Da Nicoletta a Tepepa
Ho sentito riparlare di lui qualche tempo fa, una breve notizia in cronaca, che diceva pressappoco così: “ex rapinatore di 79 anni evade dai domiciliari per andare a riscuotere la pensione; ripreso, processato per direttissima e riportato ai domiciliari con dose di detenzione rincarata”.
Oggi mi arrivano nuovamente sue notizie: “nuovi guai per nonno Tepepa”. Fermato dai carabinieri per evasione, nel bar sotto casa, dove era sceso a prendere un caffè, viene , processato per direttissima e portato in carcere.
Dalla mia felice, reiterata evasione, in attesa del processo che mi è stato fissato per il 23 novembre, protetta dall’abbraccio del movimento NO TAV e dal consenso popolare che va ben oltre la Valle di Susa, non posso non provare solidarietà per Tepepa e non sentirmi, mio malgrado, privilegiata: evidentemente a pesare sul nostro destino non sono i fatti specifici, ma le nostre storie.
No, non mi piace la giustizia che è debole coi forti e forte coi deboli.
Davvero, più che mai, tribunali e carceri svolgono una sola funzione: quella del controllo sociale.
Se penso ai tanti Tepepa chiusi in quei castelli di arbitrio e di repressione, mi invadono rabbia e tristezza.
Quante e quanti vorrei liberi questa sera, per essere nuovamente felice! Â Â
Nicoletta
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vedi anche “l’incorrreggibile Tepepa”
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