
Dopo il corteo di lunedì 15/05: Assemblea pubblica In Piazza Matteotti
 
Oggi a Modena si è riusciti ad organizzare un nuovo momento estremamente interessante per quanto riguarda la lotta dei migranti. Le rivendicazioni emerse sono diverse, esiste però un filo rosso che le unisce, punto su punto.
Nella nostra città è tenuta nascosta ai più la melma di fango che sporca 
e tradisce il volto sociale delle cooperative. Unicamente le lotte sul 
lavoro e sulla casa, adesso insieme a quelle dei migranti, sono state in 
grado di delinearne la portata.
Si tratta di un vero e proprio sistema diffuso che non trova differenze, 
se non esclusivamente applicative, nei contesti in cui tenta di estrarre 
valore, ma che tiene col fiato sul collo il soggetto precarizzato e 
ricattato (inteso come forza lavoro ipersfruttata).
Giocando la partita sul limbo della legalità succede che la stessa 
questura esca dalle leggi che impone di rispettare, non concedendo 
documenti che invece dovrebbero essere concessi, per legge. Attraverso 
la non erogazione di quelle maledette carte si impone la presenza sul 
territorio (producendo maggior clandestinità, grazie anche al decreto 
Minniti), combinato ad un lavoro gratuito e subordinato in  un’ottica 
per lo più razzista che retrocede il migrante fino a persona 
difficilmente in grado di intendere e volere, ma che rende ben chiara la 
finalità schiavizzante della governance.
Giochi sporchi, quindi, al solo fine di aumentare il controllo sociale 
utilizzando vili ricatti (la faccia delle politiche dei vari Poletti, 
Minniti ecc).
Se poi, a questo, sommiamo mezzi mainstream perfettamente allineati, 
possiamo trovare titoli giornalistici, dopo la manifestazione  di 
lunedì, quali, ad esempio, il Carlino che titolava in prima pagina 
“Vogliamo più soldi”, orrenda interpretazione delle rivendicazioni dei 
migranti. Era infatti chiaro a tutti i partecipanti alla manifestazione 
come si stesse ponendo l’accento non tanto su soldi che non arrivano, 
bensì sulla mafia che gestisce i permessi di soggiorno e la difficile 
situazione dei migranti.
Sciacalli dunque, ripresi da Salvini (ci mancherebbe).Per questo ieri la realtà auto organizzata ‘Modena’s Refugees’ ha deciso 
di riprendersi una piazza cittadina popolare e multietnica: comunicare 
con la città le proprie rivendicazione senza spazi di mediazione, 
istituzionale o giornalistica che sia.Il contesto in cui si è svolto il presidio è stato quasi surreale per questa città.
Non si può negare come la sensibilità dei passanti fosse 
polarizzata come poche altre volte si era visto, è altrettanto 
fondamentale sottolineare gli scrosci di applausi che i migranti 
ricevevano dopo ogni singolo intervento da parte della maggioranza dei 
passanti.L’autorganizzazione serve anche a questo, ritornare sul pianeta terra e uscire dal razzismo ipocrita dei commentatori da social network, 
entrando nel vivo di quello che esprime questa fase capitalista e 
riportando il discorso politico sulla base dei bisogni e delle rivendicazioni.
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