Di cosa ci parla il “caso” Notarnicola
L’Infoaut Fest, che si terrà alla Cavallerizza da venerdì 16 a domenica 18 ottobre, ha calendarizzato in programma (in mezzo ad altri numerosi di battiti in cui si parlerà di migrazioni, Kurdistan, condizioni del lavoro e lotte operaie in Cina) la presentazione di un video, seguito da dibattito con l’intervistato, sui fatti di piazza Statuto nel 1962, quando centinaia di lavoratori contestarono la Uil per la firma di un contratto separato.
Nello specifico odierno si contesta a Sante Notarnicola la sua appartenenza alla banda Cavallero (responsabile di diverse rapine negli anni ’60 – sui fatti si veda il bel film del 1975 “Banditi a Milano” di Carlo Lizzani, con GianMaria Volonté nei panni di Cavallero). Per quei fatti Notarnicola è stato condannato all’ergastolo, scontando 28 anni filati di detenzione. Dal 1995 è in regime di semilibertà, a Bologna, dove gestisce un locale in via del Pratello. Scrive racconti e poesie ed è stato ospite di numerose iniziative culturali e politiche (le cose non sono in antitesi, anzi) in giro per il paese. Dal 21 gennaio 2000 è libero. Non si capisce dunque a cosa si attacchino i signori del Comune. Tra l’altro Notarnicola viene a parlare non di rapine, non di carcere, non dei suoi sodalizi di prigioniero (cosa che sarebbe comunque legittima ed interessante!) ma di piazza statuto nel 1962… Il fondo del problema di questo non-caso è la mentalità da inquisitori che informa la classe politica e giornalistica italiana riguardo i cosiddetti “anni di piombo”. Non si può discutere nel merito di quel frangente storico, si presuppone sempre e comunque una condanna morale senza appello. Ma la Storia si fa anche con punti di vista diversi, riletture, interrogando gli sconfitti, ascoltando chi c’era, contraddicendo… Il discorso si farebbe lungo e non è di questo che stiamo parlando (non è neanche di quello che verrà a parlare Sante). Resta il fatto che parliamo di un uomo che ha scontato la sua pena e che a norma di diritto è libero.
Leggiamo invece oggi, sulle pagine del quotidiano “La Stampa” (Stop per l’ex bandito alla Cavallerizza), che “Gianguido Passoni ha annunciato l’intenzione di Palazzo Civico di portare la vicenda all’attenzione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico che si riunisce stamane”. Nella sostanza Passoni (che si è fatto eleggere con lo slogan Torino bene comune) chiede al Prefetto (?!?) di intervenire per impedire un dibattito pubblico… Fermo restando che non accetteremmo nessun tipo di divieto e che ci batteremmo per far svolgere comunque l’incontro, la domanda che si pone è su quale appiglio giuridico si fonderebbe la decisione d’impedire di parlare manu militari a un “libero cittadino” che ha ampiamente saldato, come si suol dire, i suoi conti con la “giustizia”. Ai difensori del diritto il compito di rispondere…
Tra l’altro, è piuttosto significativo constatare che quando Sante si trovava, solo qualche mese fa, a presenziare nella sede del Comune di Torino alla commemorazione funebre per l’avvocato e partigiana Bianca Guidetti Serra (una compagna che ben sapeva da che parte stare), non abbiamo sentito nessun’oca starnazzare.
E questi signori che si fanno in questi giorni paladini del lecito e del non lecito, passiamoli in rassegna uno per uno:
Maurizio Marrone, (post?)-fascista che ama farsi ritrarre in pose marziali e a braccio teso, senza particolari doti politiche, il bellimbusto ha costruito la sua carriera di politicante andando a perseguitare chi deve lottare per sopravvivere (profughi, immigrati e poveri in generale), cercando ogni scusa per far perdere tempo a chi in questa città si batte per cambiare le cose. In una città sull’orlo dell’abisso, perde tempo a fare interrogazione sui centri sociali, contro radio blackout, per lo sgombero occupazione abitative di sfrattati (a meno che stiano sul suo libro paga).
