato e si è messa a piangere. (J.D. Vance – Elegia americana) Qualsiasi cosa si pensi del candidato vicepresidente repubblicano, è cosa certa che il suo testo qui recensito non potrebbe […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Kamo, Lenin e il “partito dell’insurrezione”

Emilio Quadrelli, L’altro bolscevismo. Lenin, l’uomo di Kamo, DeriveApprodi, Bologna 2024

Immagine di copertina per il post
Culture

Prefazione di Premières Secousses, il libro di Soulèvements de la Terre

Abbiamo tradotto la prefazione del libro dei Soulèvements de la Terre dal titolo Premières Secousses, uscito ad aprile per le edizioni La Fabrique.

Immagine di copertina per il post
Culture

Festa di Radio Onda d’Urto – Il programma

Da mercoledì 7 a sabato 24 agosto 2024 in via Serenissima a Brescia 18 serate di concerti, dibattiti, djset, presentazioni di libri, enogastronomia, spazio per bambine-i…

Immagine di copertina per il post
Culture

Marx: scomodo e attuale, anche nella vecchiaia

Marcello Musto, professore di Sociologia presso la York University di Toronto, può essere considerato tra i maggiori, se non il maggiore tra gli stessi, studiosi contemporanei di Karl Marx.

Immagine di copertina per il post
Culture

Immaginari di crisi. Da Mad Max a Furiosa

Per quanto diversi siano i film della saga, ad accomunarli è certamente la messa in scena di un “immaginario di crisi” variato nei diversi episodi in base al cambiare dei tempi, dei motivi, delle modalità e degli sguardi con cui si guarda con inquietudine al presente ed al futuro più prossimo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inizia l’Intifada degli studenti medi

Inizia l’intifada degli studenti medi, oggi ci siamo presi la città! Si preannunciava una grande giornata di lotta e così è stato.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Al fianco di chi lotta per un futuro collettivo: MATTIA E UMBERTO VI VOGLIAMO LIBERI!

Quando si lotta per il futuro collettivo si mette in conto la possibilità di dover rinunciare al proprio destino individuale. da Centro Sociale Askatasuna È ciò che accade quando la scelta di portare avanti un orizzonte di liberazione per tutti e tutte viene anteposto a velleità o interessi dei singoli. E accade anche che, in […]

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Camminata dal parco della Pellerina all’area della ex ThyssenKrupp/Ilva: uno specchio distorto

Diamo spazio a questo dettagliato articolo che racconta la passeggiata al parco della Pellerina di qualche tempo fa, scritto e pubblicato da Un altro piano per Torino.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Torino, la mobilitazione contro gli antiabortisti continua: presidio al consiglio regionale

In queste settimane a Torino sono migliaia le persone che si mobilitano per chiedere la chiusura immediata della cosiddetta “stanza dell’ascolto”

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Piazze per la Palestina: una speranza che può esistere, un punto segnato alla controparte

Il 5 ottobre a Roma è stata una giornata importante, la conferma di una speranza che può esistere, un punto segnato sulla controparte.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Fenomeni di frammentazione degli habitat ed effetto margine al Parco del Meisino

La conoscenza dal basso che sta contribuendo a rafforzare la lotta per la salvaguardia del parco del Meisino è un tesoro inestimabile, che ci ricorda come la scienza non sia neutrale, ma qualcosa da poter utilizzare per amplificare le battaglie a difesa del vivente che portiamo avanti.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Torino: sequestrata l’aula occupata dall’Intifada studentesca al Politecnico

Dopo 4 mesi di occupazione l’aula occupata “Shereen Abu Akleh” è stata sequestrata.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Lettera dalle detenute del carcere di Torino

Le detenute del carcere di Torino hanno iniziato uno sciopero della fame a staffetta. A comunicarlo è Nicoletta Dosio che ha ricevuto la lettera.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Mobilitazione popolare a Torino per difendere uno dei più grandi parchi della città. Sabato il corteo “Salviamo il Meisino”

Sono giorni di lotta popolare al Parco del Meisino, polmone verde a nord est di Torino, a seguito dell’avvio dei primi lavori per la costruzione di una “cittadella” dello sport nel cuore della riserva naturale sull’ansa del fiume Po.