Vittorio Bertola, espressione dell’ala forcaiola dei 5 Stelle (ma piuttosto contestato da molt* colleghi di partito), si limita a fare il pappagallo delle posizioni altrui, avvallandole. Un personaggio che è saltato agli onori della cronaca per le Quattro proposte sull’immigrazione, che fanno sembrare Salvini un segretario dell’ONU ai diritti dei rifugiati.
Gianguido Passoni, già summenzionato, sta sugli scranni del Comune dal lontano 1999 e occupa dal 2006 la poltrona di Assessore al Bilancio e ai Tributi, passando disinvoltamente dalla casacca dei Comunisti Italiani alla più sicura collocazione sotto l’ala del sindaco Fassino. La sua dichiarazione è la nostra preferita, una vera perla per cui l’occupazione, ospitando Sante, diventerebbe politica e non più culturale (l’occupazione della Cavallerizza è un fatto politico, piaccia o meno al Gianguido): “l’evento che avviene nella Cavallerizza occupata da chi invoca l’uso con finalità di tutela di un bene comune: che c’entra con queste finalità la festa antagonista? Quale programmazione culturale legata alla Cavallerizza ha la presenza di Notarnicola?”. Forse è meglio che torni a far di conto, su quello è bravo! È infatti lui che sta trattando de facto la svendita della Cavallerizza ai privati. De te fabula narratur!
Michele Curto, dopo la gavetta tra gli studenti medi, con uno sguardo già ben saldo alla carriera futura nella politica che conta, entra come consigliere comunale nelle fila di Sel, sponsorizza l’occupazione garantita di via Asti e trova lavoro ad un po’ di amici e colleghi nelle coop rosse che gestiscono l’emergenza migranti, inserendosi in un ambito lucroso ma dimenticandosi di pagare i lavoratori, obbligandoli anzi a svolgere il loro compito con scarsissime risorse (Terra del fuoco e Babel non pagano i dipendenti che lavorano nell’accoglienza profughi).
Silvio Viale, ex militante di Lotta Continua convertito al neoliberismo, dal Partito Radicale si trova ora ben collocato nel Partito Democratico. Su questo personaggio – impegnato ossessivamente a far prediche sulla legalità – sospendiamo il giudizio. Difficile prendere lezioni da uno con gli scheletri (bruciati) negli armadi. A buon intenditore…
La cosa più pietosa di tutto questo scandalo montato ad arte, è la profonda connivenza che ormai lega il ceto politico istituzionale, al di là delle casacche indossate. Pur avendo sempre messo al primo posto il mantenimento del (proprio) posto di lavoro, sacrificando lotte e istanze di trasformazione all’equilibrio istituzionale, era difficile che un consigliere del Pci andasse a braccetto o a prendere il caffé con un esponente del Movimento Sociale. Questi invece banchettano insieme, si fanno i selfie, ridono e scherzano mentre decidono di questioni vitali sulle nostre teste. Facendo, tutti, gli interessi del mediocre Marrone.
A tutti loro, comunque, InfoAut invia un sentito ringraziamento per la pubblicità insperata. L’avessimo saputo prima non avremmo stampato manifesti e altra propaganda. La tre giorni si è gia conquistata una certa notorietà.
A quanti sono interessati alle attività svolte, ribadiamo che la tre giorni si svolgerà come programmato. Se Comune e Prefetto decideranno di impedire il dibattito (manderanno la Celere in Cavallerizza?) tra le varie opzioni potremmo scegliere di spostarci in qualche altro luogo pubblico, magari prendendo un digestivo in piazza Castello con Sante durante la visita del segretario ONU Ban-Ki Moon.
A proposito degli occupanti della Cavallerizza, veniamo a sapere di un comunicato dai giornali, prima che uscisse sul sito o qualcuno ci chiamasse. Siamo pronti a partecipare a qualunque dibattito pubblico su “libertà di espressione, censura”…ecc, con la tranquillità di chi ha ben chiare le proprie posizioni, ma non quando a dettare l’agenda e i termini della discussione sono Marrone, Passoni o quanti fanno prediche mentre si approntano a svendere uno spazio che molt* di noi hanno contribuito a far vivere, a partire dall’occupazione di un anno e mezzo fa.
Ci vediamo da venerdì per l’Infoaut Fest 2015, festival di parte in un mondo schierato.
Organizzatori e organizzatrici dell’Infoaut Fest
Torino, 13 ottobre 2015
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